“Crediamo di no. Abbiamo trovato la sua borsetta proprio qui accanto a lei, e aveva ancora documenti identificativi e denaro, e tutte le carte di credito. Oh, e un cellulare.”
Riley studiò il corpo, provando ad immaginare quanto il killer avesse voluto far assumere alla vittima quella posizione. Talvolta, riusciva a percepire un forte, persino inspiegabile sensazione del killer, semplicemente sintonizzandosi con ciò che circondava la scena del crimine. Talvolta, sembrava quasi che riuscisse a penetrare nei suoi pensieri, conoscendo le sue intenzioni, mentre commetteva l’omicidio.
Ma non in quel momento.
Qui le cose erano troppo confuse, con tutte queste persone lì intorno.
Lei disse: “Deve averla soggiogata in qualche modo, prima di legarla così. E che mi dice dell’altro cadavere, la vittima che è stata uccisa prima? Il coroner locale ha trovato delle droghe nell’organismo?”
“C’era del flunitrazepam nel sangue” rispose il coroner Hammond.
Riley dette un’occhiata ai suoi colleghi. Sapeva che cosa fosse il flunitrazepam, e sapeva che lo stesso valeva per Jenn e Bill. Il suo nome comune era Rohypnol, ed era comunemente nota come la droga dello stupro o come “roofies.” Era illegale, ma anche facile da comprare per le strade.
E certamente avrebbe soggiogato la vittima, rendendola inoffensiva ma forse non pienamente cosciente. Riley sapeva che il flunitrazepam aveva un effetto amnesico, una volta entrato in circolo. Lei rabbrividì nel comprendere …
Potrebbe avere cessato l’effetto proprio qui, prima che lei morisse.
In tal caso, la povera donna non avrebbe avuto idea del come o del perché una cosa terribile le fosse accaduta.
Bill si grattò il mento, mentre guardava il corpo.
Lui disse: “Dunque, forse è cominciato tutto come un incontro con stupro, con il killer che le ha sciolto la droga nel drink in un bar o forse ad una festa.”
Il coroner scosse la testa.
“Apparentemente no” l’uomo chiarì. “Non c’era traccia di droga nello stomaco dell’altra vittima. Deve averle fatto un’iniezione.”
Jenn disse: “Che strano.”
Il Vice Capo Toro Cullen guardò Jenn con interesse.
“Perché?” l’uomo chiese.
Jenn alzò leggermente le spalle.
La giovane disse: “E’ un po’ difficile da immaginare, tutto qua. Il flunitrazepam non fa effetto immediato, a prescindere da come viene rilasciato nell’organismo. La vittima ignara forse beve per un po’ con il suo futuro aggressore, e comincia a sentirsi frastornata senza saperne il motivo, e, piuttosto in fretta, diventa indifesa. Ma se il nostro killer l’ha colpita con un ago, ha immediatamente saputo di essere nei guai, e rimanevano alcuni minuti prima che la droga facesse effetto. Non sembra … molto efficiente.”
Cullen sorrise a Jenn, un po’ flirtando, agli occhi di Riley.
“Ha senso per me” replicò. “Lasciate che ve lo dimostri.”
Si spostò alle spalle di Jenn, che era molto più bassa di lui. Mosse il braccio verso il collo della donna e Jenn indietreggiò.
“Ehi, che cosa sta facendo?” Jenn.
“Una semplice dimostrazione. Tranquilla, non le farò del male.”
Jenn lo derise e mantenne le distanze da lui.
“Col cavolo” lei esclamò. “E sono piuttosto sicura di sapere che cos’ha in mente. Sta pensando che il killer in qualche modo l’ha soffocata.”
“Esatto” Cullen disse, continuando a sorridere. “Specificatamente, un soffocamento cosiddetto del sangue.”
L’uomo piegò il braccio per illustrare le sue parole.
