La Società Del Diavolo. Ben Midland. Читать онлайн. Newlib. NEWLIB.NET

Автор: Ben Midland
Издательство: Tektime S.r.l.s.
Серия:
Жанр произведения: Триллеры
Год издания: 0
isbn: 9788873049289
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detto che è chiuso. Non c'è nessuno qui a quest'ora. Perché stava provando ad aprire la porta?"

       "Ci ho provato,” rispose Sandwell, alzando le spalle. “Sono un turista, non sapevo fosse chiusa. Mi dispiace, ma nel paese dove vivo, ci sono sempre delle persone in un edificio come questo."

      Sandwell sperò che questo portasse alla fine di tutto, ma, dopo aver confabulato per un minuto tra loro, ritornarono da lui. L'espressione poco amichevole del loro sguardo fece sentire Sandwell ancora più a disagio.

       "Credo che ci sia più di quello che ci sta dicendo," disse l'agente più anziano. "Vuole venire con noi?"

      Il poliziotto gli afferrò il braccio ma Sandwell riuscì a liberarsi di nuovo.

       "Aspetti! Le sto dicendo che ho solo bussato alla porta!"

       "Non ha scelta, ha capito?” Disse il poliziotto più giovane. “Si è comportato in modo sospetto gironzolando qui intorno."

       "So che pensate sia sospetto," protestò sospirando. "Volevo visitare la basilica questa sera ma non pensavo fosse chiusa, ho pensato che qualcuno avrebbe risposto se avessi bussato. Quando non ha risposto nessuno ho pensato che avrei aspettato."

      Non furono molto impressionati dalle sue argomentazioni. “In ogni caso, non può restare qui," disse con impazienza il più anziano. "É meglio che aspetti in ufficio. Deve venire con noi, andiamo."

      Sandwell desiderò che la terra si aprisse e lo inghiottisse. Se voleva restare fuori da una stanza per gli interrogatori, doveva inventarsi una buona storia. Raccontare loro una storia su strane telefonate, un messaggero non identificato su una Vespa, una chiave e un libro del quattordicesimo secolo lo avrebbe fatto atterrare direttamente in manicomio.

      Seduto nel sedile posteriore dell'auto della polizia pensò al suo aereo che, entro poche ore, sarebbe decollato senza di lui.

      Non appena arrivarono alla stazione di polizia, Sandwell fu condotto in una delle stanze per gli interrogatori e lasciato lì ad aspettare. Quindici minuti più tardi la porta si aprì e un uomo magro entrò nella stanza. Sembrava stanco e stressato. Non si era rasato, aveva i capelli in disordine e indossava un abito estivo beige spiegazzato. Sandwell pensò avesse sui trentacinque anni. Aveva una carnagione poco salubre simile allo stucco e stava sudando abbondantemente. Aveva un'espressione piuttosto da pazzo sul volto. Se qualcuno avesse detto a Sandwell che era un tipo dedito al crack non lo avrebbe sorpreso.

      "Lei è il tizio arrestato?" chiese l'uomo con l'abito.

      Sandwell ora era un po' nervoso, sapeva di non aver fatto nulla di male, In effetti era leggermente irritato.

       “Così pare. A meno che non veda qualcun altro oltre a me.”

      La sua risposta non fu presa molto bene.

       "Faccia attenzione!" gli urlò l'uomo in faccia. "Si alzi quando le parlo! Capisce l'italiano?"

      Sandwell scosse la testa.

       "Molto poco. Sono qui contro la mia volontà e non era mia intenzione venire qui. Allora perché diavolo"

       "Stia zitto! Qual è il suo nome?"

       "Sandwell, William R."

      Con un movimento incontrollato, il poliziotto spinse una mano dentro la tasca dove trovò una sigaretta che accese teatralmente. Inspirò profondamente e un'espressione euforica apparve sul suo volto.

       "Bene. Si sieda."

      Il poliziotto fissò Sandwell che si risedette sulla sedia. Per qualche secondo non disse nulla fino a quando il suo sguardo si calmò.

       "Mi dica, Sandwell R. Cosa ne pensa di Vivaldi?"

