Storm scompariva e riappariva così velocemente che nessuno se ne accorse. Per fortuna Ren era troppo impegnato per notare il suo indebolimento, era concentrato su Vincent che stava toccando di nuovo Lacey.
Riportando l’attenzione sull’argomento, Storm continuò: «È grazie agli sforzi congiunti del PIT se il numero di vittime umane è stato ridotto al minimo, tuttavia gli obitori della città erano comunque pieni. I demoni cercano di stare lontani da noi ma non fraintendermi... è una situazione pericolosa e proprio qui, in casa nostra.».
«Già, la cosa peggiore che potrebbe capitarti è essere ucciso brutalmente... e continuamente.» aggiunse Ren, facendola suonare come se fosse la cosa più bella del mondo. Nessuno sapeva che poteva essere così meschino.
«Ooh... non mi sono venuti abbastanza brividi, riprova.» rispose Vincent con tono annoiato.
Storm interruppe la loro guerra verbale per evitare che Vincent morisse per la prima volta da membro ufficiale del PIT. «Tu hai esperienza con diversi tipi di demoni e sai quali potrebbero essere le loro debolezze, ci saresti di grande aiuto. E non preoccuparti, avrai un arsenale di armi... e non mi riferisco a quelle standard... abbiamo tutto quelle che serve per rovinare la giornata a un demone.».
Lacey guardò Ren quando Storm menzionò le armi. In realtà la loro arma migliore era Ren ma, dopo quello che era successo al “The Witch’s Brew”, aveva capito che era anche un’instabile bomba atomica che poteva far saltare in aria tutti se avesse perso il controllo. Ricordando come gli aveva fatto riprendere il controllo, arrossì e distolse lo sguardo.
«Ma ricorda...», aggiunse Storm, «... il tuo compito principale è tenere Chad al sicuro finché non torna Trevor. Se ti distrai e vieni ucciso da un demone, lui rimane da solo finché tu non resusciti.».
«A proposito di armi...» disse Vincent con un lento sorriso, «... una volta terminato il lavoro di babysitter, ti propongo di unirti a me per recuperare alcuni oggetti rari di mia conoscenza... roba nascosta dai demoni.».
«Pensi davvero che farai squadra con Storm?» gli chiese Ren con un sopracciglio alzato, sentendo di nuovo il desiderio di farlo a pezzi.
Lacey si accigliò sentendo la gelosia nella sua voce. Quell’uomo era geloso fino al midollo ed era evidente che non voleva condividere né lei né Storm con nessun altro.
«Che avaro.» lo accusò.
Ren strinse le spalle, «Mi sconvolge l’alta opinione che ha di se stesso.».
Lacey alzò gli occhi al cielo. «Oh, dacci un taglio... hai cinque anni, per caso?». Si allontanò da Vincent e si avvicinò a lui, scrutando il suo viso in cerca di segni di miglioramento nel suo umore e per provare una sua teoria.
«Io sono molto più vecchio di te.» la prese in giro Ren, sorridendo adesso che Vincent era rimasto da solo.
«Hai fatto bloccare lo scaldabagno mentre ero sotto la doccia.» ribatté Lacey scherzosamente, adesso aveva la prova che la sua vicinanza era come un calmante per lui. «Quindi mentalmente sei molto più piccolo di me.».
«Che ne dici di andare a conoscere Chad?» chiese Storm a Vincent, cercando di distrarlo e di tenerlo fuori dai guai. Lacey stava imparando in fretta come placare il lato oscuro di Ren, mentre Vincent era molto più lento di comprendonio.
«È prudente lasciarli da soli?» sussurrò Vincent, poi alzò la voce per attirare la loro attenzione e aggiunse: «Comunque... sono abbastanza sicuro di essere più vecchio di entrambi, perciò siete in castigo... anche se Lacey potrebbe cavarsela con una sculacciata, se accetta di fare la brava.». Le rivolse un sorretto provocatorio quando lei si voltò a guardarlo con gli occhi spalancati.
Storm allungò subito una mano e teletrasportò Vincent lontano dal pericolo, cercando di memorizzare l’espressione sul viso di Ren. Magari sarebbe tornato indietro nel tempo con una fotocamera, già che c’era.
