“Ce l’ho un cavallo,” rispose guardando il bel destriero che aveva cavalcato durante la battaglia contro gli uomini del Lord e che ora era legato dall’altra parte del cortile.
Baylor sorrise.
“Quello non è un cavallo,” le disse.
Poi guardò suo padre che gli fece un cenno e Kyra cercò di capire cosa stesse succedendo.
“Seguimi,” le disse. E senza aspettare improvvisamente si voltò e si diresse rapidamente verso le scuderie.
Kyra lo guardò andare, confusa, poi guardò suo padre. Lui annuì.
“Seguilo,” disse. “Non te ne pentirai.”
Kyra attraversò il cortile ricoperto di neve insieme ad Anvin, Arthfael e Vidar, dirigendosi felice verso le basse scuderie di pietra in lontananza. Mentre camminava Kyra si chiese cosa avesse inteso dire Baylor, chiedendosi quale cavallo avesse in mente per lei. Nella sua testa un cavallo non era poi tanto diverso da un altro.
Mentre si avvicinavano alla scuderia, ora ad almeno cento metri di distanza, Baylor si voltò verso di lei sgranando gli occhi per il piacere.
“La figlia del nostro signore avrà bisogno di un bel cavallo che la porti ovunque debba andare.”
Il cuore di Kyra iniziò a battere più rapidamente: non le era mai stato dato un cavallo da Baylor prima d’ora, un onore generalmente riservato solo ai guerrieri che spiccavano di più. Aveva sempre sognato di averne uno quando fosse stata abbastanza grande e se lo fosse guadagnato. Era un onore di cui neppure i suoi fratelli più grandi ancora non godevano.
Anvin annuì con orgoglio.
“Te lo sei guadagnato,” le disse.
“Se sei in grado di gestire un drago,” aggiunse Arthfael con un sorrise,” puoi sicuramente fare lo stesso anche con un cavallo da maestro.”
Mentre le scuderie si facevano più vicine, una piccola folla iniziava a raccogliersi lì attorno unendosi a loro mentre camminavano. Gli uomini fecero una pausa dal raccogliere armi, chiaramente curiosi di vedere dove la stessero portando. Anche i suoi due fratelli più grandi, Brandon e Braxton, li seguirono guardando Kyra senza parole e con la gelosia negli occhi. Distolsero subito lo sguardo, come al solito troppo orgogliosi per riconoscere il suo valore, tantomeno per offrirle un qualche apprezzamento. Tristemente Kyra non si sarebbe aspettata niente di diverso da parte loro.
Udì dei passi e sollevò lo sguardo, felice di vedere l’amica Dierdre che pure si univa a lei.
“Ho sentito che te ne andrai,” disse portandosi al suo fianco.
Kyra continuò a camminare accanto alla nuova amica, confortata dalla sua presenza. Ripensò al tempo passato insieme a lei nella cella del governatore e alla sofferenza che aveva dovuto sopportare prima di fuggire. Si sentiva fortemente legata a lei. Dierdre aveva attraversato un inferno ben peggiore del suo e guardandola Kyra si chiedeva cosa ne sarebbe stato di lei. Si rese conto che non poteva lasciarla sola in quel forte e basta. Con l’esercito diretto verso sud, Dierdre sarebbe rimasta sola.
“Potrei usufruire di un compagno di viaggio,” le disse, un idea prendeva forma mentre la esponeva.
Dierdre la guardò sgranando gli occhi per la sorpresa e sorrise facendo scomparire l’aura di oppressione che l’aveva avvolta fino a pochi istanti prima.
“Speravo davvero che me l’avresti chiesto,” rispose.
Anvin, udendo, si accigliò.
“Non so se tuo padre approverebbe,” si intromise. “Hai degli importanti affari che ti attendono.”
“Non mi intrometterò,” disse Dierdre. “Devo attraversare Escalon in ogni caso. Ho intenzione di tornare da mio padre. E preferirei non viaggiare da sola.”
Anvin si accarezzò la barba.
“A tu padre non piacerà,” disse a Kyra. “Potrebbe essere d’intralcio.”
Kyra posò una mano sul polso di Anvin con fare rassicurante, ma comunque risoluta.
