mandò la scala, onde era a lei venuto
un drudo suo, di chi egli non sa il nome,
che s'avea, per non esser conosciuto,
cambiati i panni e nascose le chiome.
Soggiunse che con l'arme egli volea
provar tutto esser ver ciò che dicea.
66
Tu puoi pensar se 'l padre addolorato
riman, quando accusar sente la figlia;
sì perché ode di lei quel che pensato
mai non avrebbe, e n'ha gran maraviglia;
sì perché sa che fia necessitato
(se la difesa alcun guerrier non piglia,
il qual Lurcanio possa far mentire)
di condannarla e di farla morire.
67
Io non credo, signor, che ti sia nuova
la legge nostra che condanna a morte
ogni donna e donzella, che si pruova
di sé far copia altrui ch'al suo consorte.
Morta ne vien, s'in un mese non truova
in sua difesa un cavallier sì forte,
che contra il falso accusator sostegna
che sia innocente e di morire indegna.
68
Ha fatto il re bandir, per liberarla
(che pur gli par ch'a torto sia accusata),
che vuol per moglie e con gran dote darla
a chi torrà l'infamia che l'è data.
Chi per lei comparisca non si parla
guerriero ancora, anzi l'un l'altro guata;
che quel Lurcanio in arme è così fiero,
che par che di lui tema ogni guerriero.
69
Atteso ha l'empia sorte, che Zerbino,
fratel di lei, nel regno non si truove;
che va già molti mesi peregrino,
mostrando di sé in arme inclite pruove:
che quando si trovasse più vicino
quel cavallier gagliardo, o in luogo dove
potesse avere a tempo la novella,
non mancheria d'aiuto alla sorella.
70
Il re, ch'intanto cerca di sapere
per altra pruova, che per arme, ancora,
se sono queste accuse o false o vere,
se dritto o torto è che sua figlia mora;
ha fatto prender certe cameriere
che lo dovrian saper, se vero fôra:
ond'io previdi, che se presa era io,
troppo periglio era del duca e mio.
71
E la notte medesima mi trassi
fuor de la corte, e al duca mi condussi;
e gli feci veder quanto importassi
al capo d'amendua, se presa io fussi.
Lodommi, e disse ch'io non dubitassi:
a' suoi conforti poi venir m'indussi
ad una sua fortezza ch'è qui presso,
in compagnia di dui che mi diede esso.
72
Hai sentito, signor, con quanti effetti
de l'amor mio fei Polinesso certo;
e s'era debitor per tai rispetti
d'avermi cara o no, tu 'l vedi aperto.
Or senti il guidardon che io ricevetti,
vedi la gran mercé del mio gran merto;
vedi se deve, per amare assai,
donna sperar d'essere amata mai:
73
che questo ingrato, perfido e crudele,
de la mia fede ha preso dubbio al fine:
venuto è in sospizion ch'io non rivele
a lungo andar le fraudi sue volpine.
Ha finto, acciò che m'allontane e cele
fin che l'ira e il furor del re decline,
voler mandarmi ad un suo luogo forte;
e mi volea mandar dritto alla morte:
74
che di secreto ha commesso alla guida,
che come m'abbia in queste selve tratta,
per degno premio di mia fé m'uccida.
Così l'intenzion gli venìa fatta,
se tu non eri appresso alle mia grida.
Ve' come Amor ben chi lui segue, tratta! —
Così narrò Dalinda al paladino
seguendo tuttavolta il lor camino.
75
A cui fu sopra ogn'aventura, grata
questa, d'aver trovata la donzella
che gli avea tutta l'istoria narrata
de l'innocenza di Ginevra bella.
E se sperato avea, quando accusata
ancor fosse a ragion, d'aiutar quella,
via con maggior baldanza or viene in prova,
poi che evidente la calunnia truova.
76
E verso la città di Santo Andrea,
dove era il re con tutta la famiglia,
e la battaglia singular dovea
esser de la querela de la figlia,
andò Rinaldo quanto andar potea,
fin che vicino giunse a poche miglia;
alla città vicino giunse, dove
trovò un scudier ch'avea più fresche nuove:
77
ch'un cavallier istrano era venuto,
ch'a difender Ginevra s'avea tolto,
con non usate insegne, e sconosciuto,
però che sempre ascoso andava molto;
e che dopo che v'era, ancor veduto
non gli avea alcuno al discoperto il volto;
e che 'l proprio scudier che gli servia,
dicea giurando: — Io non so dir chi sia. —
78
Non cavalcaro molto, ch'alle mura
si trovar de la terra e in su la porta.
Dalinda andar più inanzi avea paura;
pur va, poi che Rinaldo la conforta.
La porta è chiusa, ed a chi n'avea cura
Rinaldo domandò: — Questo ch'importa? —
E fugli detto: perché 'l popol tutto
a