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Oggi c’era meno gente in chiesa, rispetto a ieri. Per dispetto, la mia omelia è stata più lunga.
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L'ultimo libro della Bibbia annuncia un inferno pieno di fuoco e zolfo, come condanna per coloro che trasgrediscono agli insegnamenti del Signore. Un inferno di tufo e di vapori puzzolenti sarebbe un tormento insopportabile anche per un’ anima qualsiasi, immune alle tentazioni del corpo. Vado in bagno, e defeco con difficoltà e dolore. Il mio sfintere espelle una nuvola di gas, che, uscendo, fa un rumore acuto. Puzza, e sulla scia del miasma mi soffermo a immaginare come deve essere l’inferno mefitico e saturo di effluvi fetidi, di cui parla la Bibbia. Ma il solo odore del mio peto mi dà la nausea. Socchiudo la porta per far circolare l’aria e disperdere i miasmi dei miei escrementi, quel fetore acido che è uscito dal mio corpo.
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Tomas mi annusa una gamba, sicuramente ha notato l'odore di bagnoschiuma sulla mia pelle, dopo il bagno. Inizia a grugnire di brutto. Mi afferra per la stoffa dei calzoni del pigiama e me li strappa, dopo averli imbrattati di saliva. Cane cattivo. Ora lo vedo allontanarsi, fiero della sua cattiveria Mi tolgo la vestaglia e mi ritrovo nudo davanti allo specchio. Non posso resistere a farmi una carezza sul pube, accanto ai testicoli. Un brivido di eccitazione mi scuote. Il mio pene va in erezione e diventa viola. A quella vista mi allontano dallo specchio, con orrore. Prendo un altro pigiama e mi impongo di pensare ad altro.
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Il sinedrio dei sensi accoglie con favore la proposta di tradire l'anima.
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Gli tolgo la camicia con una serenità che sento estranea. Eppure sono mie, le mani che lo stanno spogliando. Lo giro, e sollevo il suo sedere verso la mia faccia, arrossendo di piacere. Gli accarezzo la schiena che sicuramente gli brucerà per il contatto pungente col mentolo. I suoi polmoni possono già sentirlo, ne sono sicuro, perché le mie mani si raffreddano, mentre lo accarezzo. Contemplo per l'ultima volta il suo culo perfetto da giovane maschio alpha. Lo giro con la faccia verso di me. Prendo ad accarezzarlo anche sui magnifici pettorali e godo al vedere i suoi timidi capezzoli ergersi senza paura. Il forte aroma di eucalipto m’invade.
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Stamattina dormono l’uno vicino all’altro sul letto, al rumore della pioggia che scroscia e invade la strada. Stanotte padre Misael non ha subìto l’incubo della lama del coltello, né il giovane Manuel quello della bestia. Forse, se ne sono liberati per sempre.
Ormai, è l’alba di un nuovo giorno. La pioggia porta via con sé tutti i fetori del vicolo del biliardo, e li raggruppa in fondo, ai lati del marciapiede. L'acquazzone ripulisce anche l'antico albero nel cortile. Qualcuno ancora crede che, durante la stagione delle piogge, è Dio che piange su tutti i peccati dell’umanità. Ma forse l’immagine più calzante non è quella lirica della pioggia di lacrime divine, bensì quella di uno scroscio di urina fetida che si abbatte su di noi, proprio come quella che sta facendo Tom in questo momento ai piedi del vecchio mandorlo.
Lacrime o urina che sia è sempre acqua, e piomba sul mondo direttamente dallo spirito di Dio.
GIOVEDI
Caldo e freddo
…sia fatta la tua volontà, come in cielo e così in terra.
Sono scosso da una scarica di eccitazione che mi parte dalla nuca e lentamente s’irradia per tutta la schiena. I miei tendini si svegliano e mi costringono ad allungarmi per tutta la lunghezza del mio corpo, nel piacevole dolore che si consuma fisiologicamente nelle mutande. Mi rendo conto di come il pene si stia lentamente ritirando, ormai sazio del piacere convulso del mio orgasmo, mentre nell’ anima mi si scava un intollerabile senso di vuoto.
