Srotolando il gilet di sicurezza, Adara staccò un biglietto rosa attaccato storto sulla schiena. Si leggeva in una rozza calligrafia a matita: “Voglio sposare il preside Austin.” Qualunque ragazzino coraggioso lo avesse attaccato sulla schiena di Olivia, era fortunato che lei non l’avesse notato. Si sistemò l’indumento, lasciando libere le cinghie di velcro. Questo avrebbe reso più facile toglierlo e controllare se ci fossero state delle note vaganti sulla sua schiena.
“Signorina Dumont!” Tatum, la sua migliore allieva nonostante l’amore della ragazza per le bravate rivolte al ragazzo per cui si era presa una cotta, sbandò fino a fermarsi. Il viola aveva sostituito i suoi capelli dorati, stridendo con il serpente verde dipinto dalla fronte al mento. La sua lingua rossa guizzava tra le sopracciglia. Niente cuori o fiori tipici delle ragazze per Tatum. “Guardi cosa ho vinto!”
Adara accettò il bastoncino di zucchero filato dalle mani rosa e appiccicose di Tatum. “Non dovresti stare vicino ai tuoi genitori?”
“Non sono con i miei genitori.” La bambina riprese la caramella, ne strappò un pezzo e lo infilò in bocca. “Papà sta facendo volontariato al Lancio della carta igienica. La mamma è rimasta a casa con il piccolo G, quindi mi ha accompagnata mio zio.”
“Fallimento totale dell’accompagnatore.” Adara pizzicò il naso di Tatum. “Di’ a tuo zio di darsi una mossa.”
“Non è proprio colpa sua. Ho aspettato che aiutasse Bryan con un gioco per inseguire Zachary.”
Zachary. L’attuale cotta di Tatum. La storia d’amore in terza elementare era così semplice: acchiappa e rilascia. “L’hai accalappiato?”
“L’ho messo all’angolo sulla passerella ma è scappato. Corre molto, molto veloce. Lo prenderò la prossima volta.” Tatum sorrise mostrando un sorriso un po’ spaventoso con tutti quei denti e un serpente arrotolato intorno a metà del suo volto. Zachary era stato furbo a scappare.
“Non si corre in palestra, ricordi?”
Tatum strascicò i piedi, sfoderando un appropriato sguardo colpevole.
“Rintracciamo tuo zio prima che si metta nei guai per averti perso.” Adara prese la mano piccola e appiccicosa della bambina. “Andiamo?”
“Lo faremo, signor Collins,” rispose Tatum con tono altezzoso, tenendo il naso sollevato e la mano sporca di zucchero filato sul fianco.
Adara strinse le labbra finché non le passò l’impulso di sorridere. “Non l’hai imparato nella mia classe. Chi t’insegna queste cose?”
“Mamma, abbiamo le serate di Orgoglio e Pregiudizio,” rispose Tatum con voce cantilenante, “I ragazzi non sono ammessi.”
“È... fantastico.” Non era stata abbastanza grande da apprezzare Orgoglio e Pregiudizio con sua madre prima che l’incidente stradale le portasse via entrambi i genitori, ma ricordava vagamente le sessioni di coccole sul divano. Poteva immaginarsi mentre piangeva con sua madre davanti a una ciotola di popcorn, guardando più e più volte Mr. Darcy conquistare Elizabeth - la versione televisiva, non il film.
Scrollandosi di dosso il se, Adara si unì alla fantasia da terza elementare. “Ma io protesto. Non sopporterò di essere chiamato signor Collins. È uno stolto, signora.”
Tatum ridacchiò mentre aspettavano che alcuni ragazzi che scherzavano con i palloncini si togliessero di mezzo. “E Kitty?”
“Kitty?” Adara sbuffò. “Per favore. È una sostenitrice e non consiglia nemmeno la signora Bennet o Lydia.”
Tatum storse la bocca di lato. “E Lady de Bourgh?”
Adara sussultò, fingendo solo in parte. Tatum pensava davvero che lei fosse vecchia e pomposa come Lady Catherine? “Come ti permetti?”
“Va bene.” Tatum aggiunse un saltello al suo passo. “Lei è Jane. Non può essere Lizzy, perché quella sono io. Ma se lei è Jane,” disse Tatum, con sguardo indagatore, “ha bisogno di un signor Bingley!”
