La Clessidra del Killer . Блейк Пирс. Читать онлайн. Newlib. NEWLIB.NET

Автор: Блейк Пирс
Издательство: Lukeman Literary Management Ltd
Серия: Un Mistero di Riley Paige
Жанр произведения: Современные детективы
Год издания: 0
isbn: 9781640293533
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raccolti finora sul caso. L’uomo ascoltò con uno sguardo di profondo interesse.

      Infine, Bill si rivolse al coroner: “Credo che possiate portare via il corpo adesso. Sempre che vada BENE all’Agente Paige.”

      “Per me va bene” Riley acconsentì. Era felice che Bill sembrasse essere tornato quello di una volta, pronto ad esercitare una sorta di autorità.

      Quando il coroner cominciò ad estrarre il cadavere dalla fossa, Bill scrutò l’area per un istante.

      Chiese a Riley: “Hai controllato il sito dell’omicidio precedente?”

      “Non ancora” rispose.

      “Allora dovremmo farlo” commentò.

      Riley disse al Capo Belt: “Andiamo a dare un’occhiata all’altra scena del crimine.”

      Il capo acconsentì. “Si trova a circa tre chilometri all’interno della riserva naturale” spiegò.

      Tutti riuscirono a farsi largo tra i giornalisti, ancora una volta senza commentare.

      Riley, Bill e Jenn entrarono nel SUV dell’FBI, e il Capo Belt e il coroner presero un’altra auto. Il capo li guidò lontano dalla spiaggia, lungo una strada sabbiosa all’interno di un’area boschiva. Quando la strada terminò, parcheggiarono i loro veicoli. Riley e i colleghi seguirono i due ufficiali a piedi, lungo un sentiero che conduceva tra gli alberi.

      Il capo fece stare il gruppo su un lato del sentiero, indicando alcune nitide impronte sul suolo duro.

      “Scarpe da tennis ordinarie” Bill commentò.

      Riley annuì. Vide che quelle impronte conducevano in entrambe le direzioni. Ma era certa che non avrebbero fornito molte informazioni, tranne che la misura di scarpe del killer.

      Ad ogni modo, delle tracce interessanti erano mescolate alle impronte. Due linee traballanti erano scavate nel suolo.

      “Che cosa ne pensi di queste linee?” Riley chiese a Bill.

      “Tracce di una carriola, che è andata e tornata” il partner rispose. Poi, guardò oltre la propria spalla, in direzione della strada, per poi aggiungere: “Immagino che il killer abbia parcheggiato dove l’abbiamo fatto noi ora, e abbia portato con sé i suoi strumenti, lungo questo sentiero.”

      “È quello che abbiamo pensato anche noi” Belt concordò. “E poi, se n’è andato di nuovo da questa parte.”

      Presto raggiunsero un punto, in cui il sentiero ne incrociava uno più stretto. Nel bel mezzo del sentiero più piccolo, c’era un buco lungo e profondo. Era circa della larghezza del sentiero stesso.

      Il Capo Belt indicò il punto in cui il nuovo sentiero emergeva dagli alberi circostanti. “L’altra vittima sembra essere arrivata, facendo footing, da quella direzione” disse. “La fossa è stata camuffata, e ci è caduta dentro.”

      Terzis aggiunse: “Si è rotta la caviglia, probabilmente a causa della caduta. Perciò, era indifesa quando il killer ha cominciato a buttarle la terra addosso.”

      Riley sussultò di nuovo, al pensiero di quel tipo di morte orribile.

      Jenn disse: “E tutto questo è accaduto ieri.”

      Terzis annuì e riprese: “Sono quasi certo che l’ora della morte sia identica a quella dell’altra vittima sulla spiaggia, probabilmente intorno alle sei del mattino.”

      “Prima persino dell’alba” Belt aggiunse. “Dev’esserci stata molta nebbia. Un uomo che stava facendo footing è arrivato qui prima dell’alba, ed ha visto la terra spostata e ci ha chiamato.”

