Lia. Delio Zinoni. Читать онлайн. Newlib. NEWLIB.NET

Автор: Delio Zinoni
Издательство: Tektime S.r.l.s.
Серия:
Жанр произведения: Научная фантастика
Год издания: 0
isbn: 9788885356016
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avevo mai mangiato pesce di mare, ma il vino, che era fresco, e amarognolo, mi aiutò a comprendere i nuovi sapori.

      Dovetti berne un po’ troppo, perché al momento di andare a letto cercai di abbracciare furtivamente Myrtilla, che mi respinse ridendo.

      La mattina seguente Lektos Ly ci diede il suo addio. Aveva certi amici, a Gyenna. L’avrebbero fatto partire, insieme a Blanche. Per dove? Oltremare. Non poté o non volle essere più preciso.

      Ma prima di lasciarci, consegnò a Baran una lettera con il suo sigillo. – In cambio dei favori che mi avete fatto – disse. – È una lettera di presentazione per il Proto-Archivista di Bejzart XII, Arconte di Argyria.

      â€œCome forse saprete, fra sei mesi inizieranno i festeggiamenti per i duemila anni della fondazione dell’Archìa. Il Proto-Archivista, di nome Gyon Balasco, è un mio... amico. Mi deve dei favori, di cui confido non si sia scordato.”

      Un silenzio particolare aveva accolto questa dichiarazione. Dire che restammo con il fiato sospeso è poco. Avessimo potuto sospendere il battito del cuore, l’avremmo fatto.

       Per parte mia (qui parla il vostro scrivano e notista) potevo ben crederlo. Poiché anche qui nell’oasi, a migliaia di leghe e di dune, a centinaia di fiumi e di foreste, a decine di montagne e di laghi, e a qualche mare di distanza da Morraine e Larissa e Gyenna, e da tutti i luoghi che il viaggiatore ci aveva nominato delle sue Terre di Mezzo (in mezzo a cosa, poi? Se c’è qualcosa che è in mezzo, è questa oasi nel Grande Deserto), anche qui, dico, è noto il nome di Argyria. Anche se, devo aggiungere, la notizia del bi-millenario ci giugeva del tutto nuova. Del resto, il computo degli anni è quanto mai vario da nazione a nazione.

      â€“ Ma certo! – disse Baran, e per la prima volta da che l’avevo conosciuto parlò sotto voce. – Argyria! Ho sentito... tutti abbiamo sentito dei duemila anni di Argyria.

      â€“ Durante questo viaggio – riprese Lektos Ly – ho potuto apprezzare i vostri meriti... come persone e come artisti. La vastità del vostro repertorio, la molteplicità della vostra esperienza, la qualità della vostra recitazione vi pongono senz’altro al pari delle migliori compagnie itineranti delle Terre. Sono certo che anche il sovrano di Argyria saprà apprezzare i vostri numerosi meriti, e confido che non sfigurerete in quella celebrazione...

      â€“ Ly... – Blanche gli sfiorò un braccio con un sorriso di rimprovero.

      â€“ Scusate – disse Ly. – Talvolta dimentico di non essere più... – Fece un gesto vago con la mano.

      Baran si alzò e gli strinse la mano, con energia. – Non potremo mai ringraziarvi abbastanza! – Aveva ritrovato la sua voce.

      Myrtilla lo baciò su una guancia.

      Gertrid abbracciò Blanche. – Vedrai, tutto andrà bene! – le disse. Fui sorpreso di vedere due lacrime agli angoli dei suoi occhi.

      â€“ Fra sei mesi, ricordate! – disse Ly. Come se fosse possibile che lo scordassimo. – Ad Argyria.

      Lektos Ly strinse la mano anche a me, Blanche mi baciò sulla guancia. Ci furono molte altre espressioni di saluto. Poi l’antico Tecnarca di Larissa e la sua compagna uscirono dalla Sirena Australe, e dalle nostre vite.

      Quella sera, dopo aver rappresentato con discreto successo Il Mercante di Qom su una piazza della Vecchia Gyenna (quella di terra) né troppo grande né troppo piccola, e piena per metà, disteso su un letto della Sirena Australe, fra il confortevole russare di Baran e quello di Dumpy Dum, ripensai ad Argyria, terra di favole, di principesse e di cavalieri.

