di tormiti per forza era possente.
Almen l'avesse posta in guardia buona
dentro a Parigi o in qualche rocca forte.
Che l'abbia data a Namo mi consona,
sol perché a perder l'abbia a questa sorte.
Chi la dovea guardar meglio persona
di me? ch'io dovea farlo fino a morte;
guardarla più che 'l cor, che gli occhi miei:
e dovea e potea farlo, e pur nol fei.
Deh, dove senza me, dolce mia vita,
rimasa sei sì giovane e sì bella?
come, poi che la luce è dipartita,
riman tra' boschi la smarrita agnella,
che dal pastor sperando esser udita,
si va lagnando in questa parte e in quella;
tanto che 'l lupo l'ode da lontano,
e 'l misero pastor ne piagne invano.
Dove, speranza mia, dove ora sei?
vai tu soletta forse ancor errando?
o pur t'hanno trovata i lupi rei
senza la guardia del tuo fido Orlando?
e il fior ch'in ciel potea pormi fra i dei,
il fior ch'intatto io mi venìa serbando
per non turbarti, ohimè! l'animo casto,
ohimè! per forza avranno colto e guasto.
Oh infelice! oh misero! che voglio
se non morir, se 'l mio bel fior colto hanno?
O sommo Dio, fammi sentir cordoglio
prima d'ogn'altro, che di questo danno.
Se questo è ver, con le mie man mi toglio
la vita, e l'alma disperata danno. —
Così, piangendo forte e sospirando,
seco dicea l'addolorato Orlando.
Già in ogni parte gli animanti lassi
davan riposo ai travagliati spirti,
chi su le piume, e chi sui duri sassi,
e chi su l'erbe, e chi su faggi o mirti:
tu le palpebre, Orlando, a pena abbassi,
punto da' tuoi pensieri acuti ed irti;
né quel sì breve e fuggitivo sonno
godere in pace anco lasciar ti ponno.
Parea ad Orlando, s'una verde riva
d'odoriferi fior tutta dipinta,
mirare il bello avorio, e la nativa
purpura ch'avea Amor di sua man tinta,
e le due chiare stelle onde nutriva
ne le reti d'Amor l'anima avinta:
io parlo de' begli occhi e del bel volto,
che gli hanno il cor di mezzo il petto tolto.
Sentia il maggior piacer, la maggior festa
che sentir possa alcun felice amante:
ma ecco intanto uscire una tempesta
che struggea i fior, ed abbattea le piante:
non se ne suol veder simile a questa,
quando giostra aquilone, austro e levante.
Parea che per trovar qualche coperto,
andasse errando invan per un deserto.
Intanto l'infelice (e non sa come)
perde la donna sua per l'aer fosco;
onde di qua e di là del suo bel nome
fa risonare ogni campagna e bosco.
E mentre dice indarno: – Misero me!
chi ha cangiata mia dolcezza in tosco? —
ode la donna sua che gli domanda,
piangendo, aiuto, e se gli raccomanda.
Onde par ch'esca il grido, va veloce,
e quinci e quindi s'affatica assai.
Oh quanto è il suo dolore aspro ed atroce,
che non può rivedere i dolci rai!
Ecco ch'altronde ode da un'altra voce:
– Non sperar più gioirne in terra mai. —
A questo orribil grido risvegliossi,
e tutto pien di lacrime trovossi.
Senza pensar che sian l'immagin false
quando per tema o per disio si sogna,
de la donzella per modo gli calse,
che stimò giunta a danno od a vergogna,
che fulminando fuor del letto salse.
Di piastra e maglia, quanto gli bisogna,
tutto guarnissi, e Brigliadoro tolse;
né di scudiero alcun servigio volse.
E per poter entrare ogni sentiero,
che la sua dignità macchia non pigli,
non l'onorata insegna del quartiero,
distinta di color bianchi e vermigli,
ma portar volse un ornamento nero;
e forse acciò ch'al suo dolor simigli:
e quello avea già tolto a uno amostante,
ch'uccise di sua man pochi anni inante.
Da mezza notte tacito si parte,
e non saluta e non fa motto al zio;
né al fido suo compagno Brandimarte,
che tanto amar solea, pur dice a Dio.
Ma poi che 'l Sol con l'auree chiome sparte
del ricco albergo di Titone uscìo
e fe' l'ombra fugire umida e nera,
s'avide il re che 'l paladin non v'era.
Con suo gran dispiacer s'avede Carlo
che partito la notte è 'l suo nipote,
quando esser dovea seco e più aiutarlo;
e ritener la colera non puote,
ch'a lamentarsi d'esso, ed a gravarlo
non incominci di biasmevol note:
e minacciar, se non ritorna, e dire
che lo faria di tanto error pentire.
Brandimarte, ch'Orlando amava a pare
di sé medesmo, non fece soggiorno;
o che sperasse farlo ritornare,
o sdegno avesse udirne biasmo e scorno;
e volse a pena tanto dimorare,
ch'uscisse fuor ne l'oscurar del giorno.
A Fiordiligi sua nulla ne disse,
perché 'l disegno suo non gl'impedisse.
Era questa una donna