Sandwell pensò al libro che aveva in tasca.
"Nulla," mentì, "ero solo interessato ai suoi interni, come qualunque altro turista che visita Roma. Sapeva che il pavimento cosmatesco della basilica consiste di più di cinque milioni di pezzi diversi?"
De Angelis iniziò a rispondere ma fu interrotto da un poliziotto dall'aria arruffata in abiti civili che entrò e iniziò a sussurrare qualcosa nel suo orecchio, a voce troppo bassa perché Sandwell capisse le parole.
Mentre ascoltava attentamente, il volto dell'ispettore divenne roseo e riprese il suo pallore poco salubre solo dopo che il poliziotto, un detective, pensò Sandwell, ebbe lasciato la stanza.
"Signor Sandwell," chiese De Angelis all'improvviso. "Per quanto tempo è stato a Roma?"
"Vediamo. Il mio aereo è atterrato alle nove di questa mattina. Direi quattordici ore all'incirca. Perché me lo chiede?"
"Ancora una volta, indagini di polizia. Voglio che si ricordi il momento esatto. Ã in grado di controllarlo da qualche parte?"
"Mmm. Nessuna idea. Forse la ma carta di imbarco?"
Cercandola nelle sue tasche non fu in grado di ricordare cosa ne avesse fatto. Pensò che doveva averla gettata via mentre usciva, ma non ne era del tutto sicuro.
"Mi dispiace, non lo so. Forse le nove e dieci, ma potevano essere anche le nove e dodici. Non potrei giurarlo."
De Angelis si grattò la barba con una penna.
"Nessun problema. Possiamo parlare di questi dettagli più tardi. Ora, per quanto riguarda la sua visita a Roma, dove è andato e cosa ha visto esattamente? Farebbe meglio a dirmi la verità ."
"Architettura religiosa, come le ho detto prima," replicò Sandwell. "La basilica è una delle più vecchie al mondo. Il mio interesse è per il baldacchino del quattordicesimo secolo e per l'altare in legno che contiene i resti di due apostoli, lo sapeva?"
L'ispettore alzò la testa, inaspettatamente.
âLei è bene informato per essere un turista," disse. âla maggior parte dei turisti non conosce queste cose. Nella maggior parte dei casi conoscono solo quello che viene detto loro dalle guide. E non vanno neppure a bussare alle porte in piena notte.â
De Angelis si allontanò, ignorando l'occhiata glaciale di Sandwell. âNon credo che lei sia un turista. Perciò, farebbe meglio a dirmi cosa stava facendo.â
âDirle cosa?â disse Sandwell, rilassato. âNon c'è nient'altro da dire.â
âLasci che le dica questo, fra tre giorni questa città ospiterà il G20 e voglio che tutto proceda senza problemi. Mi sente? Senza problemi!"
Allora c'era quello dietro a tutto questo. Lui, William Sandwell, professore di shintoismo e storia moderna giapponese, in visita in Italia per un giorno, alloggiato in una città straniera dove nessuno lo conosceva, era accusato di pianificare di far scattare una sommossa al G20. Un meeting delle principali nazioni industrializzate che, per pura coincidenza, avveniva proprio durante la sua presenza in città . Ora era arrabbiato.
"Cosa sta insinuando? Mi sta accusando di essere un ladro d'arte e un terrorista? Perché non entrambi contemporaneamente? O forse un assassino? Lo dica!"
"Non insinuo nulla, ancora,â replicò De Angelis, mostrando sicurezza.
âPer il momento, voglio che lei venga con me."
Senza dire un'altra parola, De Angelis, accompagnato da un altro poliziotto, guidò Sandwell fuori dall'edificio verso una Alfa Romeo grigio metallizzata parcheggiata in strada. De Angelis scivolò dietro al volante, il poliziotto si sedette vicino a lui, con Sandwell nel sedile posteriore. Il viaggio li portò attraverso il centro di Roma, per finire nel luogo dove Sandwell era stato arrestato in precedenza.
7
La basilica sembrava ancora abbandonata.
Sandwell notò un agente dei carabinieri in piedi vicino alla stessa porta dove era stato fermato dai poliziotti.
Loro tre entrarono, il suono dei loro passi e l'eco che provocarono nel loro percorso verso l'abside provocò un bizzarro effetto grandioso. Passarono oltre all'entrata laterale e attraverso la navata centrale arrivarono fino in fondo. A pochi metri dall'altare dove Sandwell, secondo la sua guida di viaggio,si era aspettato di vedere la famosa cripta, girarono a sinistra verso un angolo buio dove pendeva una tenda di velluto blu scuro.
De Angelis si fermò lì davanti. Un secondo carabiniere la teneva chiusa.
"Aspetti qui," grugnì De Angelis verso di lui.
Con un gesto brusco spinse di lato un angolo della tenda e scomparve dietro. In un attimo uscì di nuovo, facendo un gesto a Sandwell di seguirlo.
Dietro alla tenda c'era una stanza che si rivelò essere un'entrata per uno dei tunnel al di sotto della basilica. Si ritrovò in un piccolo spazio ristretto che dava su una porta di legno di quercia con pesanti giunti in ferro. Dietro vide una luce, sufficientemente luminosa per vedere le curve e le svolte del fossile pietrificato di una gigantesca lumaca che andava nelle profondità della terra sotto di lui. Guardare in basso fece venire i brividi a Sandwell.
"Andremo qui sotto?"
L'ispettore non rispose. Si chinò, invece, verso un oggetto che Sandwell non aveva immediatamente notato a causa dell'oscurità . Senza avvertire afferrò velocemente un angolo del telo con il quale era coperto, permettendo a Sandwell di vedere, grazie al debole bagliore della luce di una candela, il contorno di un corpo di un uomo con una incipiente calvizie che sembrava avere attorno ai quarantacinque anni.
I suoi occhi erano chiusi ma il suo volto era congelato in un'espressione di orrore. Uno spiacevole odore di carne bruciata raggiunse il naso di Sandwell.
"Signor Sandwell, riconosce questa persona?" chiese l'ispettore.
"Assolutamente no. Come potrei?" rispose Sandwell, allontanandosi dalla scena. "Chi è?"
"Il suo nome è Dino Farnese. à il sacrestano della chiesa."
Sandwell lo guardò di nuovo e scosse la testa. "Il suo volto non mi dice nulla. Non lo conosco e non vedo cosa ha a che fare con il mio arresto."
"Mi aspettavo mi dicesse qualcosa del genere," rispose De Angelis. "Questo è il motivo per cui volevo che lo vedesse. Prima di andare avanti c'è qualcos'altro. Riconosce questo?"
Con una mano spostò il lenzuolo fino a quando fu visibile la schiena dell'uomo. Era coperta di vesciche; un simbolo era inciso sulla pelle.
Era composto dalle lettere âIHSâ, ripetute quattro volte per formare un'immagine circolare. Il centro dell'immagine conteneva un'altra croce, formata di nuovo dall'intersezione della lettera âIâ.
Né la persona sul pavimento né il simbolo gli dicevano qualcosa.
"Che cosa orribile da fare. Cosa significa?"
Cercando di capire qualcosa dall'espressione di De Angelis notò che era anche più cupa di prima.
ââIn Hoc Signoâ forse? Significa âCon questo segno vinceraiâ, una frase che l'imperatore Costantino usava per giustificare le sue battaglie,â grugnì l'ispettore. "Farebbe meglio a smettere di fare lo stupido. Quest'uomo è stato ucciso poche ore fa, circa alla stessa