Al suo fianco, Saylor sentì lo sguardo di Padre Matthew su di lei. Aveva appena officiato un matrimonio. Saylor sperava che avrebbe presieduto quello suo e di Nick. Se il pastore avesse visto Nick fare lo scemo con quelle due donne, avrebbe potuto fraintendere.
Ma Padre Matthews non stava guardando lei. Non guardava nemmeno Nick. Sghignazzava verso Jeff e gli dava delle pacche sulla spalla.
"Allora sarai il prossimo?" disse Padre Matthews.
"Se solo fossi così fortunato," fu la risposta di Jeff.
Con la mano destra, Jeff si strofinò il braccio sinistro. Il sinistro era posto in un’imbracatura, ferito e intorpidito dopo la sua ultima missione militare, che aveva tolto la vita a suo padre e aveva portato gli uomini del Presidente lì, al Silver Star Ranch.
Quei sei uomini dell’unità di suo padre erano stati lì al Silver Star Ranch per poco più di una settimana. E in quel tempo, uno di loro aveva conosciuto, si era innamorato e aveva sposato la figlia maggiore del loro ex comandante.
Era stato il generale Abe Silver a far promettere ai suoi uomini prima della sua morte di dare un’occhiata alle sue figlie. Era stato il generale a scrivere nel suo testamento che affinché le sue figlie potessero tenere il ranch, dovevano sposarsi tutte o il terreno e la casa in cui erano cresciute sarebbe andato alla loro ex matrigna, che non avrebbe esitato a vendere il terreno e intascarsi il profitto. Catherine, o Crudelia, come le sorelle Silver avevano cominciato a chiamare la loro matrigna, era ancora arrabbiata del fatto che il suo ex marito avesse scelto di tornare dalla sua prima moglie.
Quella mossa non aveva sorpreso per nulla Saylor. Il primo amore non muore mai, le aveva detto sua madre. Nick era stato il primo amore di Saylor. Sarebbe sempre tornata da lui.
Anche se non si era alzato per andare da lei quando il matrimonio era finito.
Jeff tese il braccio per Saylor. Era il suo braccio destro. Saylor esitò, ma prese il suo braccio. Appena cominciarono la camminata lungo la navata e verso i tavoli apparecchiati per il ricevimento, non si sentì più tanto sola.
Si sentiva stanca. Voleva chiudere gli occhi e seguire Jeff. Voleva sprofondare nel suo calore accogliente e addormentarsi. Voleva mettere le dita tra le sue mani e chiedergli di non lasciarla andare.
Gli occhi di Saylor si spalancarono. Scosse la testa per liberare la mente. Da dove venivano quei pensieri?
"Stai bene?" Chiese Jeff, con la voce bassa così che solo lei potesse sentire.
"Certo," disse Saylor. "Perché non dovrei?"
"È un grande cambiamento. Tua sorella si è sposata." Jeff la guardò negli occhi, vedendo più di quanto lei volesse mostrare. Il suo sorriso era dolce. I suoi lineamenti non la stavano giudicando per ciò che chiaramente aveva visto. "Pensi che sarai la prossima?"
Saylor voleva ridere tanto quanto voleva piagnucolare. Voleva essere la prossima. Avrebbe voluto essere la prima sorella Silver a sposarsi, sin da quando era abbastanza grande per sapere cosa fosse il matrimonio.
Voleva un ragazzo che la guardasse e la scegliesse come moglie, come amore della sua vita. "Sì, voglio essere la prossima."
"La prossima per cosa?"
E come se niente fosse. La stanchezza che aveva provato, la solitudine che la avvolgeva, la abbandonarono con il suono della sua voce.
"Ehi, Nick," disse Saylor.
Lasciò il braccio di Jeff e prese quello del suo ragazzo. Le mani di Nick erano sul suo telefono. E anche il suo sguardo. Ma era lì. Si era lasciato alle spalle quelle altre donne ed era andato da lei. Tornava sempre da lei.
"La prossima a sposarsi," disse Jeff.
Ciò fece alzare lo sguardo di Nick. Saylor rimase completamente immobile nel silenzio. Un'altra ciocca le svolazzò in faccia, ma la sua visione era chiara.