      Non so qui da voi, nel deserto, ma nella terra di Mezzo non esiste un computo comune degli anni. Molte città, fra queste anche Morraine, prendono come punto di partenza la loro fondazione, reale o leggendaria che sia.

      Alcuni regni o principati si affidano a calcoli dinastici. Le repubbliche preferiscono qualche avvenimento decisivo della loro storia. Molte religioni contano gli anni a partire alla nascita di qualche profeta. Fra certi popoli delle montagne è ancora in uso una numerazione che parte da un dio incarnato della Prima Era; la quantità stravagante degli anni così accumulati è per loro argomento di venerazione, per tutti gli altri testimonianza di inattendibilità. Sull’isola di Kyos, gli indovini il primo giorno dell’anno (che naturalmente non è lo stesso primo giorno di altre isole, o città, o nazioni) traggono gli auspici e assegnano a quell’anno un nome particolare. Il sistema è senza dubbio poco pratico, ma per parte mia ho sempre pensato che sia preferibile nascere secondo un nome che secondo un numero.

       Per parte sua, il vostro umile copista può aggiungere che qui, nell’oasi, per trovare il luogo che occupiamo lungo il fiume del tempo, noi consideriamo il corso delle stelle e il loro lentissimo declinare.

      Ebbene, fra tutti questi calendari, quando ci si deve accordare fra città, principati, confederazioni e repubbliche per trovare una data di riferimento comune, quello di Argyria viene preferito in quanto il più antico e venerabile.

      Ma a parte tutto questo, i miei pensieri ruotavano come pianeti attorno ad un’altra stella (se è vero, come sostengono alcuni astronomi, che sono i pianeti a ruotare attorno alle stelle): questa stella era Lia.

      Poiché, se alla festa per i duemila anni di Argyria erano davvero invitati (e chi poteva dubitarne?) i più celebri artisti delle Terre di Mezzo, senza dubbio fra questi non sarebbe mancato Lelius Abramus, con i suo carro pieno di giocolieri, saltimbanchi, pagliacci, eccetera, con i suoi burattini. E Lia.

      (29) IL MERCATO

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      Ci fermammo a Gyenna tre o quattro settimane, non ricordo bene.

      Una notte prese a soffiare un vento caldo e umido, da sud. Mi svegliai con un senso di oppressione, come se l’aria non bastasse a riempirmi i polmoni.

      Gli altri, Baran e Dumpy Dum, dormivano. Astrix aveva trovato alloggio presso amici, a suo dire. Le donne dormivano in un’altra stanza. Non solo avevamo una stanza per noi uomini, ma anche letti singoli. Gyenna è ricca e usa a ricevere molti viaggiatori: benché a buon mercato, la locanda era la più lussuosa in cui mi fossi mai fermato dall’inizio del viaggio.

      I miei compagni producevano i soliti rumori di chi dorme; la casa costruita sull’acqua scricchiolava assecondando le onde. Ma c’era un altro suono che veniva da fuori, indefinibile.

      Mi alzai, mi vestii in silenzio. Le stanze davano su un ballatoio. La porta aprendosi cigolò, ma non più forte di quanto facesse normalmente la casa.

      Fuori, una luna perfettamente rotonda colava la sua luce sul mare, trasformando in argento fino il legno di ibix e le figure di draghi scolpiti, proprio come aveva detto Baran. Alcune nubi, in alto, riflettevano il rosa pallidissimo di un’alba ancora lontana. Io ricordai un’altra luna piena, sui tetti di Morraine.

      Mi guardai intorno. All’estremità del ballatoio, nell’ombra di un tetto vicino, una figura era appoggiata alla balaustra. Piangeva. La scrutai a lungo, mentre i miei occhi si abituavano al buio.

      Era Gertrid.

      Le nuvole si fecero di un rosa più acceso. Gertrid si asciugò le lacrime, rientrò.

      Io richiusi la porta alle mie spalle, raggiunsi le scale in fondo al ballatoio, scesi.

      Un ragazzo che avrà avuto la mia età stava accendendo il fuoco, sotto un calderone pieno di acqua.

      â€“ Non è presto per la colazione? – chiesi.

      â€“ È giorno di mercato. I venditori arrivano di buonora, per prendersi i posti migliori. Viaggiano