Il Castello Della Bestia. Aurora Russell. Читать онлайн. Newlib. NEWLIB.NET

Автор: Aurora Russell
Издательство: Tektime S.r.l.s.
Серия:
Жанр произведения: Современные любовные романы
Год издания: 0
isbn: 9781802500509
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tempo prima, e in diverse città del Maine meridionale, ma Grant’s Cliff sembrava più... autentica, in qualche modo, come se fosse un luogo destinato agli abitanti del posto quanto ai turisti. Dato che un altro nome del Maine era “Vacationland” – diamine, lo avevano scritto anche sulle targhe automobilistiche – pensò che forse quell’aspetto fosse insolito per una città costiera. C’erano diverse boutique tra cui scegliere, ma era preoccupata che non fossero proprio il suo stile e che i vestiti in vendita non fossero del tutto appropriati per correre dietro tutto il giorno dietro a un bambino di quattro anni. Con sollievo, individuò un minuscolo centro commerciale proprio ai margini del centro della città: era la versione più piccola di un grande magazzino che avesse mai visto. Tuttavia, riconobbe il nome e immaginò che avrebbe trovato tutto il necessario.

      Monsieur Hormet, dopo averla aiutata a scendere dall’auto, la seguì all’interno e lei si sentì quasi come una celebrità con il suo piccolo entourage. Tutti, beh, tutti e cinque gli altri clienti, si girarono a guardarla, e lei arrossì, prima di dirigersi verso la sezione dei vestiti da donna. All’inizio fu parsimoniosa in quello che sceglieva, ma poi, ricordando le istruzioni di Monsieur Reynard di non essere troppo tradizionalista, aggiunse, alla sua pila di abiti, diversi top e maglioni fatti a maglia e pratici pantaloni. Quando arrivò a calze, biancheria intima e camicie da notte, Monsieur Hormet si schiarì la gola e guardò di proposito altrove, cosa che la fece sorridere. Avrebbe anche potuto giurare che un leggero rossore colorasse le guance consumate dal tempo di quel brav’uomo.

      Portò tutto quello che aveva scelto nel camerino, con l’aiuto di una commessa che doveva avere diciassette anni, e cominciò a provare il primo vestito. Mentre si infilava i jeans foderati di pile e il maglione, si rese conto di non essere sola.

      “...pericoloso lassù. Non lascerò che Caitlin e Connor vadano a giocare lì, visto che la bestia è tornata.”

      Non riuscì a distinguere ogni parola della conversazione sommessa delle donne, ma le sue orecchie praticamente bruciarono, sentendo qualcun altro menzionare la bestia. Che diamine?

      “...non sicuro ... dovrebbe essere illegale ... quel ragazzino.” La voce dell’altra donna era ancora più bassa, ma le sue parole più urgenti.

      Quando Veronica sentì le porte del camerino accanto al suo aprirsi, si affrettò a finire di infilarsi il maglione, ma era troppo tardi per vedere qualcosa di più delle spalle di due donne che camminavano lungo lo stretto corridoio centrale del reparto femminile. Cosa avevano voluto dire? Da come ne parlavano, sembrava più che si stessero riferendo a una persona piuttosto che a un animale, ma chi chiamerebbe una persona “bestia”? E perché? Lei e Jean-Philippe sarebbero stati al sicuro durante le escursioni giornaliere che lei stava già pianificando mentalmente per loro due?

      La commessa adolescente la stava aspettando, e l’entusiasmo genuino della ragazza per le sue scelte le fece presto dimenticare la strana conversazione. Finì per comprare un completo nuovo per ogni giorno della settimana – dimostrando che poteva essere non poi così pratica – insieme a un sufficiente assortimento di biancheria intima. Si sentì un po’ in colpa per aver comprato un paio di scarponi da trekking impermeabili super comodi, perché in realtà non possedeva quel tipo di scarpe da quando era bambina. Inoltre, era ragionevolmente certa che Monsieur Reynard sarebbe rimasto sconvolto da chiunque possedesse qualcosa di così pratico. Infatti, cercò di pagare lei stessa gli stivaletti, ma era già stato messo tutto insieme sul conto. Decise che avrebbe ripagato Monsieur Reynard e spiegato l’errore, dato che avrebbe comunque dovuto comprare qualcosa come quelle calzature per il nuovo lavoro. All’ultimo minuto, aggiunse anche un abito, dal momento che non era davvero sicura di cos’altro avrebbe comportato il suo lavoro. Non riusciva ancora a capire quale fosse lo stile di vita al castello e voleva essere preparata e, se possibile, evitare di indossare di nuovo il suo abito da colloquio.