Invece di sorridere dolcemente a Saylor, le sopracciglia di Nick arrivarono fino all’attaccatura dei capelli. Le sue labbra si trasformarono in un broncio. Il suo naso si arricciò come se sentisse l’odore di qualcosa di marcio.
E poi scoppiò a ridere. "Siamo troppo giovani per sposarci. Personalmente, non ho intenzione di farlo finché non avrò almeno trentacinque anni. Bisogna spassarsela, no?"
Nick alzò la mano per battere il pugno.
Jeff non alzò il pugno.
Nick abbassò lo sguardo verso la mano sinistra di Jeff, al sicuro nell’imbracatura. "Oh, scusa, amico."
Nick non sembrava affatto dispiaciuto. Il volto di Saylor ardeva per i modi del suo ragazzo. Voleva spiegare a Jeff che Nick non sempre notava le cose. Che a volte le diceva grosse. Che non sempre era consapevole dei sentimenti delle altre persone.
Non ne ebbe l’occasione.
Jeff diede le spalle a Nick. Il suo sguardo era concentrato su di lei. Alzò la mano destra, la mise sulla sua spalla e le diede una strizzata.
"Mi concederai un ballo più tardi?" Disse Jeff.
Di nuovo il suo tocco la pervase di calore. Era un calore calmante, rassicurante, come una coperta riscaldata in una notte fredda. Saylor non riusciva a ricordare l’ultima volta che aveva dormito tutta la notte. Scommetteva che ci sarebbe riuscita se Jeff fosse stato la sua coperta.
Di nuovo, dovette sbattere le palpebre e scacciare quel pensiero errante. Scosse la testa come per rifiutare.
"Oh, no," si affrettò a dire. "Voglio dire, non devi."
Jeff le rivolse un sorriso a denti stretti. Con un leggero inchino come se fosse uscito da un romanzo storico, si sistemò e girò sui tacchi. Portando con sé il calore e il conforto e lasciandola da sola con Nick.
Capitolo Due
Jeff si massaggiò la pelle sul braccio sinistro. La mano destra strizzava e massaggiava, ma lui non sentiva niente. Avrebbe voluto che anche il resto del suo corpo fosse così fortunato. Il suo corpo era inondato di sensazioni. Il cuore per lo più.
Sin dal primo giorno lì, dalla prima volta che l’aveva vista, sembrava che il suo cuore stesse facendo un’audizione come acrobata in un circo. Aveva fatto un salto mortale la prima volta che lo sguardo di Saylor Silver si era posato su di lui. Aveva fatto un salto in alto quando gli aveva sorriso così dolcemente mentre la presentavano agli uomini della sua unità. Era stato un sorrisetto, perché doveva allungarsi per salutare tutti e sei gli uomini del Presidente. La curva delle sue labbra non mostrava interesse verso di lui. Solo cortesia.
Saylor era cortese. Era gentile. Era premurosa.
Quando il suo sguardo era scivolato sul suo braccio penzoloni, aggrottò la fronte. Non per un interesse macabro come alcune. O per idolatria come altre. Nemmeno per una pietà ingiustificata come alcune donne che aveva conosciuto negli ultimi mesi. Donne sole che lo guardavano con uno sguardo calcolatore, che potevano prendersi cura di lui e guadagnarsi il suo amore eterno.
A Jeff non interessava un tale scambio. Per lui l’amore era incondizionato. Non commerciale. Non era un dare e avere. Solo un cuore aperto donato incondizionatamente senza politica sui resi.
Quindi quando il suo sguardo incontrò quello di Saylor Silver e il suo cuore sprofondò, lo seppe.
Saylor l’aveva guardato e gli aveva sorriso. Aveva guardato il suo braccio e l’aveva valutato. Ma quelle valutazioni non erano su come renderlo debitore nei suoi confronti. Saylor vide una ferita che voleva curare perché era semplicemente il suo istinto.
Nell’ultima settimana, lui l’aveva vista stare in piedi per quarantotto ore filate con un’attempata giumenta incinta. A confortare la vecchietta mentre dava alla luce il suo ultimo puledro. Lui l’aveva guardata da lontano mentre steccava la zampa rotta di un gallo. Gli altri ragazzi erano rimasti delusi del fatto che non avrebbero mangiato insalata di pollo a pranzo.