Prima Che Fugga . Блейк Пирс. Читать онлайн. Newlib. NEWLIB.NET

Автор: Блейк Пирс
Издательство: Lukeman Literary Management Ltd
Серия: Un Mistero di Mackenzie White
Жанр произведения: Современные детективы
Год издания: 0
isbn: 9781094310831
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ma è così” rispose lui, alzandosi.

      “Te lo lascerò credere per un po’” disse Marie mordicchiandogli il collo. Lui si spostò e Marie sentì le sue mani su di sé – una sulla schiena, l’altra dietro la nuca. “Ma sappiamo tutti e due qual è la veri…”

      Senza preavviso, lui la afferrò per i capelli e le tirò la testa in avanti con violenza, facendole sbattere la fronte contro il ginocchio.

      “Ma che…”

      Prima che riuscisse a formulare la domanda, lui le fu addosso, premendole con tutto il peso sulla schiena. La testa le girava per il colpo, e per un momento Marì non capì dove fosse.

      Provò a spingere con le mani a terra per divincolarsi, ma lui le afferrò di nuovo i lunghi capelli biondi e stavolta le sbatté la testa sul pavimento. Marie cercò di resistere, ma il mondo prese a vorticarle intorno e un dolore lancinante si irradiò nella sua testa.

      Da quello che le sembrava un luogo lontano, era vagamente cosciente di lui che le sfilava i pantaloni. Poi tutto diventò nero per un momento, e Marie rinvenne solo perché sentì la sua bocca vagarle famelica sul corpo.

      Non aveva senso. Si lasciava sempre fare di tutto e, in cambio, gli faceva tutto quello che voleva, quindi perché…?

      Anche quel pensiero fu interrotto dall’oscurità che andava e veniva. Solo che stavolta durò molto più a lungo.

***

      Era stato molto più impegnativo di quanto pensava, ma riuscì infine a rilassarsi verso le due di notte. La parte più difficile era stato farle perdere conoscenza. Semplicemente, non sapeva di esserne capace. Strozzare qualcuno era una cosa; era solo questione di convincersi a farlo, poi fare pressione con le mani sul collo. Ma sbattere la testa di Marie per terra aveva richiesto più grinta di quello che si era aspettato.

      Una volta che Marie era svenuta, il resto era stato laborioso ma piacevole. Mentre procedeva, aveva iniziato a sentirsi più a suo agio con la decisione che aveva preso.

      Jo Haley e Christine Lynch le aveva uccise e basta. Era andato a letto con Jo, ed era stato fantastico; poi l’aveva strangolata quando avevano iniziato il secondo round. Forse era stata colpa del sesso, ma aveva quasi cambiato idea, l’aveva quasi risparmiata. Aveva imparato la lezione e con Christine aveva saltato la parte del sesso. Quando il suo corpo era stato trovato e aveva visto il servizio al telegiornale, era stato come una rivelazione. Gli aveva fatto rivedere il suo modo di operare… non poteva ucciderle e basta.

      Quelle che sarebbero venute dopo Christine, quelle che dovevano essere messe a tacere. Ce ne sarebbero state altre, inclusa Marie. E se non poteva ucciderle e lasciarle lì dov’erano morte, questo significava che avrebbe dovuto escogitare qualcos’altro. Avrebbe dovuto agire con più discrezione, più prudenza.

      Osservò il suo lavoro e pensò che poteva cavarsela benissimo. Era davanti all’armadio per soprabiti nel corridoio. Dentro c’era Marie, completamente nuda e appesa per i polsi alla sbarra orizzontale dell’armadio. Sulla bocca le aveva messo tre pezzi di nastro adesivo rinforzato. Trovava quella posa stranamente seducente e si pentì di non essere andato a letto con lei un’ultima volta.

      Restò lì in piedi ad osservarla e godersi la sensazione di potere per quasi un quarto d’ora, prima che Marie iniziasse a muoversi. Emise un gemito e quando provò a muovere le braccia, si accorse che erano immobilizzate. Questo parve svegliarla del tutto e si alzò in piedi guardandosi intorno febbrilmente. Le faceva male la testa, era nuda, imbavagliata e legata ad una barra di ferro in un armadio; l’uomo con il quale andava a letto regolarmente da due mesi la fissava con malizia.