Vedendo uno strano lampo di luce balenargli davanti agli occhi, Ren sbatté le palpebre. Invece dell’idiota a cui mirava, si ritrovò ad afferrare il nulla e vide un pezzo di carta che svolazzava in aria. Lo afferrò con un ringhio frustrato.
«Che cos’è?» gli chiese Lacey, sollevata che Storm fosse scomparso di nuovo con Vincent. Almeno lui l’avrebbe tenuto al sicuro... e in vita.
«A quanto pare, il tuo ex partner se ne starà fuori dai piedi per tutto il giorno.» disse Ren, poi si accigliò quando il messaggio svanì all’improvviso e fu sostituito da una foto istantanea del proprio viso distorto dalla rabbia. Ha-ha. Storm era proprio simpatico, ultimamente. Sorrise quando l’istantanea si trasformò in polvere e gli scivolò tra le dita.
Poi si voltò per guardare Lacey e notò il suo sguardo divertito. Stava ancora guardando la mano con cui lui teneva la foto.
«Ti sei divertita, eh?» le chiese con un sopracciglio alzato. Lei gli rendeva difficile rimanere arrabbiato. Il modo in cui annuì era troppo carino.
Capitolo 3
«Ho bisogno di togliermi questi vestiti.» disse Lacey, guardando l’abito da sera che aveva ancora addosso. Era bellissimo appena indossato ma adesso, dopo la terribile notte che aveva passato, era sporco e strappato nei punti in cui era stata trafitta da quei fili demoniaci.
Un’ondata di desiderio sessuale la assalì duramente e Lacey alzò subito lo sguardo verso Ren, che era impassibile. Proveniva da lei... o da lui? Non aveva pensato al sesso quando aveva parlato di togliersi i vestiti, ma adesso sì che ci stava pensando.
«E ovviamente è d’obbligo un’altra doccia gelata.» aggiunse, portandosi una mano allo stomaco. Non era mai stata timida quando si trattava di parlare di sesso e non avrebbe certo iniziato adesso. «È tuo il desiderio sessuale che sento?».
Ren aveva praticamente smesso di respirare immaginando di spogliarla con un solo movimento fluido, per poi farla sedere nuda sulla scrivania. Rimase sorpreso per quella domanda schietta. La sua risposta fu un “Sì” chiaro e forte. Lacey sapeva esattamente cosa stavano facendo Nick e Gypsy al piano di sotto, ma Ren non immaginava che lei sarebbe stata in grado di sentire anche le sue emozioni e i suoi desideri.
Sperava che avesse assorbito solo una piccola parte del suo potere, altrimenti non sarebbe durata a lungo nel castello. Si appuntò mentalmente di chiedere a Guy se poteva creare una sorta di incantesimo per smorzare le sue nuove abilità ma, per ora, si sarebbe limitato a dirle la verità.
«Questo castello è pieno di esseri paranormali con emozioni intense.» le disse, cercando di mantenere il controllo. Sentire la sua eccitazione non gli era di aiuto, in quel momento, e stava avendo un effetto boomerang su entrambi. «I paranormali provano emozioni come gli umani. La differenza è che le sentono molto più di quanto un umano potrebbe sentirle... e tu adesso stai percependo questo sovraccarico.».
Si avviò verso di lei, sentendosi come un predatore che insegue la propria preda. Un sorrisetto compiaciuto gli apparve sul viso quando lei indietreggiò finendo contro la scrivania, proprio dove lui aveva immaginato di farla sedere.
«La loro rabbia potrebbe scatenare una furia omicida in un essere umano... e il loro modo di amare potrebbe essere definito come un’ossessione pericolosa.». Si sporse in avanti all’improvviso, poggiando le mani sulla scrivania per intrappolare Lacey tra le proprie braccia. Poi le avvicinò le labbra all’orecchio. «E la loro lussuria è così forte che brucia.».
Lacey chiuse gli occhi mentre sentiva il suo respiro sul collo. Ren aveva ragione, lei si sentiva in fiamme. Dischiuse le labbra mentre il respiro accelerava. «Il loro corpo dev’essere ipersensibile al tatto, perché il tuo respiro sul collo sembra troppo bello per essere normale.».
Un ringhio fu l’unica risposta che ottenne ma era così sensuale che Lacey ne interpretò il significato. Ren era così vicino... eppure non