Si Mr. Evans. Antonina Lentini. Читать онлайн. Newlib. NEWLIB.NET

Автор: Antonina Lentini
Издательство: Tektime S.r.l.s.
Серия:
Жанр произведения: Современные любовные романы
Год издания: 0
isbn: 9788873049067
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avvicinarsi a me.

      Finalmente riesco ad aprire gli occhi e a muovermi. Vedo Cade seduto al mio fianco con le dita delle mani incrociate e lo sguardo fisso per terra.

      Mi guardo intorno, è una modesta stanza, accogliente, con tre pareti grigie e una rossa. “Dove diavolo sono?” Mi chiedo.

      Il letto è matrimoniale, comodo, ma solo se si sta’ abbastanza ai lati, in centro è leggermente sformato. Le lenzuola sono grigie, in raso. Faccio un sospiro e vengo invasa dal suo profumo.

      Poso la mano sul suo braccio per attirare la sua attenzione. Si gira di scatto. <<Noe, finalmente.>> Esclama sollevato, ma in contemporanea sembra arrabbiato. <<Che diamine volevi fare ieri sera?>> Chiede con un tono di voce più alto del solito.

      <<Un bagno. Ma poi quel orrendo ragazzo voleva…>> Mi fermo.

      <<Voleva cosa?>> Socchiude gli occhi per capire. <<Voleva…>> Una lacrima percorre il mio viso.

      <<Lo sapevo. Ti giuro che lo andrò a cercare e gli farò pentire di essere nato.>>

      <<No Cade, tu non sei così.>>

      <<Mi dispiace…>> Porta nuovamente lo sguardo sul pavimento.

      <<Per cosa?>>

      <<Per averti fatto soffrire.>>

      <<Dovevo aspettarmi un atteggiamento simile da parte tua.>> Affermo avvilita. Il dolore che mi ha torturato in questi cinque infiniti giorni ritorna a straziare il mio cuore con la differenza che il motivo è al mio fianco.

      <<Scusa…>> Mi stringe la mano. <<Davvero.>>

      <<Dove mi trovo?>> Chiedo confusa.

      <<Nel mio appartamento.>> Mi guarda.

      <<Come hai fatto a trovarmi ieri sera?>>

      <<Volevo parlarti, così sono andato al bar, Xavier mi ha detto che eri in acqua e ti comportavi in modo strano.>>

      <<Ah.>> Mi limito nel rispondere.

      <<Così quando mi sono avvicinato alla battigia, in acqua non c’era nessuno ma poi ho notato un gruppo di persone che formavano un cerchio. Mi sono avvicinato e ti ho vista. Eri tra le braccia di quel…>> Fa un sospiro. <<L’ho fatto

      immediatamente allontanare. Poi hai sussurrato il mio nome e dopo un po’ sei svenuta.>>

      <<Grazie.>> Sorrido. Non mi sono dimenticata della sua bellezza ma oggi è davvero affascinante. Indossa un paio di jeans chiari e una maglia a mezze maniche grigia.

      <<Per cosa? Fin ora ti ho fatto solamente del male.>>

      <<Non è vero. Mi hai salvata.>> Sussurro. Per quanto abbia sofferto non mi piace vederlo avvilito per quello che mi ha fatto. Non so perché ma non riesco a essere arrabbiata con lui.

      Mi metto seduta e noto che indosso una camicia, la stessa che indossava la sera del nostro primo appuntamento. Cade segue il mio sguardo.

      <<Tranquilla, ti ha cambiata Naomi. Non mi avrebbe mai permesso di vederti completamente nuda. È molto protettiva nei tuoi confronti. Sei molto fortunata ad avere un’amica così.>> Afferma. Ha uno sguardo come se mi volesse dire qualcosa a riguardo. Qualcosa del suo passato che lo fa ancora soffrire.

      <<Che intendi dire?>>

      <<Lascia stare, nulla di importante.>>

      <<Cade, di me ti puoi fidare. Puoi dirmi tutto.>>

      <<Non è mia abitudine confidarmi, soprattutto con le ragazze.>> Afferma. Fa un sorriso pieno di delusione.

