Perduto nella folla delle immagini che gli presentava la sua memoria, giunse al quadro della moribonda sposa; sussultò, e volendo obliarla, se gli fosse stato possibile, tornò alla società.
Sant'Aubert fece attaccare la carrozza di buonissim'ora; Emilia si accorse per via ch'era più taciturno è più abbattuto del solito; essa ne attribuì la cagione alle memorie ricordategli da quel luogo, nè sospettò il vero motivo d'un dolore ch'egli non le comunicava.
Ritornati al castello, la di lei afflizione si rinnovò, e conobbe più che mai gli effetti della privazione di una madre tanto cara, che l'accoglieva sempre col sorriso e le più affabili carezze, dopo un'assenza anche momentanea. Or tutto era cupo e deserto.
Ma ciò che ottener non possono nè la ragione, nè gli sforzi, l'ottiene il tempo. Scorsero le settimane, e l'orrore della disperazione si trasformò a poco a poco in un dolce sentimento che il cuore conserva, e gli diventa sacro. Sant'Aubert al contrario, s'indeboliva sensibilmente, sebbene Emilia, la sola persona che non lo abbandonasse mai, fosse l'ultima ad accorgersene. La sua complessione non si era ristabilita dall'urto ricevuto nella malattia, e la scossa che provò alla morte della moglie, determinò il suo estremo languore: il suo medico lo consigliò di viaggiare. Era visibile come i suoi nervi fossero stati fortemente attaccati dall'accesso del dolore; e si credeva che il cambiamento dell'aria ed il moto, calmandone lo spirito, potessero riescire a restituirgli l'antico vigore.
Emilia si occupò quindi dei preparativi, e Sant'Aubert dei calcoli sulle spese del viaggio. Bisognò congedare i servi. Emilia, che si permetteva rare volte di opporre alla volontà del padre domande od osservazioni, avrebbe voluto non ostante sapere per qual motivo, nel suo stato infermiccio, egli non si riservasse almeno un servitore. Ma quando, la vigilia della partenza, si accorse che Giacomo, Francesco e Maria erano stati licenziati, e conservata soltanto Teresa, sua antica governante, ne fu estremamente sorpresa, ed arrischiò di domandargliene il motivo… « Lo faccio per economia, » le rispose egli; « noi intraprendiamo un viaggio molto dispendioso. » Il medico aveva prescritto l'aria di Linguadoca e di Provenza: Sant'Aubert risolse adunque d'incamminarsi lentamente verso quelle province, costeggiando il Mediterraneo.
Si ritirarono di buon'ora nelle loro camere la sera precedente alla partenza. Emilia doveva porre in ordine alcuni libri e qualche altra cosa; suonò mezzanotte prima che avesse finito; si ricordò dei suoi disegni, cui voleva portar seco, e che aveva lasciati nel salotto. Vi andò, e, passando vicino alla camera del padre, ne trovò la porta socchiusa, e credè che fosse nel suo gabinetto, come solea fare tutte le sere dopo la morte della moglie. Agitato da insonnii crudeli, lasciava il letto, e andava in quella stanza per procurare di trovarci il riposo. Quando essa fu in fondo alla scala, guardò nel gabinetto, ma nol vide. Nel risalire, bussò leggermente all'uscio, non ricevè nessuna risposta, e si avanzò pian piano per sapere ove fosse.
La camera era oscura, ma attraverso alla porta vetrata si scorgeva un lume nel fondo di una stanza attigua. Emilia era persuasa che suo padre stava là dentro; ma temendo che a quell'ora egli vi si trovasse incomodato, volle andar ad assicurarsene. Considerando però che una sì improvvisa apparizione l'avrebbe forse spaventato, lasciò fuori il lume, e si avanzò pian piano verso la stanza. Là, essa vide il padre seduto innanzi ad un tavolino, e scorrendo parecchie carte, alcune delle quali assorbivano la sua attenzione, e gli strappavano sospiri e per fino singulti. Emilia, la quale non si era avvicinata alla porta se non per assicurarsi dello stato di salute del padre, fu trattenuta in quel momento da un misto di curiosità e di tenerezza. Non poteva essa scuoprire le sue pene, senza desiderare di saperne eziandio la causa. Continuò ad osservarlo in silenzio, non dubitando più che quelle carte non fossero altrettante lettere. D'improvviso, ei si pose in ginocchio in un atteggiamento più solenne che fin allora non l'avesse veduto; ed in una specie di smarrimento che somigliava molto all'orrore, fece una lunghissima preghiera. Il di lui volto era coperto da mortal pallore quando si alzò. Emilia pensava a ritirarsi, ma lo vide avvicinarsi di nuovo alle carte, e si trattenne. Egli prese un piccolo astuccio, e ne levò una miniatura: il lume, che ci rifletteva sopra, le fece distinguere una donna, e questa donna non era sua madre!
Sant'Aubert guardò il ritratto con viva espressione di tenerezza, lo recò alle labbra, al cuore, e mandò sospiri convulsi. Emilia non poteva credere ai propri occhi, ignorando ch'egli possedesse il ritratto di un'altra donna fuor di sua madre, e specialmente poi che gli fosse tanto caro. Essa lo guardò di nuovo a lungo per trovarci l'effigie della genitrice, ma la di lei attenzione servì solo a convincerla essere quello il ritratto di un'altra donna. Finalmente, il padre lo ripose nell'astuccio, ed Emilia, riflettendo di avere indiscretamente osservati i di lui segreti, si ritirò il più adagio che le fu possibile.
CAPITOLO III
Sant'Aubert, in vece di prendere la strada diretta che conduceva in Linguadoca, seguitando le falde dei Pirenei, preferì un cammino sulle alture, perchè offriva vedute più estese e più pittoresche. Uscì un poco di strada per congedarsi da Barreaux; lo trovò che erborizzava vicino al suo castello, e quando gli manifestò il soggetto della sua visita e la sua risoluzione, l'amico gli dimostrò una sensibilità di cui fino a quel punto Sant'Aubert non avevalo creduto capace. Si separarono con reciproco rammarico.
« Se qualcosa avesse potuto togliermi dal mio ritiro, » disse Barreaux, « sarebbe stato il piacere di accompagnarvi in questo viaggio; io non faccio complimenti, e potete credermi: attenderò il vostro ritorno con grande impazienza. »
I viaggiatori continuarono il loro cammino: nel montare in carrozza, Sant'Aubert si volse e vide il suo castello nella pianura. Idee lugubri gl'invasero lo spirito, e la sua immaginazione malinconica gli suggerì che non doveva più ritornarvi. Respinse questo pensiero, ma continuò a guardare il suo asilo fino a che la distanza non gli permise più di distinguerlo.
Emilia restò, come lui, in un profondo silenzio, ma dopo qualche miglio, la di lei immaginazione, colpita dalla maestosità degli oggetti circostanti, cedè alle impressioni più deliziose. La strada passava, ora lungo orridi precipizi, ora pei siti più deliziosi.
Emilia non potè trattenere i suoi trasporti, quando, dal mezzo de' monti e de' boschi di abeti, scoprì in lontananza immense pianure, sparse di ville, di vigneti e di piantagioni