l’Arrivo . Морган Райс. Читать онлайн. Newlib. NEWLIB.NET

Автор: Морган Райс
Издательство: Lukeman Literary Management Ltd
Серия: Le Cronache dell’invasione
Жанр произведения: Героическая фантастика
Год издания: 0
isbn: 9781640295025
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corsa per sfuggire alla gente controllata dagli alieni. Si guardò attorno tra gli alberi, tentando di scorgere movimento, cercando ogni segno di gente controllata. Non solo quelli che erano inciampati giù per il pendio, perché di certo ce n’erano degli altri. Sembravano sempre essercene degli altri.

      “Non funziona,” disse Luna.

      “Non funzionerà di certo,” disse Chloe. “’L’avete inondata.”

      “Come se tu ne sapessi qualcosa,” ribatté Luna.

      Dava la sensazione di un incombente litigio che sarebbe stato troppo lungo e troppo forte, e che li avrebbe comunque lasciati là dentro seduti quando fossero arrivate altre persone controllate dagli alieni. A Kevin già sembrava di sentire dei fruscii tra gli alberi.

      “Dobbiamo andare,” disse. Gli parve di vedere delle forme dietro ai tronchi più vicini. “Dobbiamo andare adesso.”

      Uscì ancora dall’auto e le altre lo seguirono con ovvia riluttanza. Almeno lo seguirono, scivolando tra gli alberi giusto in tempo mentre Kevin si guardava alle spalle e vedeva altri escursionisti e soldati, guardaboschi e famiglie che si avvicinavano all’auto in gruppo, coordinati e silenziosi. Alcuni di loro si guardarono in giro, sembrarono quasi annusare l’aria. Kevin si affrettò ad allontanarsi il più rapidamente possibile.

      “La macchina non li distrarrà a lungo,” disse. “Dobbiamo pensare a qualcos’altro.”

      “Ci sono un sacco di auto nel parcheggio,” disse Chloe.

      Luna sbuffò. “Di cui non abbiamo le chiavi.”

      “Non serve la chiave. È quello che stavo facendo, fino a che non si sono messi a inseguirmi.” Aveva ancora l’espressione di voler iniziare una discussione, ma in quel momento, se fossero tutti riusciti a uscire da lì, Kevin avrebbe anche potuto sopportarlo.

      “Dobbiamo stare in silenzio,” disse Kevin, e le due ragazze lo guardarono come se avesse appena detto la cosa più ovvia al mondo. Avanzarono tutti di soppiatto, facendosi strada verso la cima della montagna in direzione del parcheggio per i visitatori. Per il momento sembrava non esserci nessuno.

      “Potresti comunque levarti quella stupida maschera,” disse Chloe a Luna. “Ti ho detto che qualsiasi cosa abbiano messo nell’aria ora non c’è più. O hai paura?”

      L’ultima affermazione fu sufficiente a toccare Luna sul vivo. Con decisione prese la maschera e se la levò, appendendosela alla cintura.

      “Non ho paura,” disse. “Solo non sono stupida.”

      “Dobbiamo trovare una macchina,” disse Kevin interrompendole prima che potessero litigare di nuovo.

      Ce n’erano un sacco tra cui scegliere, abbandonate dove la gente che stava visitando la montagna le aveva lasciate. C’erano SUV e furgoncini, auto moderne e più vecchie, di tutti i colori e…

      “Quella,” disse Chloe indicando un pick-up che sembrava così malmesso che Kevin rimase stupito che ancora stesse in piedi. La vernice era scrostata e c’erano intere macchie di ruggine. “Quello posso farlo partire.”

      Lo raggiunsero e videro che uno dei finestrini era leggermente aperto. Chloe lo tirò più in basso e allungò un braccio per aprire la portiera dall’interno.

      “Non ti preoccupa il fatto che sappia fare tutte queste cose?” chiese Luna a Kevin.

      Chloe la guardò da dietro la spalla. “Non tutti abbiamo delle belle vite perfette, cara la mia cheerleader.”

      Kevin fu quasi contento di vedere un gruppo di persone controllate che avanzavano lentamente, ovviamente intenti a cercarli.

      “Veloci,” disse. “A bordo!”