“Dierdre è mia amica,” disse ponendo fine alla questione. “Non la abbandonerò, proprio come tu non abbandoneresti uno dei tuoi uomini. Cos’è che mi hai sempre detto? Mai lasciarsi qualcuno alle spalle.”
Kyra sospirò.
“Posso anche aver contribuito a liberare Deirdre da quella cella,” aggiunse, “ma anche lei mi ha salvata. Sono in debito con lei. Mi spiace, ma ciò che pensa mio padre in questo caso conta poco. Sono io che devo attraversare Escalon da sola, non lui. Lei verrà con me.”
Dierdre sorrise. Si avvicinò a Kyra e la prese sottobraccio con un nuovo moto di orgoglio nel modo di avanzare. Kyra si sentiva bene all’idea di averla con sé nel suo viaggio e sapeva di aver preso la giusta decisine, qualsiasi cosa potesse ora accadere.
Kyra notò i suoi fratelli che le camminavano vicini e non poté fare a meno di sentirsi in un certo modo contrariata che non fossero più protettivi nei suoi confronti, che anche loro non si proponessero per accompagnarla. Erano troppo in competizione con lei. La rattristava che questa fosse la natura della loro relazione, eppure non poteva cambiare le persone. Si rendeva comunque conto che sarebbe stata meglio lontana da lì. Erano pieni di boria e avrebbero solo fatto cose avventate per crearle problemi.
“Anch’io vorrei accompagnarti,” disse Anvin con voce carica di senso di colpa. “L’idea che attraverserai Escalon non mi fa stare per niente bene.” Sospirò. “Ma tuo padre ha bisogno di me ora più che mai. Mi ha chiesto di andare con lui a sud.”
“E io,” aggiunse Arthfael. “Anche io vorrei venire con te, ma mi è stato assegnato il compito di andare a sud con gli uomini.”
“E io invece dovrò restare di guardia a Volis in sua assenza,” aggiunse Vidar.
Kyra era commossa dal loro sostegno.
“Non preoccupatevi,” rispose. “Non ho che tre giorni di cammino davanti a me. Andrà tutto bene.”
“Certo,” si intromise Baylor avvicinandosi. “E il tuo nuovo cavallo lo assicurerà.”
Detto questo Baylor aprì la porta delle scuderie e tutti lo seguirono all’interno del basso edificio di pietra dove l’aria era pregna dell’odore di cavalli.
Gli occhi Kyra lentamente si abituarono alla penombra del posto seguendolo. Le scuderie erano umide e fresche e vi riecheggiavano i rumori dei cavalli eccitati. Sollevò lo sguardo guardandosi attorno e vide davanti a sé file di cavalli meravigliosi, i più belli che avesse mai visto, grandi e forti, morelli e bai, tutti campioni. Era come uno scrigno del tesoro.
“Gli uomini del Lord hanno sempre riservato il meglio per se stessi,” spiegò Baylor mentre camminava dirigendosi baldanzoso verso le poste, a suo agio in quello che era proprio il suo elemento. Toccò un cavallo da una parte e ne accarezzò un altro da un’altra e gli animali sembrarono prendere vita dalla sua presenza.
Kyra camminava lentamente osservando tutto con attenzione. Ogni cavallo era come un’opera d’arte, più grande della maggior parte dei cavalli che aveva visto in vita sua, tutti incredibilmente belli e forti.
“Grazie a te e al tuo drago questi cavalli adesso sono nostri,” disse sentendo il peso della responsabilità, sapendo che sarebbe stata la scelta che poteva capitarle una volta nella vita.
Camminò lentamente accarezzando le loro criniere e sentendo quanto fossero soffici e lisce, sentendo quanto fossero potenti quelle bestie. Era difficilissimo sceglierne uno.
“Come faccio a decidere?” chiese a Baylor.
Lui sorrise e scosse la testa.
“Alleno cavalli da una vita,” rispose. “Li cresco pure e se c’è una cosa che so è che non ci sono due cavalli uguali. Alcuni vengono allevati per la velocità, altri per la resistenza; alcuni hanno una struttura forte e altri sono fatti per portare carichi. Alcuni sono troppo fieri per trainare qualcosa. E altri ancora sono