“Il killer l’ha avvicinata in modo inaspettato da dietro, poi ha chiuso il braccio intorno alla parte anteriore del collo. La vittima respirava ancora, ma la carotide si è chiusa completamente, impedendo il flusso del sangue al cervello. La vittima pertanto, ha perso conoscenza nell’arco di pochi secondi. Poi, è stato facile per il killer, somministrarle un’iniezione per renderla innocua per un periodo più lungo.”
Riley percepì facilmente l’attrito tra Cullen e Jenn. L’uomo era ovviamente un classico “manipolatore”, il cui atteggiamento verso Jenn era altezzoso e provocante al contempo.
Chiaramente, a Jenn non piaceva neanche un po’, e Riley condivideva. L’uomo era superficiale, palesemente incapace di tenere un comportamento appropriato, quando si trattava di avere a che fare con una collega, ed ancora più disastroso nel modo di comportarsi sulla scena di un crimine.
Eppure, Riley doveva ammettere che la teoria di Cullen era solida.
Poteva essere odioso, ma non era stupido.
In effetti, poteva essere una persona molto utile con cui collaborare.
O meglio, se si riesce a sopportare di stargli vicino, Riley pensò.
Cullen scese percorse i binari in discesa, e indicò uno spazio che era stato delimitato dal nastro della polizia.
Disse: “Abbiamo delle tracce di pneumatici, che indicano la direzione da cui è arrivato, dopo aver lasciato la strada principale all’incrocio. Sono grossi pneumatici, ovviamente appartenenti ad un veicolo fuoristrada. Ci sono anche delle impronte.”
Riley disse: “Chieda ai suoi uomini di scattare delle foto. Le manderemo a Quantico, e i nostri tecnici le analizzeranno tramite il nostro database.”
Cullen restò con le braccia sui fianchi per un momento, a osservare la scena, con quello che agli occhi di Riley sembrò quasi un senso di soddisfazione.
L’uomo disse: “Devo dire, che questa è una nuova esperienza per me e i miei uomini. Siamo abituati a indagare su furti di carico, vandalismo, collisioni e cose simili. Gli omicidi sono rari. E una cosa simile, beh, non abbiamo mai visto una cosa del genere prima. Naturalmente, immagino che non sia nulla di così speciale per voi dell’FBI. Ci siete abituati.”
Cullen non ottenne alcuna risposta, e divenne silenzioso per un momento. Poi, guardò Riley ed i colleghi e disse: “Beh, non voglio sottrarvi troppo tempo prezioso. Dateci soltanto un profilo, e la mia squadra si occuperà del resto. Potete tornare a casa oggi stesso, a meno che non vogliate davvero restare per la notte.”
Riley, Bill e Jenn si scambiarono un’occhiata con sorpresa.
Pensava seriamente che potessero chiudere il loro lavoro così in fretta?
“Non credo di capire che cosa intende” Riley rispose.
Cullen alzò le spalle e disse: “Sono sicuro che ormai abbiate i dati necessari per ricostruire un profilo. E’ per questo che siete qui, dopotutto. Che cosa potete dirmi?”
Riley esitò per un istante.
Poi, la donna disse: “Possiamo darle alcune informazioni generiche. Statisticamente, molti degli assassini, che lasciano il corpo sulla scena del delitto, hanno dei precedenti. Oltre la metà di essi ha un’età compresa tra i quindici e trentasette, e oltre metà sono afroamericani, impiegati almeno part time, e hanno almeno un’educazione di scuola superiore. Alcuni assassini che corrispondono a tale descrizione hanno precedenti problemi psichiatrici, e alcuni invece, sono stati nell’esercito. Ma …”
Riley esitò.
“Ma cosa?” Cullen chiese.
“Provi a capire, nessuna di queste è un’informazione utile, almeno non a questo punto. Ci sono sempre le eccezioni. E il nostro killer sta iniziando proprio a diventarlo. Per esempio, il tipo di killer di cui stiamo parlando in genere ha un movente di tipo sessuale. Ma questo non sembra affatto il caso. Immagino che non sia il tipico killer in molti modi. Abbiamo ancora tanto