      <<Non sono come le altre, Cade.>>

      <<Lo so e per questo non voglio che mi stai vicina. So che prima o poi finirò per farti soffrire nuovamente.>> Si passa una mano fra i capelli. <<Se solo ti fosse successo qualcosa, io…>>

      Mi metto di fronte il suo viso e lo guardo negli occhi, sono meravigliosamente verdi.

      Mi guarda, è serio più che mai. Mi ricorda la fine del nostro primo appuntamento. “Ora mi caccerà fuori casa sua” penso. Ma quando sto per scendere dal letto mi gira tutto e sto quasi per cadere. Per fortuna Cade mi prende al volo facendomi atterrare tra le sue braccia.

       5

      Rimango in silenzio, cerco di fare mente locale e ricordare cosa è successo ieri. Ma l’ultima cosa che rammento è Cade, alle mie spalle, sulla battigia. Ora che sono nuovamente coricata, il tetto gira di meno. Cade in silenzio esce dalla stanza scomparendo con passo felino, con il suo corpo perfetto.

      Dopo qualche minuto ritorna con in mano un bicchiere d’acqua e l’altra chiusa in un pugno. Solo ora noto che è scalzo, per questo non sentivo i suoi passi. È bello da morire. Faccio un sospiro mentre lo guardo. Alla fine della manica della maglia, scorgo dei bicipiti possenti e all’improvviso penso a quando, ieri, ero tra le sue braccia.

      Chiudo gli occhi per aver una visuale migliore del mio pensiero e mentre lo faccio tra le labbra mi spunta un sorriso. Il cuore comincia a battere forte. Ma i miei pensieri vengono soppressi dalla sua voce. <<Cosa c’è da ridere?>> Chiede. Apro gli occhi di scatto e lo vedo, lì, di fronte a me, in piedi che mi fissa. <<N…niente.>> Gli rivolgo un sorriso imbarazzato.

      <<Tieni.>> Mi porge con fare gentile quello che teneva in mano. <<Ti sentirai meglio.>> Mi sembra ancora arrabbiato.

      <<Cos’è?>> Chiedo prima di aprirlo.

      <<Un cioccolatino.>>

      <<Grazie.>> Lo mangio e bevo un sorso d’acqua. <<Perché questo?>> Gli indico la carta rossa del cioccolato.

      <<Hai bisogno di un po’ di zuccheri, così…>> Scruto attentamente il suo viso. È teso ma preferisco non approfondire. Non voglio discutere. Almeno non per ora.

      <<Ma non vai a lavorare?>> Non mi piace l’idea, per quando dolce sia da parte sua, che non ci vada solamente per farmi da guardia.

      <<Ho il turno di notte.>> Torna a sedersi, ma stavolta sulla poltrona di camoscio grigia, accanto il letto.

      Mi sento una stupida e a disagio.

      <<Capisco. Io dovrei andare a lavorare. Xavier sarà su tutte le furie a quest’ora.>> D’un tratto nella mia mente ritorna l’immagine del mio capo che cerca di farmi uscire dall’acqua e io che lo mando via. “O mio

      Dio. Quando ritornerò mi ucciderà” penso. Devo andare al bar e scusarmi immediatamente con Xavier. Stavolta l’ho combinata grossa.

      <<Tu non vai da nessuna parte.>> Alza il viso di scatto che in precedenza era poggiato sui pugni.

      <<Tu non sei nessuno per vietarmi di non andare a lavorare.>> Rispondo senza rifletterci sopra.

      <<Ho una promessa da mantenere.>> Mi guarda. <<Sai? Non ci tengo a farmi prendere a calci dalla tua amica.>>

      <<Fai bene a dare peso alle parole di Naomi.>>

      <<Ho avuto la spiacevole occasione di capirlo da me.>>

      Si avvicina, adagiandosi al mio fianco. Decido di sedermi per stargli più vicina.

      Emana calore e il mio cuore batte all’impazzata. Mi sfiora la guancia con i polpastrelli. Chiudo gli occhi e una scossa parte dal fondo schiena percorrendo tutta la colonna vertebrale. Mi mancava questa sensazione.

      <<Perché