Sarebbe rimasto con lei per la notte, tenendola al sicuro. Non gli importava altro.
I suoi occhi brillarono maliziosamente mentre le toglieva le scarpe, poi le tirò su la coperta. Probabilmente domani si sarebbe infuriata ma… Toya strisciò sul letto e la tirò a sé.
Pensieri maliziosi gli pervasero la mente come accadeva sempre quand’era a casa da solo. Tuttavia, per qualche ragione, in quel momento gli sembravano fuori luogo. Stare così accanto a lei aveva un qualcosa di innocente. Scosse la testa e si mise comodo, poi la strinse e ringraziò mentalmente qualunque dio per averla protetta. Era tra le sue braccia e per ora gli andava bene così. Il mattino seguente avrebbe anche potuto rischiare di essere fatto a pezzi, ma almeno sarebbe morto felice.
Kyoko sospirò, rannicchiandosi nel calore protettivo che la circondava.
Toya sorrise mentre la baciava su una tempia, poi si addormentò.
Kyou levitò fino alla finestra da cui sentiva provenire l’odore della ragazza. Spalancò gli occhi per la scena che si trovò davanti. Lì, nella stanza in cui dormiva Kyoko, entrò un giovane con occhi dorati e lunghi capelli neri, striati d’argento come i suoi.
Kyou rimase senza fiato mentre l’immagine speculare del suo fratello defunto si avvicinava al letto, osservando la ragazza che lui aveva intenzione di rapire.
La sua espressione gelida svanì, quel ragazzo somigliava moltissimo al suo adorato fratello… “Com’è possibile?” si chiese. Poi ricordò la parola che la ragazza aveva sussurrato e sentì male al petto. Aveva pronunciato il nome di Toya e adesso… nella sua camera c’era una persona identica a lui?
Kyou annusò l’aria, cercando di avere una conferma di ciò che aveva visto, ma la sua mente non collaborava. L’odore di suo fratello era appena mescolato all’odore di quel ragazzo ma, prima che potesse rifletterci su, lo vide strisciare sul letto e stringere Kyoko con fare possessivo.
Si sentì pervadere dal fuoco della gelosia quando lei si accoccolò nel suo abbraccio, e un ringhio cupo gli rimbombò nel petto mentre i suoi occhi diventavano rossi. Fratello o no… non glielo avrebbe permesso.
Si sporse verso la finestra proprio mentre cadeva una pioggia di scintille e ritrasse la mano. Vedendo la polvere iridata depositarsi sul davanzale come una barriera protettiva, ringhiò di nuovo. La ragazza sembrava essere circondata dal soprannaturale e la cosa gli dava sui nervi.
Si chiese se non fosse un incantesimo a fargli vedere l’immagine di suo fratello lì dentro. Forse lei glielo aveva lanciato quando aveva pronunciato quel nome?
Distolse l’attenzione dalla finestra per guardare giù… il lupo stava arrivando. Lanciò un’occhiataccia verso la camera da letto, poi levitò verso il tetto.
Toya si era quasi addormentato quando sentì un ringhio animalesco che sembrava provenire da fuori la finestra. “Non è possibile… siamo al secondo piano.” pensò, poi sentì di nuovo quel rumore e spalancò gli occhi.
Sollevando leggermente la testa per non svegliare Kyoko, guardò verso la finestra. L’istinto gli diceva che qualcuno o qualcosa era lì… a guardarli.
Notò l’ombra di quello che sembrava un uomo, proprio fuori dalla finestra … al secondo piano? Un bagliore argenteo fluttuava attorno alla sua figura, conferendogli un’aria quasi spettrale. Toya aveva già visto quell’immagine… nei suoi incubi.
Gli occhi dorati dell’uomo erano rivolti verso il basso ma lui li vide diventare rossi per un istante, e gli sembrò di vedere anche un paio di zanne. Poi vide una pioggia multicolore che sembrava volergli coprire la visuale.
Toya scosse la testa e sbatté le palpebre, poi guardò di nuovo verso la finestra e non c’era più nulla. “Che diavolo è stato?” si chiese.
Sentendosi piuttosto nervoso, scese dal letto e andò alla finestra. Guardando fuori, non vide altro che ombre e buio. Inspirò profondamente e si accigliò quando percepì uno strano odore attorno al davanzale.