      Tentò di parlare attraverso il nastro adesivo, e dal tono aveva probabilmente chiesto: “Perché?”

      Poi non riuscì a dire più nulla, quando si rese conto della gravità della situazione.

      Lui si avvicinò e le prese il mento con una mano. Marie cercò di ritrarsi, ma i polsi legati le impedivano ampi movimenti. Lentamente, lui la accarezzò sul collo, sul seno sinistro, per poi scendere verso l’interno coscia. Per la prima volta da quando avevano iniziato ad andare a letto insieme, Marie chiuse con forza le cosce quando lui iniziò ad esplorarla.

      Le rise in faccia e Marie tentò di gridare, ma attraverso il nastro adesivo sembrava il suono di un aspirapolvere lontano. Aveva fatto un ottimo lavoro a tapparle la bocca.

      “È inutile” disse lui. Si sforzò di ignorare le richieste del proprio corpo e l’eccitazione che gli solleticava ogni nervo. Aveva alcune cose importanti da dire e da decidere.

      Marie gemette piano.

      “Io e te dobbiamo parlare di alcune cosette” disse, quindi le mostrò la pistola che aveva tenuto nascosta dietro la schiena. L’aveva comprata due anni prima, ma non l’aveva mai usata. E, sinceramente, non aveva nessuna intenzione di usarla adesso.

      Ma, naturalmente, Marie non poteva saperlo.

      “Se provi a gridare aiuto, ti uccido.” Avanzò di nuovo, appoggiando la sua guancia a quella di Marie. Con la mano libera, la prese per un fianco e la fece avvicinare, poi le puntò la canna della pistola allo stomaco. “Mi credi?”

      Marie annuì freneticamente. Aveva lo sguardo confuso e ferito, e gli occhi le si velarono di lacrime.

      Per un momento, pensò che forse era meglio usare la pistola. Sarebbe indubbiamente stato molto più veloce.

      No… farebbe troppo rumore. E poi mi perderei quel magnifico istante in cui la vita fugge via dai suoi occhi.

      Si appoggiò contro la parete alle sue spalle, tenendo la pistola casualmente, come se fosse una tazza di caffè.

      Poi iniziò a parlare. Spiegò e fece le sue accuse, sforzandosi con tutto se stesso di non strangolarla in quel preciso istante. Riuscì a trattenersi dall’ucciderla persino quando le strappò il nastro adesivo dalla bocca, lasciandola parlare.

      Ma le risposte che ottenne da lei e il modo in cui reagiva… molto presto l’avrebbe sicuramente strozzata. Mentre la legava nell’armadio, per un momento si era quasi convinto che avrebbe potuto lasciarla andare, se gli avesse detto quello che voleva sentire.

      Ma era ridicolo. Lo avrebbe sicuramente denunciato, raccontando tutto quello che le aveva fatto.

      Quindi anche lei sarebbe dovuta morire. Come le altre due.

      Quando formulò quel pensiero, scoprì con piacere che, vittima dopo vittima, l’omicidio diventava un concetto sempre più facile da accettare.

      CAPITOLO NOVE

      Una volta tornati in albergo, Mackenzie concluse la giornata con un bagno caldo. Solitamente non amava usare la vasca da bagno negli alberghi, ma aveva i piedi e i polpacci indolenziti, e la testa le girava. Voleva godersi un po’ di relax. Se non fosse stata incinta di sedici settimane, si sarebbe anche concessa un paio di bicchieri di vino.

      Continuava a rivivere mentalmente la loro visita a casa di William Holland. Il suo istinto le diceva che con ogni probabilità non c’entrava niente con gli omicidi e che gli elementi che si accumulavano contro di lui erano solo coincidenze. Sapeva anche che il fatto che non avesse voluto rivelare loro dove si trovasse la ragazza poteva anche significare solo che si era pentito dei sacrifici che aveva dovuto fare per portare avanti la loro relazione. Lasciare un lavoro abbastanza prestigioso solo per poter fare regolarmente sesso con una donna più giovane sembrava un gran sacrificio, anche se ne era innamorato.

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