“Quindi è libero adesso?”
“Già, e credo che sia in gran parte grazie a quello che ho scoperto sulla morte di mia madre negli ultimi mesi.”
A Moulton ci volle un attimo per decidere cosa dire, così prese qualche sorso di birra per guadagnare tempo, poi disse la cosa migliore che aveva da offrirle.
“Stai bene?”
“Credo di sì. È solo che non me l’aspettavo.”
“Chloe, non dovevamo uscire per forza, stasera. Avrei capito se mi avessi chiamato per annullare l’appuntamento.”
“Stavo per farlo, poi però non mi sembrava il caso di dargli il controllo anche su questa parte della mia vita.”
Moulton annuì, poi entrambi presero il silenzio che seguì come il momento giusto per guardare il menù. Restarono in silenzio finché non furono raggiunti dalla stessa cameriera di prima. Una volta fatte le ordinazioni, Moulton si sporse leggermente sul tavolo e le chiese: “Ti va di parlarne, o preferisci lasciar perdere?”
“Sai, credo che per ora preferisco lasciar perdere. Però non ti stupire se stasera sarò un po’ distratta.”
Lui sorrise e si alzò dalla sedia. “Ma certo. Però lascia che provi qualcosa, se posso.”
“Ma che...?”
Moulton face un passo verso di lei, si chinò e la baciò. Inizialmente Chloe si era ritratta, non essendo sicura di cosa stesse facendo. Ma quando capì, lasciò che accadesse. Non solo, ricambiò il bacio. Fu dolce ma con abbastanza senso di urgenza da farle capire che probabilmente ci pensava almeno da quanto lei.
Prima che la situazione si facesse imbarazzante, Moulton interruppe il bacio; del resto si trovavano in un ristorante circondati da altre persone, e a Chloe non erano mai piaciute le manifestazioni d’affetto pubbliche.
“Non che mi lamenti” disse Chloe “ma perché l’hai fatto?”
“Per due motivi. Uno, volevo essere coraggioso... il che raramente mi riesce con le donne. Due, volevo offrirti un’altra distrazione... nella speranza che possa compensare quella di tuo padre.”
Con la testa che le girava leggermente e il corpo irradiato di calore, Chloe sospirò. “Sì, credo proprio che abbia funzionato.”
“Bene. Tra l’altro, ci siamo anche liberati del dilemma se baciarci o no alla fine dell’appuntamento.”
“Oh, dopo questo sarà meglio di sì” disse Chloe.
Proprio come Moulton aveva sperato, i pensieri sull’apparizione improvvisa di suo padre ora sembravano molto lontani.
***
La cena andò molto meglio di quello che aveva sperato. Dopo aver parlato del ritorno di suo padre e dopo l’inaspettato bacio di Moulton, tutto filò liscio. Chiacchierarono dei pro e dei contro di lavorare al Bureau, di musica, di libri, di storie e persone conosciute durante l’accademia, dei loro hobby e interessi. Le sembrò naturale in un modo che non si era aspettata.
La cosa triste era che le fece desiderare aver mollato Steven molto prima. Se era questo che si era persa quando aveva rinunciato a uscire con altri uomini restando con lui, si era persa molto.
Avevano terminato di mangiare, ma restarono per bere ancora qualcosa. Un’altra occasione in cui Moulton dimostrò le sue attenzioni per lei fu il fatto che lui si fermò a due drink, mentre Chloe prese anche il terzo. Le chiese anche se preferisse prendere un taxi, se si sentiva a disagio a farsi riaccompagnare da lui.
Alla fine la accompagnò fino al suo appartamento, accostando lungo la strada intorno alle dieci. Chloe non era ubriaca, soltanto piacevolmente su di giri, abbastanza da pensare a cose che altrimenti non avrebbe pensato.
“È stata proprio una bella serata” disse Moulton. “Vorrei rifarla molto presto, se non pensi che possa interferire con il lavoro.”
