“Sono trascorse centinaia di anni,” lui disse. “Sono piacevolmente sorpreso di vedere che è ancora qui, che non è stato danneggiato—che è persino ancora sigillato. C'era una chiave…”
Si avvicinò, tastando al di sopra del telaio, e sentì la fessura dietro l'arco in pietra. Fece scorrere le dita su e giù, e infine si fermò, estraendo una lunga chiave d'argento.
La introdusse senza difficoltà nella serratura. La girò con un clic.
Si voltò e le sorrise, entrando all'interno dell'edificio. “Fai tu gli onori,” le disse.
Caitlin spinse la pesante porta medievale e questa si aprì lentamente, cigolando; sale incrostato cadde a blocchi.
Entrarono insieme. L'ingresso era buio e ricoperto di ragnatele. L'aria era stantia e malsana; sembrava che nessuno ci entrasse da secoli. Lei guardò in alto, in direzione delle alte pareti in pietra ad arco, e poi abbassò gli occhi sul pavimento in pietra. C'erano strati di polvere ovunque, incluse le vetrate, che limitavano molto l'ingresso della luce, facendo sembrare il tutto più buio di quanto in realtà fosse.
“Da questa parte,” Caleb disse.
Lui le prese la mano e la condusse lungo un corridoio stretto, che portava ad una grande sala, con alte finestre ad arco su entrambi i lati. Era molto più illuminato lì, persino con la polvere. C'erano anche dei mobili lì: un lungo tavolo medievale in quercia, circondato da elaborate sedie in legno. Al suo centro, c'era un'enorme cornice del camino, uno dei più grossi camini che Caitlin avesse mai visto. Era incredibile. A Caitlin sembrò di essere finita di nuovo nei Chiostri.
“Fu costruito nel secolo XII,” lui disse, guardandosi intorno. “Allora, questo era lo stile.”
“Vivevi qui?” Caitlin chiese.
Lui annuì.
“Per quanto tempo?”
Lui pensò. “Non più di un secolo,” le rispose. “Forse due.”
Caitlin si meravigliò, ancora una volta, al pensiero di quanto valesse il tempo nel mondo dei vampiri.
Improvvisamente, però, lei si preoccupò, per qualcos'altro: aveva vissuto lì con un'altra donna?
Ebbe paura di chiedere.
Lui improvvisamente si voltò e la guardò.
“No, non l'ho fatto,” lui disse. “Ci vivevo da solo. Te lo assicuro. Tu sei la prima donna che porto.”
Caitlin si sentì sollevata, e al contempo imbarazzata perché lui le aveva letto la mente.
“Vieni,” le disse. “Da questa parte.”
La condusse ad una scalinata in pietra a chiocciola, e girarono e rigirarono, per poi arrivare al secondo piano. Quest'ultimo era molto più luminoso, con grandi finestre ad arco che si affacciavano su ogni direzione, consentendo alla luce del sole di filtrare, riflettendo il mare distante. Le stanze lì erano più piccole, più intime. C'erano degli altri camini in marmo, e appena Caitlin girò di stanza in stanza, vide un enorme letto a baldacchino che ne dominava una. Chaise longue e sedie dalla tappezzeria di velluto, erano sparse in tutte le altre stanze, Non c'erano tappeti, ma soltanto un semplice pavimento in pietra. Era molto spoglio. Ma bello.
Lui la guidò attraverso la stanza, per poi superare delle enormi porte in vetro. Erano coperte di così tanta polvere, che lei non si era nemmeno accorta che fossero lì. Lui si avvicinò, mosse con forza la maniglia, e, alla fine, con un colpo ed una nuvola di polvere, si aprirono.
Uscirono all'esterno, su un'enorme terrazza di pietra, incorniciata da un parapetto in pietra scolpita. Insieme, si affacciarono.
Da lì, potevano godere di un'imponente vista dell'intera campagna, dell'oceano. Caitlin sentiva le onde frangersi sulla battigia e l'odore del mare, di cui la fresca brezza era impregnata. Si sentì come in paradiso.
