Non riusciva a non chiedersi perché Allah non si fosse rivolto direttamente a lui. Invece il Suo messaggio era passato attraverso l’Imam. Gli avrei creduto? pensò Omar. O lo avrei ritenuto solo un sogno? L’Imam Khalil era santo e saggio, e aveva riconosciuto i segni quando erano apparsi. Omar era un giovane ragazzo ingenuo di soli sedici anni che sapeva ben poco del mondo, in particolare dell’Occidente. Forse non era stato adatto a sentire la voce di Dio.
Khalil gli aveva dato una manciata di Euro da portare con sé a Barcellona. “Prenditi il tuo tempo,” aveva detto l’uomo anziano. “Goditi un buon pasto. Te lo meriti.”
Omar non parlava spagnolo, e conosceva solo poche semplici frasi in inglese. Oltretutto non aveva fame, quindi invece di mangiare una volta arrivato in città, trovò una panchina da cui ammirare il panorama. Si sedette, chiedendosi perché proprio là, tra tutti i luoghi possibili.
Abbi fede, avrebbe detto l’Imam Khalil. Omar decise che l’avrebbe avuta.
Alla sua sinistra c’era l’Hotel Barceló Raval, uno strano edificio rotondo decorato con luci viola e rosse, da cui entravano e uscivano dei giovani ben vestiti. Non lo conosceva di nome, sapeva solo che sembrava un faro, che attraeva peccatori ricchi come una fiamma attrae le falene. Gli diede coraggio stare seduto davanti a quel palazzo, rinforzò la sua fede per fare ciò che si era ripromesso.
Omar prese con cura la fiala di vetro dalla tasca. Non sembrava che dentro ci fosse niente, o forse qualsiasi cosa contenesse era invisibile, come l’aria o un gas. Non aveva importanza. Sapeva bene che cosa doveva farci. Il primo passo era completo: entrare in città. Il secondo lo eseguì sulla panchina all’ombra del Raval.
Strinse la punta conica della fiala tra le dita e, con un piccolo movimento rotatorio, la staccò.
Un minuscolo frammento di vetro gli si infilò nel polpastrello. Guardò mentre si formava una goccia di sangue, ma resistette alla tentazione di infilarsi un dito in bocca. Invece fece quello che gli era stato detto: si infilò la fiala in una narice e inalò a fondo.
Non appena l’ebbe fatto, gli si strinse lo stomaco per la paura. Khalil non gli aveva spiegato nello specifico che cosa aspettarsi. Gli aveva solo detto di aspettare un po’, quindi rimase in attesa e fece del suo meglio per rimanere calmo. Osservò mentre altre persone entravano e uscivano dall’albergo, ognuna vestita in abiti appariscenti e lussuosi. Era ben consapevole del proprio abbigliamento umile, il logoro maglione, le guance macchiate, i capelli troppi lunghi e spettinati. Ricordò a se stesso che la vanità era un peccato.
Omar stette seduto e aspettò che succedesse qualcosa, di sentirlo agire dentro di sé, qualsiasi cosa ‘esso’ fosse.
Non provò nulla. Non c’era alcuna differenza.
Passò un’intera ora su quella panchina, e alla fine si alzò e si incamminò con lentezza verso nord-ovest, lontano dall’hotel viola e cilindrico per addentrarsi di più nella città. Prese le scale della prima stazione della metropolitana che trovò. Non era in grado di leggere lo spagnolo, ma non aveva bisogno di sapere dove stava andando.
Acquistò un biglietto usando gli euro che Khalil gli aveva dato e aspettò tranquillo l’arrivo di un treno sulla piattaforma. Continuava a non sentire niente di diverso. Forse aveva frainteso la natura della consegna. Tuttavia, c’era un’ultima cosa che doveva fare.
Le porte del treno si aprirono con un sibilo e lui entrò, muovendosi gomito a gomito con il resto della folla. Il vagone della metropolitana era piuttosto pieno; tutti i sedili erano occupati, quindi Omar rimase in piedi e si tenne a una delle barre di metallo che lo attraversavano in lunghezza, appena sopra la sua testa.
Конец ознакомительного фрагмента.
Текст предоставлен ООО «ЛитРес».
Прочитайте эту книгу целиком, купив полную легальную версию на ЛитРес.
Безопасно оплатить книгу можно банковской картой Visa, MasterCard, Maestro, со счета мобильного телефона, с платежного терминала, в салоне МТС или Связной, через PayPal, WebMoney, Яндекс.Деньги, QIWI Кошелек, бонусными картами или другим удобным Вам способом.