Un freddo alito di vento penetra nella stanza attraverso la finestra aperta, e fa oscillare le tende con un sommesso ululare. Posso vedere il velluto che si appiattisce contro il muro e poi va a sbattere contro il vetro della finestra e la cornice di legno d’abete. Sento la brezza scivolare e nascondersi tra le mie ascelle, scuotermi la pelle in una scarica di minuscole raffiche che mi fanno drizzare tutti i peli del corpo. Così sia. Mi tolgo le mutande imbrattate del mio seme. Mi alzo e prego per la debolezza della mia carne.
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Il caffè troppo caldo non mi attira. Preferisco bere a piccoli sorsi del succo di pesca. Il ragazzo mi racconta una barzelletta sporca, ma non oso rimproverarlo. Lo guardo e gli faccio un sorriso tirato. Anche oggi non mi ha accompagnato alla Messa e mi mancava così tanto, specialmente quando il vescovo Pio ha benedetto gli astanti. Lo guardo e rimango ammirato dai suoi lineamenti, dal suo aspetto spensierato, dai capelli arruffati del mattino. Mi alzo dal tavolo frettolosamente, cercando di dirigere altrove i miei occhi che sono puntati su di lui ancora e ancora e ancora.
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Mi è venuta la febbre. Oggi resterò a casa e non mi occuperò dei miei parrocchiani, che si stanno preparando per il Venerdì Santo. Farò solo cose semplici, mettendo da parte tutti gli altri impegni, come mi ha prescritto il medico. Il ragazzo mi ha preparato un the, con cui prendo le medicine. Quando mi volto, riesco a percepire il movimento dei suoi glutei in uno swing provocatorio. Mi arrendo al sonno.
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Quando mi sveglio vedo il viso del ragazzo. E’ rimasto con me per tutto il tempo che ho avuto la febbre. Mi informa che ha preparato il pranzo e conforta il mio corpo con una zuppa calda, insistendo per imboccarmi, cucchiaio dopo cucchiaio.
Poi arriva un momento antipatico. Lo rimprovero per aver esaminato il quadro di nascosto e lui mi risponde che voleva capire cosa mostrava realmente quel dipinto. Gli dico che non ho intenzione di mortificare la sua curiosità, ma che deve sempre chiedere il permesso a un superiore, prima di fare o guardare cose per le quali potrebbe non essere pronto. Lui risponde che si sente abbastanza pronto e mi implora di guardare il dipinto insieme e aiutarlo a capire. Dopo una lunga tiritera di suppliche e rifiuti, cedo alla richiesta e gli permetto di aprire il trittico davanti a me. Mentre lo guarda, il suo volto esprime un’enorme meraviglia.
“È bello —dice— ma al tempo stesso è orribile”.
“Rappresenta la nostra anima”. mormoro tra me e me, come se pensassi ad alta voce.
Sono ancora intontito dalla febbre. Al momento voglio solo allontanarmi dal ragazzo, gridargli di lasciare la mia stanza e sparire per sempre, che Dio mi ha rivelato che è un emissario del diavolo. Il desiderio di scomunicarlo dalla mia vita mi invade. Cedo al penoso pensiero che invece farò il contrario, perché mi alzo e gli metto una mano sulla spalla e la stringo in un abbraccio pieno di passione.
“Quello che stai guardando qui rappresenta il paradiso, questo l’inferno, e questo —gli spiego dolcemente, indicandogli la parte centrale del trittico— è il Giudizio Universale. Per ora ti basti questo, la prossima volta lo analizzeremo punto per punto”.
Il mio corpo non resiste all'impulso e lo bacio sulla guancia mentre spingo la mano verso la parte bassa della sua schiena. Inaspettatamente, non si sottrae a me. Anzi, mi chiede di benedirlo.
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Ho mandato il ragazzo al mercato per fare la spesa. Sento il vuoto della sua assenza e provo a combattere il desiderio con una preghiera ma, mentre m’ inginocchio, le parole mi muoiono in gola. Questa volta non riesco a pregare. Mi alzo, faccio una doccia calda e mi preparo al suo ritorno nel miglior modo possibile.
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Finalmente il ragazzo ritorna ma, per pietà di Dio, accompagnato da Miss Raquel, una donna che fa volontariato per la Chiesa, giovanile a dispetto dei suoi quasi quarant'anni, e single malgrado la sua bellezza. Dietro di lei entra a farmi visita anche un gruppetto di mie parrocchiane cariche di dolci e frutta, evidentemente su stimolo della bella zitella. Thomas le