Ringhiò cupamente mentre cercava di decifrarlo. Concludendo che forse era solo la sua immaginazione che aveva reagito in modo eccessivo per l’accaduto, ricontrollò per assicurarsi che fosse tutto a posto.
Soddisfatto di non sentirlo più, tornò a letto ma rimase sveglio per un po’.
Kotaro era sotto la finestra di Kyoko e sentiva la presenza del vampiro che aveva notato nel vicolo accanto alla discoteca. Anche se non l’aveva visto, era sicuro che fosse Kyou. Percepiva il suo potere gelido e silenzioso, un qualcosa che non voleva far avvicinare a Kyoko. Kyou era un enigma e non ci si poteva fidare di lui.
Con un ringhio, usò la sua velocità eccezionale per raggiungere la porta d’ingresso.
Annusò l’aria e si calmò un po’ quando sentì l’odore di Kyoko, era forte e recente. “Nessun succhiasangue nei paraggi.” si disse, poi ringhiò quando percepì l’odore di Toya. Era entrato in casa e non era più uscito. Afferrando la maniglia della porta, la girò ma vide che era rotta.
«Ma che cavolo…?» ringhiò furiosamente per l’evidente forzatura.
Alzò una mano e osservò i suoi artigli mentre si allungavano. Non c’era serratura che non potesse forzare, e quella di Kyoko non valeva quattro soldi. Sorrise con arroganza mentre infilava un artiglio nella serratura e, muovendolo leggermente, sentì un “clic”.
Furtivo come un’ombra, entrò nell’appartamento e richiuse piano la porta.
Sentendo tutto in silenzio, seguì la scia lasciata dall’odore di Kyoko e in un istante giunse davanti alla porta della camera da letto. I suoi penetranti occhi blu s’infiammarono per la strana sensazione che lo assalì.
Non sapendo che cosa si sarebbe trovato davanti, aprì lentamente la porta.
Kamui decise di rimanere invisibile mentre osservava Kotaro che entrava nell’appartamento di Kyoko. Non si stava nascondendo dal suo amico ma, sapendo chi c’era nel letto con la ragazza, beh… aveva pensato che fosse meglio rimanere invisibile piuttosto che ritrovarsi coinvolto.
Aveva fatto il possibile per proteggere Kyoko per tutta la sera ma, riguardo a Toya… il guardiano d’argento avrebbe dovuto cavarsela da solo. Kamui si sentì rimpicciolire quando l’altro aprì la porta della camera.
La scena che Kotaro si trovò davanti andava oltre la sua comprensione… nel letto c’era quel brutto cagnaccio di Toya! La teneva stretta come se fosse sua, aveva le braccia avvolte attorno al suo corpo innocente e un sorriso compiaciuto.
Kotaro ringhiò mentre si avvicinava alla coppia persa nel mondo dei sogni. “Ladro senza vergogna.” pensò mentre i suoi occhi diventavano rossi per la rabbia. Riuscì a controllarsi a stento mentre afferrava il suo rivale e lo lanciava fuori dalla stanza, senza svegliare Kyoko.
Toya fu colto di sorpresa quando si sentì afferrare per la camicia e lanciare in aria verso il soggiorno. Prima ancora di riprendersi dal sonno, si sentì afferrare per il collo e, questa volta, vide chi aveva davanti. Incrociò uno sguardo color ghiaccio mentre veniva trascinato in aria quasi senza sforzo.
Ancora invisibile, Kamui saltò giù dal divano quanto vide Toya che veniva lanciato nella sua direzione. Si sistemò sul ripiano della cucina per assistere alla scena, poi guardò verso la camera da letto e mosse una mano in quella direzione, creando una barriera che impedisse ai rumori di svegliare Kyoko.
Riportò l’attenzione sui due amici che erano quasi pronti a staccarsi la testa a vicenda. “Proprio come ai vecchi tempi.” pensò, rimpiangendo di non avere i popcorn a portata di mano. “Si accettano scommesse.” si disse, chiedendosi su quale dei due puntare.
Kotaro ringhiò, cercando di impedire alla sete di sangue di filtrare nei suoi occhi. «Che diavolo pensavi di fare nel letto di Kyoko?», la sua voce era quasi letale, come se il destino di Toya dipendesse dalla risposta. Le sue maniere forti promettevano una punizione nel caso in cui non fosse stata quella giusta.
«Maledizione,