“Anch’io sono stata bene. Grazie per avermelo finalmente chiesto.”
“Grazie per aver accettato.”
Poiché non si riteneva affatto un’esperta di seduzione, invece di rispondere Chloe si avvicinò e lo baciò. Come nel ristorante, il bacio all’inizio fu lento, poi però si intensificò. La mano di lui fu all’improvviso sulla sua guancia, per poi scivolarle sulla nuca per attirarla ancora più vicina. Il bracciolo del sedile li separava, così Chloe si inclinò fino a riuscire a toccargli il petto.
Non capì per quanto tempo si baciarono. Era tutto lento e selvaggiamente romantico. Quando alla fine si separarono, Chloe era un po’ a corto di fiato.
“Allora, abbiamo già parlato del fatto che non sono abituata ad avere appuntamenti” disse Chloe. “Perciò, se sbaglio la prossima parte, perdonami.”
“Quale parte?”
Chloe esitò un momento, ma i tre drink le diedero la spinta per proseguire. “Voglio invitarti a salire in casa. Potrei dire che è per un caffè o per bere qualcosa, ma sarebbe una bugia.”
Moulton parve sinceramente stupito. Chloe si domandò se l’avesse fraintesa. “Sei sicura?” le chiese.
“Non è suonato affatto bene” disse Chloe in imbarazzo. “Quello che intendevo dire era... che vorrei continuare, ma senza questo bracciolo tra noi. Non intendevo... non voglio venire a letto con te.”
Persino nella fioca luce dell’abitacolo, lo vide arrossire a quel commento. “Tranquilla, non mi aspettavo niente del genere.”
Chloe annuì, a sua volta in imbarazzo. “Allora... vuoi salire?”
“Sì, decisamente sì.”
Detto ciò, la baciò di nuovo, stavolta in modo un po’ più giocoso, rifilando una gomitata al bracciolo.
Chloe si staccò da lui e aprì la portiera. Mentre raggiungevano la sua palazzina, pensò che non ricordava l’ultima volta che si era sentita così... così leggera.
Leggera, pensò con un sorriso. Era così che Danielle una volta aveva descritto la sensazione che si prova immediatamente dopo un orgasmo. Il ricordo la fece improvvisamente avvampare, mentre prendeva la mano di Moulton ed entrava nell’edificio.
Salirono in ascensore e, una volta che le porte furono chiuse, Chloe sorprese se stessa premendo Moulton contro la parete e baciandolo. Adesso che riusciva a muovere liberamente le mani, lo afferrò per la vita attirandolo a sé. Questo bacio fu un po’ più appassionato, e lasciava intendere che quello che Chloe avrebbe voluto fargli era molto di più.
Lui era altrettanto preso. Posandole le mani sulla schiena, la strinse di più a sé e quando i loro corpi si incontrarono, a Chloe sfuggì un minuscolo gemito. Fu leggermente imbarazzante.
L’ascensore si fermò e Chloe si staccò da lui. Poteva soltanto immaginare l’espressione che avrebbero fatto i suoi condomini se l’avessero sorpresa a pomiciare in ascensore. Notò con sollievo che anche Moulton pareva un po’ intontito e affannato.
Gli fece strada lungo il corridoio fino al suo appartamento, che era quattro porte più avanti. In quel momento le venne in mente che, a parte Danielle, Moulton era la prima persona a vedere casa sua.
Peccato che non abbia intenzione di perdere tempo facendogli fare un tour, pensò.
Anche quel pensiero la mise in imbarazzo. Non le era mai capitato di provare un tale bisogno fisico per un uomo. Dopo un po’, il sesso con Steven era diventato quasi una routine, una cosa scontata. E ad essere sinceri, non succedeva di frequente che ne rimanesse appagata. Un altro motivo per cui non aveva mai un gran desiderio di intimità con lui.
Chloe aprì la serratura ed entrarono. Accese le luci della cucina e appese la borsa allo schienale di una delle sedie.
“Da