Si Mr. Evans. Antonina Lentini. Читать онлайн. Newlib. NEWLIB.NET

Автор: Antonina Lentini
Издательство: Tektime S.r.l.s.
Серия:
Жанр произведения: Современные любовные романы
Год издания: 0
isbn: 9788873049067
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Non ti ho mai visto da queste parti.>>

      <<Da quando avevo ventidue anni. Mi hanno trasferito

      da Honolulu circa un mese fa.>>

      Improvvisamente un bambino mi lancia la palla tra le

      gambe facendomi perdere l’equilibrio ma la tenuta salda delle braccia di Cade sotto le mie, impediscono di farmi fare una figuraccia che avrei ricordato per anni. <<Ehi, stai più attento la prossima.>>

      Grida infuriato Cade contro il bambino.

      <<Mi scusi signore, non l’ho fatto apposta.>>Dice dispiaciuto il ragazzino.

      <<Ora vai prima che te la rompo quella palla.>> Per tutta la durata della ramanzina, Cade mi tiene stretta a sé. Come se avesse salvato un oggetto prezioso dal rompersi.

      Poi si gira verso di me e mi guarda fisso con occhi agitati.

      <<Tutto bene?>> Chiede preoccupato. Mi sta tenendo ancora stretta, contro il suo fisico marmoreo. Il cuore comincia a battere più forte del solito. Sento il viso arrossire sempre di più e il respiro di Cade che mi riscalda il viso a pochi centimetri dal suo.

      Poi si allontana guardando per terra e circonda il suo mento con indice e pollice.

      <<Credo che dovremmo andare ora.>>

      Mi guarda. <<Seguimi, abbiamo una splendida serata che ci attende.>> Ora è ritornato tutto alla normalità.

      Ma la mia mente è ancora ferma a quando si è avvicinato col suo viso al mio e il cuore sta ancora battendo forte, per non parlare della piacevole scossa che mi percorre lungo la schiena.

      Camminiamo per altri cinque minuti, immersi nel silenzio più totale, prima di entrare nel Pub dove mi ha proposto di uscire con lui, il Dark Pub.

      <<Un Margarita per favore.>> Ordina al barista, poi si volta a guardarmi. <<Tu cosa desideri?>>

      <<Un Blue Hawaiian grazie.>> Mi rivolgo al ragazzo che prepara i drink.

      Ci sediamo in un tavolo, quello stesso dove Naomi si era

      ipnotizzata quando ha visto Alexavier.

      <<Allora…>> Sorride. <<Stavamo parlando di te, prima che ti salvassi da quel moccioso.>>

      <<Che io ricordi, è di te che stavamo parlando.>>

      <<Che memoria>> Esclama. <<Cosa mi avevi chiesto?>>

      <<Ecco a voi i drink.>> Ci interrompe il barista, ci serve le ordinazioni, in più ci porta le noccioline.

      <<Adoro le noccioline.>>Ringrazio il ragazzo e ne prendo una. <<Mi stavi raccontando che ti avevano trasferito da Honolulu.>>Riprendo il discorso.

      <<Si, ricordo.>>

      <<Perché?>> Chiedo curiosa.

      <<Ho chiesto il trasferimento.>>

      <<Per quale motivo? Se non sono troppo indiscreta.>> Inclino la testa, mentre divoro le noccioline.

      <<Incompatibilità caratteriale con alcune persone.>> Si passa le dita tra i capelli. Ha un che di misterioso. <<Hm…>> Queste noccioline sono davvero buone e la risposta di Cade non mi convince. <<Colleghi?>>

      <<Si.>>Taglia corto. Ma anche questa volta la risposta non mi sembra sincera.

      <<Perché quella sera, quando eravamo in riva al mare non hai voluto rispondere alla domanda se sei fidanzato?>>

      Mi fulmina con lo sguardo dopo che ha bevuto un sorso del suo drink quasi andato di traverso dopo la mia domanda.

      <<Perché non mi piace parlarne, e anche ora ti dirò di cambiare discorso.>>

      <<Ma perché? Ho accettato il tuo appuntamento, devi una risposta alla mia domanda.>>Affermo. La pazienza sta per finire a riguardo. Voglio sapere perché non vuole parlarne ne vale della mia incolumità.

      <<Noele, per favore…>>

      <<Di me ti puoi fidare, puoi dirmi tutto.>>

      <<Si vede che non mi conosci.>> Esclama con un filo di malizia.

      Decido di andare in bagno. Questa conversazione sta prendendo una brutta piega. Dopo alcuni minuti ritorno. Ma prima di sedermi sto a guardarlo per alcuni secondi. È bello e dannato. È seduto e con le dita fa girare il bicchiere, sembra pensieroso. Poi lo raggiungo dalle spalle.

      <<Io sono originaria di Honolulu.>>

      <<Davvero?>> Lo guardo, è sorpreso dalla mia affermazione. Come se la conversazione precedente non fosse mai avvenuta. Ma non posso fare altro che notare la sua bellezza. I suoi occhi verdi e le spalle possenti, vorrei tanto toccarle per vedere quando sono muscolose.

      Poi guardo il suo collo, bello e sexy da morire e comincio a

      fantasticare a cosa potrei fargli se fosse tutto mio.

      <<Ehi Noele?>> Mi passa la mano davanti gli occhi, per portarmi sulla terra ferma.

      <<Si scusa…>> Mi schiarisco la voce. <<Fino a un anno fa abitavo a Honolulu con i miei.>>

      <<Perché hai deciso di venire qui?>>

      <<Per essere indipendente e poi volevo avverare il mio sogno.>>Affermo, mentre bevo un sorso del mio drink.

      <<Quale?>>

      <<Cosa?>>

      <<Il tuo sogno.>> Cade mi fa distrarre in continuazione, facendomi perdere il filo del discorso. Meglio se non lo guardo più e mi concentro sulle noccioline.

      <<Quello di diventare barista.>> Mormoro, dandolo per scontato.

      <<E con Naomi, da quando vi conoscete?>>

      <<Sin da piccole. Ci facemmo una promessa.>> Sorrido al ricordo. Eravamo sedute sul giardino di casa mia e fantasticavamo sul nostro futuro e in mano avevamo due bicchieri di champagne con dentro del succo alla pesca per brindare, e a un certo punto diventammo entrambe serie. <<Ci siamo promesse che comunque sarebbero andate le cose, dovevamo avverare i nostri sogni, io di lavorare in un

      bar e Naomi di fare la segretaria ad un uomo d’affari affascinante e sexy.>>

      <<Alexavier.>>

      <<Si e a quanto pare ci è riuscita in pieno nel tentativo di avverare il suo sogno.>>

      <<Che intendi dire?>> Chiede, ha contorto la mandibola. Ha un’espressione tesa e seria.

      <<Che Alexavier è un bel uomo d’affari, affascinante e sexy.>>

      Alla mia affermazione digrigna i denti e mi guarda fissa negli occhi. È teso. Sembra quasi geloso del suo amico.

      <<Credo che sia l’ora di andare via.>>

      <<Dove?>>

      <<Nelle nostre rispettive case.>>

      <<Come? Perché?>>

      <<Quante domande? Andiamo e basta.>> Si dirige verso il banco per andare a saldare il conto poi mi raggiunge. Sembra infuriato. Lo noto dagli occhi, sono scuri e privi di luce.

      <<Mi