Noi?
Tutto ciò che aveva detto sembrava sincero e il suo sguardo che non aveva mai abbandonato i suoi occhi sembrava volerlo confermare.
In ogni caso, avrebbe dovuto essere un bugiardo di prim’ordine, un seduttore spezza cuori.
Non importava quanto lei volesse credergli, quanto le parole di lui facessero vibrare le sue emozioni, quanto lei fosse attratta da lui, era necessario che mantenesse la mente lucida.
Doveva rallentare le cose per assicurarsi di conoscerlo, prima di fare qualcosa di cui si sarebbe pentita.
Il cameriere portò le loro pietanze e Richard lasciò andare la sua mano, interrompendo quel flusso di energia che si scatenava tra loro creando dipendenza.
Shock.
Senso di abbandono.
I classici segnali c’erano tutti.
Frustrazione, pensieri ossessivi, bisogno fisico... E tutto perché era lì seduto davanti a lei come un raro pezzo di carne fuori della sua portata.
Rallentare le cose sarebbe stato molto difficile.
Non appena il cameriere si allontanò dirigendosi verso un altro tavolo, Richard la scosse dalle sue riflessioni dicendo: “Ti piacerà moltissimo”.
Eva tagliò la bistecca che sanguinò sul piatto.
Perfetto.
Tenera, rossa, succosa, così come lui le aveva promesso.
Assaporò il crudo sapore metallico nella sua bocca.
“Mmm... Hai ragione.
È squisita”.
Richard finì il vino e la guardò fisso negli occhi.
“Tu sei squisita”.
Le guance di lei passarono dal rosa al rosso fuoco.
“Grazie.
Sei molto gentile”.
Segnali contrastanti?
Non ce n’erano.
Non stava cercando di nascondere l’attrazione nei suoi confronti.
Un buon inizio, davvero un buon inizio, ma lui doveva trovare desiderabili anche la sua mente e il suo carattere, bagaglio, difetti e insicurezze inclusi.
“Sto solo dicendo la verità”.
Lei scrutò nei suoi occhi alla ricerca di uno scorcio della sua anima, della sua essenza.
“Davvero?
Come faccio a esserne sicura?”
“Non puoi. Devi solo fidarti di me.
Perché una relazione funzioni è necessario che ci sia fiducia, non trovi?”
Senza dubbio.
Doveva fidarsi fino a che non avesse tradito le sue aspettative.
“Sì”.
Lui sorrise strofinandosi le mani.
“Ok, ora che ci siamo chiariti, finiamo le nostre bistecche così da poter passare al dessert”.
Finirono il loro pasto in un silenzio carico di tensione dovuta all’attrazione, con occasionali sguardi infuocati tra un boccone e l’altro.
Le tornò in mente il bacio incandescente della sera precedente e i suoi sensi si riaccesero.
Presto sarebbero rimasti soli nella macchina di lui al drive-in, lontani dai curiosi occhi indiscreti della polizia, e il solo pensiero delle intime attività in cui avrebbero potuto indulgere le accelerò il battito.
Una volta che il cameriere ebbe rimosso i loro piatti, Richard la guardò negli occhi.
“Ora, riguardo al dessert...”
Eva si batté sullo stomaco.
“Ho mangiato più che abbastanza,
forse giusto un caffè”.
“Ma dai,
prendiamone almeno uno in due.
Non mi abbandonare”.
Abbandonare?
Chi ha detto che lo voglio abbandonare?
I brividi attraversarono il retro del suo collo.
Aveva davvero un talento naturale per identificare e sfruttare un punto debole.
Eva gettò uno sguardo verso la vetrina dei dolci sopra la spalla di lui.
“La meringa al limone sembra deliziosa”.
“Presa.
Adoro la meringa al limone”.
“Davvero?”
Fece il segno di croce sul cuore sul suo petto vigoroso.
“Lo giuro”.
“Cos’altro ti piace?”
chiese Eva.
Lo sguardo che le lanciò non era semplicemente infuocato,
qualcosa di più profondo brillava nei suoi occhi, una sorta di adorazione, e per un momento lei desiderò che lui rispondesse tu.
“Mmm... A parte la compagnia eccellente e il buon cibo, l’osservare e l’interpretare il comportamento degli altri e le sue cause...”
Questa non è una sorpresa.
“La genetica, risolvere i rompicapo, la poesia, leggere romanzi e andare all’opera”.
“Wow.
Abbiamo veramente moltissime cose in comune.
Anche se io non sono troppo ferrata in genetica e nel risolvere criptici rompicapi”.
“Scommetto che sei più brava di quanto pensi”, disse.
Lei sollevò le sopracciglia in un’espressione ‘io non dubiterei’.
Lui ridacchiò e la sua voce sensuale scorse nelle sue vene come stuzzicante champagne pieno di bollicine.
“Ok, non ti metterò alla prova... Non ancora.
Continuerò con qualcosa di rassicurante, qualcosa nella tua comfort zone”.
Lei sollevò gli occhi al cielo, una risposta che nemmeno anni di cinghia in collegio erano riusciti a estirpare da lei.
“Sei così premuroso”.
“Lo sono, vero?”
ghignò lui.
“Dimmi, qual è il tuo libro preferito?”
“Di sempre?
Questa è difficile”.
Nel frattempo lei scorreva nella sua mente il catalogo dei libri che aveva letto.
“Attualmente sto attraversando una fase in cui mi piacciono i classici... Se dovessi sceglierne uno direi Nord e Sud, di Elizabeth Gaskell”.
“Oh, ottima scelta”.
“L’hai letto?”
Quest’uomo era una sorpresa continua.
Le labbra di lui si curvarono in un sorriso orgoglioso.
“Certo che l’ho letto.
Non mi dispiace leggere i classici,
mi aiutano con la poesia”.
Intelligente, bello, gentile e creativo.
Richard incarnava il suo Cupido in terra.
“Scrivi poesie?
Mi piacerebbe leggerne qualcuna”.
Una