      Mentre Jenn iniziava a scattare altre foto, Riley passò al setaccio l’area. Gli occhi le caddero su un cespuglio appiattito che si era trovato lungo il tragitto della carriola. Vide dove il killer doveva aver accumulato la terra, a circa quattro metri dal sentiero. Gli alberi erano fitti, accanto a questi sentieri, perciò una persona che faceva footing non avrebbe potuto vedere il killer e nemmeno la terra, mentre correva in quella direzione.

      Ora la fossa era stata riscavata dalla polizia. che aveva accumulato la terra lì accanto.

      Riley ricordò che Meredith aveva fatto il nome della vittima a Quantico, ma non riusciva a rammentarlo al momento.

      Disse al Capo Belt: “Presumo che lei sia riuscito a identificare la vittima.”

      “Esatto” Belt rispose. “Aveva ancora molti documenti identificativi con sé, proprio come Todd Brier. Si chiamava Courtney Wallace. Viveva a Sattler, ma non la conoscevo personalmente. Perciò, non posso dirle molto altro al momento, ad eccezione del fatto che era giovane, probabilmente poco più di vent’anni.”

      Riley s’inginocchiò accanto alla fossa e guardò al suo interno. Immediatamente, comprese esattamente come il killer aveva creato quella trappola. In fondo alla fossa, c’era un grosso e largo pezzo di stoffa rovinata, con foglie e detriti accumulati sopra di essa. Era stato usato per coprire tutta la fossa, e non poteva saltare agli occhi di qualcuno che faceva footing, specialmente prima dell’alba, quando la luce era ancora fioca.

      Si ripromise di chiamare una squadra del BAU, affinché esaminasse quei siti. Forse avrebbero potuto risalire all’origine del telo.

      Pochi istanti dopo, Riley avvertì nuovamente una traccia della stessa sensazione che aveva provato alla spiaggia, stava per scivolare nuovamente nella mente del killer. Quella sensazione non era molto nitida, però. Poteva immaginarlo accovacciato, proprio nel punto in cui era inginocchiata, intento a guardare verso la sua preda indifesa.

      Allora che cosa aveva fatto in quei momenti, prima di seppellirla viva?

      Rammentò a se stessa la sua precedente impressione: l’uomo era affascinante e piacevole.

      All’inizio, probabilmente aveva simulato sorpresa, nel trovare la giovane donna in fondo alla fossa. Poteva persino aver dato alla donna l’impressione che l’avrebbe aiutata a venirne fuori.

      Lei si è fidata di lui, pensò Riley. Magari per un istante.

      Poi, aveva cominciato a deriderla.

      E, quasi subito, aveva iniziato a rovesciare la carriola, gettando la terra su di lei.

      La donna doveva aver gridato, una volta compreso quello che stava accadendo.

      Dunque, come aveva reagito lui al suono delle sue grida?

      Riley sentiva che il sadismo del killer era emerso con chiarezza. Si era fermato, per gettarle una singola zolla di terra sul viso, non così grande da impedirle di urlare, ma per tormentarla.

      Riley rabbrividì completamente.

      Provò sollievo, mentre il senso di connessione cominciava a scemare.

      Ora poteva riprendere a guardare la scena del crimine con occhi più obbiettivi.

      La forma della fossa le sembrò strana. L’estremità in cui lei si trovava era scavata a forma di cuneo. L’altra era speculare.

      Il killer doveva aver faticato per ottenere quel risultato.

      Ma perché? Riley si chiese. Che cosa potrebbe significare?

      Proprio allora, sentì la voce di Bill chiamare da qualche parte dietro di lei.

      “Ho trovato qualcosa. Fareste tutti meglio a venire qui a dare un’occhiata.”

      CAPITOLO SETTE

      Riley si voltò nel tentativo di capire il motivo per cui Bill stesse urlando. La sua voce proveniva da dietro gli alberi, proprio su un lato del sentiero.

      “Che cosa c’è?” chiese il Capo Belt.

      “Che cos’ha trovato?” Terzis riecheggiò.

      “Venite qui” Bill rispose, gridando.

      Riley si alzò in piedi