Orlando Furioso. Lodovico Ariosto. Читать онлайн. Newlib. NEWLIB.NET

Автор: Lodovico Ariosto
Издательство: Public Domain
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Жанр произведения: Поэзия
Год издания: 0
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dietro alle cortine avea nascoso

      quel mio fedele; il qual nulla si mosse

      prima che a me venir vide lo sposo;

      e non l'attese che corcato fosse,

      ch'alzò un'accetta, e con sì valoroso

      braccio dietro nel capo lo percosse,

      che gli levò la vita e la parola:

      io saltai presta, e gli segai la gola.

42

      Come cadere il bue suole al macello,

      cade il malnato giovene, in dispetto

      del re Cimosco, il più d'ogn'altro fello;

      che l'empio re di Frisa è così detto,

      che morto l'uno e l'altro mio fratello

      m'avea col padre, e per meglio suggetto

      farsi il mio stato, mi volea per nuora;

      e forse un giorno uccisa avria me ancora.

43

      Prima ch'altro disturbo vi si metta,

      tolto quel che più vale e meno pesa,

      il mio compagno al mar mi cala in fretta

      da la finestra a un canape sospesa,

      là dove attento il suo fratello aspetta

      sopra la barca ch'avea in Fiandra presa.

      Demmo le vele ai venti e i remi all'acque,

      e tutti ci salvian, come a Dio piacque.

44

      Non so se 'l re di Frisa più dolente

      del figliuol morto, o se più d'ira acceso

      fosse contra di me, che 'l dì seguente

      giunse là dove si trovò sì offeso.

      Superbo ritornava egli e sua gente

      de la vittoria e di Bireno preso;

      e credendo venire a nozze e a festa,

      ogni cosa trovò scura e funesta.

45

      La pietà del figliuol, l'odio ch'aveva

      a me, né dì né notte il lascia mai.

      Ma perché il pianger morti non rileva,

      e la vendetta sfoga l'odio assai,

      la parte del pensier, ch'esser doveva

      de la pietade in sospirare e in guai,

      vuol che con l'odio a investigar s'unisca,

      come egli m'abbia in mano e mi punisca.

46

      Quei tutti che sapeva e gli era detto

      che mi fossino amici, o di quei miei

      che m'aveano aiutata a far l'effetto,

      uccise, o lor beni arse, o li fe' rei.

      Volse uccider Bireno in mio dispetto;

      che d'altro sì doler non mi potrei:

      gli parve poi, se vivo lo tenesse,

      che per pigliarmi, in man la rete avesse.

47

      Ma gli propone una crudele e dura

      condizion: gli fa termine un anno,

      al fin del qual gli darà morte oscura,

      se prima egli per forza o per inganno,

      con amici e parenti non procura,

      con tutto ciò che ponno e ciò che sanno,

      di darmigli in prigion: sì che la via

      di lui salvare è sol la morte mia.

48

      Ciò che si possa far per sua salute,

      fuor che perder me stessa, il tutto ho fatto.

      Sei castella ebbi in Fiandra, e l'ho vendute:

      e 'l poco o 'l molto prezzo ch'io n'ho tratto,

      parte, tentando per persone astute

      i guardiani corrumpere, ho distratto;

      e parte, per far muovere alli danni

      di quell'empio or gl'Inglesi, or gli Alamanni.

49

      I mezzi, o che non abbiano potuto,

      o che non abbian fatto il dover loro,

      m'hanno dato parole e non aiuto;

      e sprezzano or che n'han cavato l'oro:

      e presso al fine il termine è venuto,

      dopo il qual né la forza né 'l tesoro

      potrà giunger più a tempo, sì che morte

      e strazio schivi al mio caro consorte.

50

      Mio padre e' miei fratelli mi son stati

      morti per lui; per lui toltomi il regno;

      per lui quei pochi beni che restati

      m'eran, del viver mio soli sostegno,

      per trarlo di prigione ho disipati:

      né mi resta ora in che più far disegno,

      se non d'andarmi io stessa in mano a porre

      di sì crudel nimico, e lui disciorre.

51

      Se dunque da far altro non mi resta,

      né si truova al suo scampo altro riparo

      che per lui por questa mia vita, questa

      mia vita per lui por mi sarà caro.

      Ma sola una paura mi molesta,

      che non saprò far patto così chiaro,

      che m'assicuri che non sia il tiranno,

      poi ch'avuta m'avrà, per fare inganno.

52

      Io dubito che poi che m'avrà in gabbia

      e fatto avrà di me tutti li strazi,

      né Bireno per questo a lasciare abbia,

      sì ch'esser per me sciolto mi ringrazi;

      come periuro, e pien di tanta rabbia,

      che di me sola uccider non si sazi:

      e quel ch'avrà di me, né più né meno

      faccia di poi del misero Bireno.

53

      Or la cagion che conferir con voi

      mi fa i miei casi, e ch'io li dico a quanti

      signori e cavallier vengono a noi,

      è solo acciò, parlandone con tanti,

      m'insegni alcun d'assicurar che, poi

      ch'a quel crudel mi sia condotta avanti,

      non abbia a ritener Bireno ancora,

      né voglia, morta me, ch'esso poi mora.

54

      Pregato ho alcun guerrier, che meco sia

      quando io mi darò in mano al re di Frisa;

      ma mi prometta e la sua fe' mi dia,

      che questo cambio sarà fatto in guisa,

      ch'a un tempo io data, e liberato fia

      Bireno: sì che quando io sarò uccisa,

      morrò contenta, poi che la mia morte

      avrà dato la vita al mio consorte.

55

      Né fino a questo dì truovo chi toglia

      sopra la fede sua d'assicurarmi,

      che