      La domanda colse di sorpresa Sandwell. Stava cominciando a domandarsi se quell'uomo non fosse completamente pazzo. Notò che il poliziotto aveva una pistola in una fondina sotto il suo braccio. Decise di non correre rischi.

       "Il compositore?"

       "Vivaldi, si. Era un tipo strano, specialmente per gli standard italiani," proseguì il poliziotto. "Lavorava come violinista all'interno di un orfanotrofio per ragazze, lo sapeva? Alla fine alcune di loro divennero sue discepole, suonando i concerti che lui scriveva da dietro uno schermo, perché alle donne a quell'epoca non era permesso suonare. Prenda la sua sonata per violoncello RV 46 in si bemolle maggiore per esempio. Non proprio un lavoro femminile direi. In realtà non è proprio un classico Vivaldi. Si scontrò con l' establishment veneziano, diceva la gente, non a causa della sua lussuria ma per i suoi capelli rossi. É una bugia, glielo dico io."

      Per un momento Sandwell pensò di essere stato portato in un manicomio.

       "Parlando di bugie," continuò il poliziotto. "Visto che questo caso è finito dentro a una cartellina con il mio nome devo, sfortunatamente, affrontarlo. Il mio nome è De Angelis, commissario di polizia, dipartimento di investigazione criminale della città di Roma. Lei è un americano, ho ragione signor Sandwell R.?"

      Sandwell desiderò di non aver visto l'occhiata carica di odio che gli lanciò De Angelis.

       "Si, lo sono. Perché me lo chiede?"

      De Angelis agitò in aria la sua mano come un direttore d'orchestra.

       "Solo routine. Volevo essere sicuro che la sua identità corrispondesse alle informazioni che ho ricevuto su di lei. Come le sembrano i tesori artistici della nostra città fino a ora?"

       "Mi scusi?"

       "L’arte, l'arte! Non è per quello che è venuto? Tutti vengono a Roma per l'arte. Bernini, Michelangelo, Da Vinci."

       "Passabile," replicò sarcasticamente. "Ho preso solo un paio di pezzi per le mie pareti prima che due dei suoi aiutanti sentissero il bisogno di rovinare la mia piacevole permanenza qui. Fra circa” -guardando il suo orologio- "cinque ore e quindici minuti partirà il mio aereo. Perciò questo è tutto il tempo a mia disposizione per rivedere la mia opinione sulla sua città. La risposta corretta alla sua domanda allora è: dipende da lei."

      Troppo tardi Sandwell si rese conto che aveva appena consegnato al poliziotto l'argomento perfetto per trattenerlo.

      L'ispettore si appoggiò all'indietro e lo guardò per un lungo periodo. Poi spinse la sua sedia in avanti fino a quando fu a pochi centimetri dal volto di Sandwell.

       "Il suo sarcasmo è nauseante," commentò De Angelis, ispirando profondamente il fumo della sua sigaretta. "Perciò le suggerisco di tenere i suoi insulti per sé da adesso in avanti."

      Si risedette sulla sedia.

       "In risposta alle sue battute, signor turista americano, se le dicessi che posso prolungare la sua permanenza per," uno strano sorrisetto apparve sul suo volto, "diciamo altri tre giorni? Le darà un sacco di tempo per modificare la sua opinione. E, certamente, anche il suo straordinario senso dell'umorismo."

      L'atteggiamento ostile di De Angelis fu quasi troppo per Sandwell. Chiaramente intendeva fare il prepotente fino a quando non avesse perso il suo autocontrollo.

       "In questo caso è ridicolo," disse, insistendo. "Arrestare un turista per strada solo perché è attirato da un monumento. Non è, per quel che ne so, un crimine."

      L'ispettore emise un sibilo di disapprovazione.

       "Io sono un Commissario di Polizia, signor Sandwell. Come quasi tutti i nativi di Roma, odio i turisti come la peste, e come agente di polizia, sono ben a conoscenza del loro comportamento odioso e antisociale. I turisti sono una seccatura, tuttavia una loro caratteristica vantaggiosa è che non vanno in giro nel cuore della notte, ma inquinano le loro stanze di albergo invece delle strade della nostra meravigliosa città."

      Con il pollice macchiato di marrone e l'indice della sua mano destra prese un'ultima boccata della sua sigaretta e la fece cadere sul pavimento.