      Sorrise tra sé e sé mentre se ne andavano, finché non si rese conto che tutti la stavano di nuovo fissando. La studiavano, a dire il vero. Rivolse un vago sorriso al negozio in generale e pensò che non dovevano esserci molti visitatori in quel periodo dell’anno. Tuttavia, era stato strano.

      Dopo aver messo le borse in macchina, fermò Monsieur Hormet prima che rientrassero. «C’è un negozio di caramelle o di giocattoli?»

      Lo scintillio nei suoi occhi le disse che sapeva perché lo stava chiedendo. «Ce ne sono diversi, ma la maggior parte sono ancora chiusi per la stagione. Lì c’è un bel negozietto di souvenir che vende cose buffe e dolcetti.» Le indicò l’isolato successivo, ma quando fece per seguirla, lei lo fermò.

      «No, no... lei rimanga qui. Ci metterò solo cinque minuti.» L’aria era ancora fresca, ma un po’ di sole doveva aver finalmente fatto breccia nel grigiore precedente, e le piaceva come faceva sentire tutto più gradevole. Poteva vedere e sentire l’oceano da quasi tutte le parti del piccolo centro. Sembrava davvero un pittoresco villaggio di pescatori del New England con rifiniture raffinate.

      Il negozio di souvenir era strapieno di ogni sorta di cose, e lei immaginò che sarebbe stato il paradiso di un bambino. Aveva di tutto, dalle aragoste a molla alle caramelle sfuse e cioccolatini, mescolati a occhiali da sole, magliette e tutte le solite cose da turisti. Quando entrò, una donna stava parlando con la commessa, ma la conversazione si fermò non appena il campanello sopra la porta suonò, annunciando la sua presenza. Eppure, pensava di aver sentito “lavora per la bestia.”

      «Buongiorno» azzardò, usando il suo tono più amichevole.

      Le due donne sorrisero, ma non risposero.

      Consapevole che Monsieur Hormet la stava aspettando, fece un rapido giro del negozio e fu felice di trovare un piccolo set di creature marine di plastica. Pensò che a Jean-Philippe sarebbe piaciuto e che sarebbe stato qualcosa che avrebbero potuto portare con loro e con cui giocare durante una scampagnata, e su cui inventare storie. Alla cassa, prese anche un paio di pezzi di caramelle salate fatte in loco, solo perché, beh... yum. Magari avrebbe potuto sgranocchiarne una mentre tornava a casa. La commessa le fece il conto in totale silenzio, mentre l’altra acquirente stava in disparte, ma Veronica avvertì i loro sguardi su di sé, mentre entrambe la guardavano uscire. Veronica combatté l’impulso di spazzolarsi la schiena per essere sicura che qualcosa non si fosse incollato in quel punto. Si supponeva che gli abitanti del Maine fossero più amichevoli dei bostoniani, che potevano essere un po’ scontrosi, ma… wow. Cos’aveva quella città?

      Il viso di Monsieur Hormet si atteggiò in un sorriso quando vide cosa aveva comprato.

      «Ottima scelta, Mademoiselle» disse, aprendole la portiera per farla entrare.

      «Grazie, e spero che mi chiamerà Veronica. Monsieur Reynard ha detto che avrebbe informato tutti, ma probabilmente non ne ha avuto il tempo...»

      «Certo, Mademoiselle Veronica. Con piacere» rispose Monsieur Hormet, e lei dovette nascondere un suo sorriso. Beh, almeno l’aveva chiamata Veronica... più o meno.

      Dopo il breve viaggio di ritorno al castello, l’uomo insistette per portarle le borse nella sua stanza.

      «Ha un po’ di tempo libero, Mademoiselle Veronica. Monsieur Reynard e Jean-Philippe non la aspettano per cena prima delle sei e mezzo. Yvette probabilmente farà il bagno a Jean-Philippe.»

      Veronica guardò di nuovo la vista spettacolare, poi sorrise ampiamente a Monsieur Hormet. «Grazie... allora penso che resterò fuori ancora un po’, per fare una passeggiata veloce, se va bene.»

      L’uomo più anziano annuì. «Ovviamente. Tutta questa terra, praticamente tutto ciò che può vedere, in effetti, appartiene ai Reynard, quindi puoi andare ovunque senza sconfinare. C’è un sentiero che porta a una piccola spiaggia.» Lui indicò quella che sembrava essere una spaccatura tra le rocce a circa quattrocento metri alla sua destra. «È una discesa facile e pittoresca, anche se l’acqua può essere troppo agitata per nuotare. Non che oggi faccia abbastanza caldo per prenderlo in considerazione, comunque.»

      «Merci encore, Monsieur Hormet» rispose Veronica, avviandosi in quella direzione. Quell’uomo era semplicemente adorabile, anche se i suoi modi erano un po’ austeri.

      Il