(con importanza) Nè assolutamente vero, nè assolutamente assurdo. Sono fenomeni che io ho approfonditi. Il quarto d'ora della vulnerabilità arriva ma esso è determinato da una influenza, da un fluido, da una forza fascinatrice…
(si alza lentamente e si sdraia meglio in un'altra poltrona anche più bassa e più soffice, stendendo le gambe sopra uno sgabello e respirando:) Ah!
(continua) E questa forza, signori miei, può essere la bellezza, può essere la bontà, può essere l'astuzia, può essere… non spetterebbe a me il dirlo… ma può essere, ed è, spesse volte, l'arte…
Dio buono! Meno teorie e più fatti!
E dire che sono i fatti quelli che vi hanno liquidato!
Uhm! Non ancora.
SCENA II.
ANNA, SALVETTI, DIONIGI, D'ALMA, ALBENGA, RIVOLI
(sporgendo la testa dalla porta a sinistra e nascondendo il capo dietro la portiera, chiama:) Conte Dionigi!
(alzandosi subito) Marchesa? (Tutti s'alzano e s'inchinano.)
Per un vestito d'amazzone, in campagna, che colore mi consigliereste?
(cercando di vedere) Se potessi indovinare…
Ah, no! Dovete essere… indipendente.
Ebbene, il grigio.
E voialtri?
Io direi il bleu. C'è una mia protagonista che si veste così.
Il color Valkiria, marchesa!
Non c'è! E voi, dottor Salvetti?
Le donne a cavallo mi sono odiose in tutti i colori.
Orso!
(paziente) Orso.
Uno!.. Due!.. E tre!.. (Viene fuori d'un salto e si ferma.) – (Risatina.) Eccomi qua! (Indossa un vestito d'amazzone grigio. Porta in mano guanti, frusta e cappellino.) Conte, non siete voi che avete indovinato il mio colore, sono io che ho indovinato il vostro.
Molto inglese! (Analizzando seriamente il vestito di lei) Molto chic! molto chic!
A voi! (Stendendo il braccio) Si procede al baciamano.
(Tutti si dispongono in fila come dinanzi allo sportello d'un bigliettinaio, aspettando il loro turno.
La Marchesa resterà ferma col braccio teso, ed essi le si accosteranno l'uno dopo l'altro, ordinatamente.)
(le prende la mano e gliela bacia con estrema eleganza.)
(gliela bacia guardando lei con occhi pieni di pensieri importanti.)
(le solleva le dita con le dita e timidamente indugia accostandovi la bocca.)
Coraggio, signor Giuliano, coraggio!
Non ne ho mai quando so di profanare quello che tocco. (Le sfiora le dita con le labbra.)
(che era già dietro a Giuliano D'Alma, aspettando il suo turno) Io ne ho sempre quando so di toccare quello che profano. (Le bacia la mano avidamente e vorrebbe continuare.)
(ritirando il braccio) Ho sentito, ho sentito!
(con subitanea risoluzione) Per conto mio, rinunzio.
(con lieve moto di dispetto) Lo so che siete astemio!
(a Salvetti) Non ve l'ho detto, io?
Sicchè, il programma di oggi, marchesa, è indicato dalla vostra toilette?..
Come? Non s'era già stabilito d'andare a cavallo sino al laghetto e di fare colazione alla Capannella d'oro?
No, marchesa…
Oh, che testa! che testa che ho io! Ma è spaventevole! (Ride) Ah ah ah! Intendo. L'avrò sognato… Da che sono in campagna non faccio che sognare!
(con dolcezza poetica) Come me.
(con un rimpianto di cupidigia lasciva) Come me.
E sapete, per esempio, l'altra notte che sognai? Sognai… d'averlo finalmente trovato.
Chi?!
Non so bene chi, ma era lui! Era lui, era proprio lui, era proprio quello che viceversa cerco da due anni (declamando per celia) e che forse non troverò giammai. (Risatina.)
(con aria di competenza) Marchesa, dalle mie osservazioni mi risulta che le mogli, che hanno il vostro temperamento, sono avide di libertà, ma non possono vivere che di tirannia. Esse fuggono il marito, sì, come faceste voi, ma cercano un altro tiranno.
(seria) Aimè! Mio marito non è stato neppure un tiranno.
E poi non sarebbe mica di buon gusto. Voi, marchesa, ça va sans dire, avete il diritto di cercare uno schiavo…
Un amante, che diamine!
Un «reagente»!
Un'anima… parallela!
(con umorismo) L'anima parallela non mi dispiacerebbe. Ma tutte queste distinzioni sono di ordine secondario. Io cerco, purtroppo, quel che è più raro e più irreperibile, al giorno d'oggi, sulla faccia del mondo. Io cerco… un uomo!!
Eh?!!
(non si regge più sulle gambe si ritrae indietro e siede sul bracciuolo di una poltrona.)
A voi pare una cosa facile?.. V'ingannate. Per gli uomini, si sa, tutti gli uomini sono uomini. Ma per noi donne, è diverso! (Risatina) Ognuna di noi non ammette che un uomo solo: quello che sa conquistarla. Orbene, amici miei, non potete disconoscere che, ai tempi nostri, la galanteria è divenuta molto diffusa, ma punto tentatrice. Ricordate, eh?, tutta quella numerosa schiera di giovanotti che in città ingombravano il mio salotto? Io vi domando: quale poteva essere per me un vero conquistatore? Dieci di essi mi facevano la corte per vendicarsi dei fiaschi ottenuti con le mie nemiche; altri dieci me la facevano per farla… alle mie amiche, ed era un po' come quel grazioso giuoco, quello che voi, conte, conoscete così bene…
(stupidamente) Il bézigue?
Ma no!.. Un giuoco di bigliardo…
Ah! La carambole…
Benissimo!.. la carambola: urtarne due per non fermarsi, possibilmente, a nessuna… E quelli, poi, che mi facevano la corte per non farla che a me, avevano un'aria così indolente, così pigra, così stanca – peggio di Rivoli, veh!..
(si dirizza d'un subito in piedi, a guisa d'una molla.)
(continuando)… che non avrei osato di sceglierne uno senza sentire il dovere di dirgli: «Scusi l'incomodo».