I Caduti e gli Dei del Sole erano simili, in questo senso... creavano mostri a caso. Lâunica differenza era il modo in cui li creavano.
Morgana allungò una mano verso il braccio che la teneva per i capelli e affondò gli artigli nella carne. Rimase senza fiato quando, allâimprovviso, si ritrovò sollevata da terra, a fissare quei furiosi occhi color ametista. Le sue scarpe alte caddero sul pavimento e lei avvolse lâaltra mano attorno alla nuca di Michael, sperando di spezzargli il collo e liberarsi.
Sentendosi penetrare da quello sguardo color ametista, finì per indebolirsi, rimanendo appesa per i capelli.
âLasciami andare.â sussurrò Morgana, improvvisamente impaurita. Lei era forte, una delle più forti in quella zona malfamata, eppure quel vampiro, che lei aveva creduto una vittima facile, era assai più forte di qualsiasi creatura avesse mai incontrato.
âLasciarti andare?â chiese Michael, come se quel concetto gli fosse estraneo. âHai ucciso per fame tutti questi umani e questi demoni, in base al loro aspetto, e vuoi che ti lasci andare?â.
âTi darò tutto il sangue umano che vuoi.â Morgana piagnucolò e sibilò allo stesso tempo. âSarò la tua serva... io li attirerò e te li porterò.â.
âNon mi serve aiuto per procurarmi da mangiare.â disse sardonicamente Michael. La sua voce si ammorbidì allâimprovviso âPerò... scommetto che i demoni hanno un sapore migliore di quello degli umani.â.
Morgana sussultò quando un improvviso dolore lancinante le pervase la spalla, e la sensazione del vampiro che assorbiva la sua essenza le fece emettere un verso disumano. Riprese a dimenarsi e lo graffiò con furia, ma la vera oscurità stava iniziando ad offuscarle la vista.
âChi sei tu?â sussurrò con un ultimo respiro.
Michael resistette e succhiò lâultima goccia di forza vitale di Morgana, prima di lasciarla cadere a terra. Sogghignò quando sentì il tonfo sordo del cadavere. Non sapeva di poter uccidere i demoni prosciugandoli... scommetteva che neanche loro ne erano a conoscenza, visto che i vampiri senzâanima bramavano soltanto il sangue umano.
Guardò con disgusto il demone raggrinzito âPuoi chiamarmi Michael.â.
Atterrò piano sul pavimento e si diresse verso la porta. Usando le maniche, si ripulì il sangue sulle labbra, poi lo guardò... sangue nero, sangue contaminato. Aprendo la porta, uscì sul marciapiede e si sistemò la giacca in modo che non si notassero gli strappi sulla camicia.
Poi si voltò e tornò da dovâera venuto, notando che un gruppo di demoni si era radunato allâingresso dellâedificio. Dovevano essere i subalterni di Morgana accorsi per ammirare colui che aveva ucciso la loro padrona. Quelle creature non mostravano alcun segno di vita umana e Michael non vi prestò attenzione mentre gli passava tranquillamente davanti.
Aveva fatto quello che voleva fare e nessunâaltra creatura lì meritava la sua attenzione... il loro potere di basso livello non valeva il suo tempo. Più erano potenti, più avevano il sapore dei Caduti... ne era sicuro.
La scarica procuratagli dal sangue di Morgana adesso gli pulsava nelle vene ad un ritmo pacato e caotico. Lo stava riscaldando e stava intensificando i suoi sensi... ciò gli ricordò di quando aveva bevuto il sangue di Aurora.
Michael si bloccò quando si rese conto di cosa stava pensando. Allâeccitazione si aggiunse subito il panico e il pensiero di Aurora gli fece accumulare la paura nello stomaco, accompagnata da un brivido profondo. Ricordò lâavvertimento di Kane dopo aver ucciso Samuel sul tetto. Aveva fatto notare ad Aurora la pericolosità del lasciargli bere il proprio sangue.