Se Caitlin avesse mai immaginato una casa dei sogni, allora era senz'altro quella. Era polverosa, e aveva bisogno di un tocco femminile, ma Caitlin sapeva che avrebbero potuto sistemarla, riportandola al proprio stadio originario. Lei sentiva che questo era davvero il luogo che avrebbe potuto chiamare casa insieme.
“Stavo pensando a quello che hai detto,” lui disse, “l'intero viaggio fin qui. Costruire una vita insieme. Lo vorrei tantissimo.”
Mise un braccio intorno a lei.
“Vororei che tu vivessi qui con me. Poter ricominciare la nostra vita. Proprio qui. Questo posto è tranquillo e sicuro, e protetto. Nessuno conosce questo posto. Nessuno ci troverà mai qui. Non vedo alcuna ragione, per cui non possiamo vivere la nostra vita al sicuro, come persone normali,” lui disse. “Naturalmente, avrò bisogno di fare un po' di lavoro per migliorarla. Ma io ci sto, se anche tu ci stai.”
Lui si voltò e le sorrise.
Lei rispose al suo sorriso. Non era mai stata così in gioco nella sua vita.
Più di questo, era profondamente toccata dal fatto che lui l'avesse invitata a vivere con lui. Nulla contava di più per lei. La verità era, che avrebbe dovuto vivere con lui, in ogni caso, anche se fosse stato solo un capanno nella foresta.
“Mi piacerebbe da morire,” lei rispose. “Voglio solo stare con te.”
Il cuore le batteva fortissimo, mentre si baciavano, il suono delle onde in sottofondo, la brezza dell'oceano sopra di loro.
Finalmente, ogni cosa era di nuovo perfetta, nel mondo di Caitlin.
*
Caitlin non era mai stata così felice, mentre vagava nella casa, passando di stanza in stanza, con una salvietta per lavarsi. Caleb era uscito a caccia, eccitato di portare loro la cena. Lei era elettrizzata, perché questo le dava del tempo da sola, di camminare nella casa, di assimilare tutto, da sola, e di guardarla con un occhio femminile, per rendersi conto di come metterla a posto, rendendola una vera casa per loro due.
Entrò nelle stanze, aprendo le finestre, lasciando entrare l'aria dell'oceano. Trovò un secchio ed uno straccio, e si recò al ruscello che vide scorrere nel cortile posteriore, e tornò con un secchio traboccante di acqua. Poi, immerse lo straccio nel ruscello, fino a quando non divenne più pulito possibile. Trovò una grossa cassa su cui appoggiarsi, e appena aprì ogni singola enorme finestra medievale, salì sopra la cassa, e pulì ogni vetro. C'erano poche finestre che erano semplicemente troppo in alto per lei, e, per queste, mise in moto le sue ali, fluttuando nell'aria, e volteggiando davanti alle finestre, lavandole.
Fu stupita dell'immediata differenza che fece. Dal buio alla luce, il passaggio cambiò completamente la stanza. Dovevano esserci centinaia di anni di sporco incrostato e sale su entrambi i lati del vetro. Infatti, persino aprire soltanto ogni singola finestra era una vera impresa, e le occorse tutta la sua forza per liberarla da sporcizia e detriti.
Caitlin guardò attentamente e restò colpita dall'abilità artistica in cui ogni ogni finestra era stata realizzata. Ogni vetro era spesso diversi centimetri, ed era realizzato in uno dei modi più belli che avesse mai visto. Alcuni dei vetri erano macchiati, altri no, ed altri ancora avevano la più leggera tinta di colore. Appena lei ripuliva i vetri, poteva quasi percepire la gratitudine della casa, mentre lentamente, centimetro per centimetro, tornava alla vita.
Caitlin finalmente terminò, e controllò la stanza di nuovo. Si scioccò. Quella che prima era una stanza buia e poco invitante, ora era diventata una stanza incredibilmente piena di luce, con una vista sull'oceano.
Caitlin passò poi ai pavimenti; inginocchiata a terra, prese a strofinarli centimetro per centimetro. Guardava con soddisfazione mentre lo sporco venivano via, e le belle ed enormi pietre cominciavano a splendere.
Poi, si rivolse all'enorme mensola sopra il camino, togliendo anni di polvere. Poi, passò all'enorme