“Infatti, non lo so.”
La ragazzina le afferrò la mano in un modo sorprendentemente forte e la trascinò lungo un percorso prefissato. Evitò gli altri bambini e, senza rallentare, passò attraverso un capannello di genitori.
Adara riuscì a malapena a evitare di scontrarsi con un padre che teneva un gigantesco dinosauro rosa fosforescente di peluche sotto l’altro braccio. Adara avrebbe dovuto passare il suo giubbotto di addetto alla sicurezza a Tatum. La ragazza aveva una certa autorità. “Rallenta, Tatum. Dobbiamo trovare tuo...”
“Zio Garret!”
Garret.
Il nome scattò prima che gli occhi di Adara potessero inviare un segnale al suo cervello ed eccolo lì, il capitano senza la sua nave, il fratello di Tatum, Bryan, al suo fianco. Aveva abbandonato il suo strumento, ma il suo aspetto non era cambiato molto: capelli biondi tirati all’indietro, la barba di due giorni che gli dava un’aria da ruffiano, jeans con qualche buco in posizione strategica, gli stessi stivali neri da rocker e una camicia casual su una maglietta. Quella sera sembrava meno un pirata e più simile a uno zio in preda al panico che aveva perso sua nipote nel caos dei bambini selvaggi. Il sollievo sul volto di Garret le fece quasi provare pena per lui. Quasi.
Il musicista posò lo sguardo su di lei poi su Tatum e di nuovo su di lei. “Quasi non la riconoscevo alla luce diretta senza una renna gigantesca che s’inchina ai suoi piedi.”
Adara cercò di liberarsi abilmente dalla presa di Tatum e di scappare, ma non ebbe successo. Come faceva a non sapere che era lo zio di Tatum? Forse avrebbe dovuto prestare più attenzione a ciò che la circondava invece di bloccare il ficcanaso di Graywood ogni volta che poteva. Dopo tre anni che viveva in quella città, non si era ancora abituata.
“Garret Ambrose, lo zio preferito di Tatum.” L’uomo tese la mano. Se quell’uomo pensava che il suo sorriso l’avrebbe intenerita, si sbagliava di grosso.
Adara nascose un sospiro, affrontando l’inevitabile. Da lunedì avrebbero lavorato insieme e Austin gli aveva senza dubbio già detto il suo nome. Non poteva scappare, ma non doveva fare la gentile. “Adara Dumont.” Lei contraccambiò la presentazione di Garret stringendogli la mano e lasciandola subito, ignorando come la grande mano di lui inghiottisse la sua. “Un‘insegnante straordinaria.”
Tatum tirò la camicia di Garret con l’altra mano, spalmando dello zucchero filato rosa sulla manica dello zio. “La signorina Dumont è Jane ed io sono Lizzy.”
“Ehilà, Lizzy.” Il giovane si grattò la guancia e guardò Adara. “Jane?”
“Non sei della famiglia. Non puoi usare il suo nome di battesimo.” Tatum si esibì in un inchino quasi decente. “Chiamatela signorina Bennet, buon signore.”
Bryan gemette e sgranò gli occhi. “Stupido Orgoglio e Pregiudizio. Come può piacere quella serie? Tranne la versione con gli zombie. Quella è forte!” Il piccolo sollevò un pugno affinché Garret lo colpisse.
Ignorando completamente il fratello, Tatum guardò lo zio con i suoi occhi blu innocenti e supplicanti. “Zachary è il mio signor Darcy ma Jane ha bisogno del suo signor Bingley!”
No. Adara vide il treno che stava arrivando verso di lei, ma non poteva muoversi abbastanza velocemente da togliersi di mezzo.
“Sarai il signor Bingley, zio Garret? Per favore?”
“Certo!” Il sorriso di Garret faceva sembrare fioca una torcia.
“Questa particolare Jane è in servizio per la sicurezza della festa di carnevale.” Adara incontrò lo sguardo di Garret. “Non vuole né ha bisogno di un signor Bingley.”
“Oh, suvvia, signorina Bennet. Ogni Jane ha bisogno del suo Charles,” disse Garret.