Cercando un motivo, si ricordò di Samuel che sfidava Aurora, dicendole che i demoni in città erano abbastanza forti da uccidere con facilità un Caduto... e che ne avevano già uccisi altri finora. Quei demoni erano un pericolo per lei... Samuel non aveva mentito su questo.
Un lento sorriso affiorò sulle labbra di Michael. Adesso aveva un valido motivo per nutrirsi dei demoni che vagavano per Los Angeles. Non solo avrebbe protetto Aurora, ma avrebbe anche soddisfatto la propria brama con il sangue diluito degli ibridi. Assumendolo a piccole dosi sarebbe riuscito a controllarne meglio gli effetti collaterali indesiderati, come i terremoti o lâessere ucciso da Syn.
âSarà un bene per tutti.â concluse Michael, poi infilò le mani in tasca godendo della propria eccitazione e cercò la sua prossima vittima.
Capitolo 4
Micah sospirò per lâennesima volta da quando aveva telefonato ad Alicia. Finora Tasuki era andato a controllare la lupa sei volte, Titus aveva allontanato altri tre agenti quando Phillip si era trovato in difficoltà , e la guardia prigioniera aveva iniziato a mordicchiarsi un polso nel tentativo di liberarsi dalla sedia.
Allâimprovviso il lupo aveva voglia di andarsene ma, ovviamente, non era colpa sua. Loro si annoiavano, perciò avevano iniziato a prenderlo in giro, tramite lâinterfono, su quello che gli avrebbe fatto Luca quando avrebbe scoperto che era una spia.
âNon è così che volevo passare la giornata.â si lamentò Tasuki.
âTi ho sentito.â borbottò Micah, sperando che Alicia si sbrigasse. Gli aveva detto che Damon non câera, perciò lui era ancora più impaziente di vederla.
Tasuki lo guardò âSono curioso, quanti puma e giaguari ci sono in questa città ?â.
âQualche centinaio.â rispose Micah. âMa non tutti si muovono in branco. Alcuni si accontentano dei propri compagni e cercano di vivere una vita normale. Ne conosco molti che cercano persino di comportarsi da umani... al punto che i loro compagni non sanno nemmeno cosa sono.â.
âMa non avete dei bisogni e cose del genere?â chiese Tasuki scrollando le spalle.
Micah sorrise âSì, è una delle poche cose vere dei film. Almeno una volta ogni due o tre mesi dobbiamo lasciare la città e scatenarci. I mutanti che si fingono umani inventano la scusa che nel fine settimana andranno ad arrampicarsi o roba del genere. Possiamo sopravvivere con cibo normale e una vita normale ma, se ogni tanto non seguiamo il nostro istinto di trasformarci e correre liberi, tendiamo a diventare un poâ scontrosi... o peggio.â.
Tasuki sorrise âAllora devâessere passato un bel poâ da quando tu hai dato sfogo al tuo lato selvaggio...â.
La risposta di Micah gli morì sulle labbra quando la porta principale si aprì e lui sentì due persone entrare nellâedificio. Andò alla porta e la aprì appena per sbirciare. Una parte della sua emozione svanì quando vide che Damon aveva deciso di seguire Alicia.
âNon fantasticare sugli Dei del Sole che incutono timore... stai per incontrarne uno.â disse Micah con una punta di sarcasmo. âIo sono ancora convinto che sia solo un sinonimo di âcoglioniâ.â.
Tasuki rimase perplesso âà appropriato dare del coglione a qualcuno con un titolo del genere?â.
âSe gli si addice, sì.â Micah scrollò le spalle.
Damon sogghignò, chiedendosi per quanto tempo il poliziotto fuori dalla porta avrebbe continuato a stare su una gamba sola. Era ciò che quello stupido si meritava per aver detto ad Alicia che non poteva entrare. Vedendo Titus venirgli incontro, si chiese che aspetto avrebbe avuto un lupo alfa che dava ordini al branco camminando sulle zampe anteriori. Poi sospirò, si sentiva già annoiato.
âAlicia, sono contento