      Entrarono e tennero le teste basse. Chloe era sul sedile del conducente e lavorava a qualcosa con l’accensione. Sembrava metterci un sacco di tempo.

      “Mi pareva avessi detto che potevi farlo,” sussurrò Luna.

      “Mi piacerebbe vedere te che ci provi,” ribatté Chloe.

      “Basta che ci porti alla NASA,” disse Luna.

      Chloe scosse la testa. “Andiamo a LA.”

      “San Francisco,” insistette Luna.

      “LA,” ribatté Chloe.

      Kevin sapeva di dover intervenire, perché altrimenti sarebbero probabilmente state ancora lì a discutere quando la gente controllata li avesse trovati e catturati.

      “Ti prego, Chloe, dobbiamo sentire questo messaggio. E… beh, se non funziona, allora magari potremmo andare a LA. Insieme.”

      Chloe rimase in silenzio per un minuto. Kevin osò dare un’occhiata oltre il cruscotto. Sperava che prendesse presto una decisione, perché un gruppo di persone controllate si stava avvicinando.

      “Direi che mi hai praticamente salvato la vita laggiù,” disse Chloe. “Ok.”

      Continuò a lavorare a ciò che stava facendo con l’accensione. Il motore fece un sussulto. Kevin sollevò lo sguardo e vide che la gente controllata dagli alieni ora li stava fissando, guardandoli con l’intensità di un gatto che ha appena scorto un topo.

      “Ehm… Chloe?”

      Iniziarono ad avanzare verso di loro.

      “Puoi farlo o no?” disse Luna.

      Chloe non rispose, continuando a lavorare a ciò che stava facendo. Il motore sussultò ancora, poi emise un rombo accendendosi definitivamente. Chloe sollevò lo sguardo trionfante.

      “Visto! Vi avevo detto che…”

      Si fermò di colpo quando una figura andò a sbattere contro il furgoncino nel tentativo di prenderli.

      “Andiamocene da qui,” disse Kevin, e Chloe annuì.

      Il furgoncino scattò in avanti mentre lei guidava, apparentemente non curandosi di andare a sbattere contro la gente controllata. Schivarono un’auto e un soldato si lanciò mettendosi davanti alla loro traiettoria. Chloe non rallentò neanche per un momento, e lo schianto quando lo colpirono fu orribile. L’uomo rimbalzò sul cofano e rotolò rimettendosi in piedi, ma a quel punto loro erano ormai lontani.

      O più o meno lontani. Non potevano andare tanto più veloci di così sulla strada di montagna, soprattutto con il rischio delle auto abbandonate lungo la via, lasciate ovunque dalle persone che erano state lì quando il vapore le aveva convertite. Chloe stava zigzagando tra esse con destrezza, ma avanzavano comunque tanto lentamente che la gente controllata che li stava inseguendo di corsa stava guadagnando terreno.

      “Non si arrenderanno,” disse Luna dandosi un’occhiata alle spalle.

      “Non si stancano, non si fermano,” disse Chloe, e qualcosa nel modo in cui lo disse fece capire che lo aveva imparato di persona. “Tenetevi forte.”

      Kevin si aggrappò al cruscotto mentre acceleravano e il furgoncino slittava pericolosamente mentre schivavano gli ostacoli che avevano davanti. Kevin era certo che sarebbero andati a sbattere da un momento all’altro, ma in qualche modo, incredibilmente, non accadde. Chloe ruotava il volante da una parte all’altra, e il furgoncino rispondeva con prontezza.

      Scivolarono vicini al ciglio della strada, e Kevin non aveva idea di cosa potesse essere peggio: schiantarsi o essere catturati. Chloe sembrava aver deciso, però, perché non rallentò. Scesero a tutta velocità dalla montagna, e ora Kevin poteva vedere la gente controllata che era sempre più lontana.

      “Ce l’abbiamo fatta,” disse. “Siamo sopravvissuti.”

      Luna lo abbracciò. Davanti a sé Kevin poté vedere il volto di Chloe mentre l’amica lo stringeva.

      “Ora tutto quello che dobbiamo fare,” disse Luna, “è arrivare in città, entrare nell’istituto da cui siamo a malapena usciti e trovare un messaggio da parte di un secondo gruppo di alieni senza essere catturati dai