La signora Jackson non li stava aspettando per saltarli addosso. Dane non sapeva se esserne felice o preoccupato. "Mi chiedo dove sia mamma…" Reese passò oltre Dane e Carter per andare nella salone. "Mamma" la chiamò.
La signora Jackson graziosamente scese le scale e aveva la testa alta mentre si avvicinava a loro. "Era ora che arrivaste. Perché siete in ritardo?"
"Mamma" – Carter si toccò la punta del naso – "La cena è alle sei. Sono le cinque e mezza".
"Esattamente" – rispose – "Siete in ritardo. L'aperitivo è un'ora prima della cena".
Dane trattenne l'impulso di ridere. Soprattutto perché Carter avrebbe volentieri tirato fuori la pistola e si sarebbe sparato se avesse potuto. Il suo collega aveva davvero poca pazienza per sua madre e si era già esaurita con una breve frase. "Ci scusiamo per il nostro ritardo". Fece un cenno alla signora Jackson. "C'è qualcosa che possiamo fare per aiutarla con la cena?"
"Ti stai offrendo di servire a tavola?" – alzò un sopracciglio – "Appartieni ad una classe sociale inferiore, quindi ha senso, ma no. È tutto sotto controllo. Siediti e tieni i tuoi pensieri per te. Non voglio che li condivida con noi né che tu dia dei consigli alle mie figlie. È già abbastanza brutto che entrambe siano uscite con lo stesso patrimonio genetico, non voglio che scivolino in ranghi sociali ancora più bassi".
Cosa avrebbe detto se si fosse ricordata che anche lui proveniva dallo stesso patrimonio genetico, come lei aveva detto? Dane si rifiutò di lasciarsi infastidire dalla vecchia strega. Claire, invece, non si faceva problemi. "Datti una calmata, mamma. Dane è un brav'uomo e non può essere giudicato da te né nessun altro solo per le circostanze della sua nascita – cosa di cui non ha colpa". Puntò il dito verso di lei. "Inoltre sei stata tu quella che ci ha spinte verso quell'uomo spregevole. Tu eri stregata dal suo fascino. Sono felice di aver smesso di darti retta da molto tempo e di aver seguito il mio cuore".
"Mmm" La signora Jackson la guardò. "Sei sempre così schietta".
"Ci provo" – sorrise – "Ad ogni modo io e Matt ci sposeremo. Non ti preoccupare. Non mi aspetto che ti congratuli con noi".
Durante gli scambi di battute, tutti erano rimasti in silenzio, soprattutto Reese. Era come se stesse cercando di evitare l'attenzione di sua madre. Dane aveva intenzione di chiederglielo non appena ne avrebbe avuto l'occasione. Non era mai sembrata il tipo da rannicchiarsi in un angolo, ma era l'ombra di se stessa. Odiava vederla così sconfitta. La vera domanda era chi l'aveva ridotta così: Nolan, sua madre o entrambi?
"Se volete scusarmi, vado a finire di preparare la cena. Dovete essere a tavola alle sei in punto". Con quelle parole la signora Jackson scomparve. Sarebbe stata una serata infernale…
Carter si girò verso tutti e disse "Ho bisogno di un drink e anche voi se volete sopravvivere a questa cena. Seguitemi e vi offrirò la salvezza".
Dane non era uno stupido e lo seguì. Probabilmente avrebbero avuto bisogno di più di un drink per sopravvivere alla lingua affilata della signora Jackson. Tutti erano dello stesso parere e Carter iniziò a versare lo scotch in diversi calici e glieli offrì come bomboniere. Nessuno li rifiutò…
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