Kyou la guardò, mentre entrava nell'acqua calda. Lo incuriosiva la sua spudorata innocenza. Perché Kyoko aveva questo effetto su di lui e gli altri umani no? Nessuno di loro lo aveva mai scalfito ...e invece, eccolo lì, a sbavare dietro quella piccola umana. Come si poteva essere così puri e seducenti allo stesso tempo?
Era la bellezza incarnata in un essere umano. Ringhiò. E se uno dei servi che vivevano nel suo castello fosse entrato in quel momento e l’avesse violentata? Si era inconsapevolmente esposta a un tremendo pericolo. Kyou ordinò mentalmente a tutti i suoi schiavi di allontanarsi dalle sorgenti termali o lui li avrebbe puniti tremendamente, se avessero disobbedito. Se fosse venuto a sapere che qualcuno di loro aveva solo alzato lo sguardo sulle nudità della fanciulla… non ci sarebbe stato scampo alla sua ira.
Ma lei…non doveva recarsi alle sorgenti senza il suo permesso. Era pur vero che i demoni schiavi rimanevano nascosti fino a quando lui stesso non li convocava, poiché sapevano che a Kyou non piaceva vederseli in giro, e quindi era improbabile che qualcuno l’avesse spiata. Ma era meglio essere chiari. E per quanto riguardava Kyoko…avrebbe dovuto insegnarle come comportarsi. Il fantasma di un sorriso gli gelò le labbra, mentre la guardava.
Una volta che Hiroki ebbe finito di fare il bagno, il bambino volle aiutare Kyoko a lavarsi i capelli e lei glielo lasciò fare. S’immerse nell’acqua calda in modo che lui potesse raggiungere le sue lunghe ciocche ramate. La sensazione delle sue piccole dita che le sfregavano il cuoio capelluto la fece entrare in uno stato di beatitudine. Hiraru presto si unì a loro e Kyoko cercò di non ridere, mentre i bambini litigavano su chi dovesse lavarle i capelli.
Alla fine, Kyoko risolse il problema immergendosi sott'acqua. Quando riemerse, i bambini l’accolsero con gridolini di gioia, dimentichi delle loro lotte. Lei sorrise, e poi tutti e tre si misero a giocare. Infine i piccoli ripresero a fare la guerra tra loro e Kyoko si spostò dall'altra parte della sorgente, sedendosi su uno sperone roccioso sott'acqua per guardarli.
Si era completamente rilassata, stando con i bambini. Ma quando il pensiero della fuga le tornò alla mente si tirò su e prese velocemente a lavarsi. Quando ebbe finito, si accorse che anche i bambini erano usciti dall’acqua.
Notò sul volto dei piccoli una strana espressione, come se fossero concentrati su qualcosa. Non sapeva che stavano ascoltando il silenzioso comando di Kyou. Si morse il labbro quando li vide annuire, come se rispondessero a qualcuno.
"Dobbiamo vestirci, adesso." dissero, all’unisono. Afferrarono dei morbidi teli a lato della vasca e si asciugarono rapidamente. Vi rimasero avvolti come se i teli fossero degli accappatoi.
"È ora della pappa!" urlò gioioso Hiraru, afferrando la mano di Hiroki; poi i gemelli corsero fuori dalla stanza.
Kyoko invece rimase accanto alla fontana, con una tremenda sensazione di paura simile a mille aghi che le trafiggevano la schiena. Chiuse gli occhi, oppressa da uno strano senso di nausea. Da qualche parte nel cielo, gli dei stavano ridendo di lei.
Avrebbe dovuto capirlo che era meglio non farsi coinvolgere dai bambini. Si era convinta di potersene stare impunemente a giocare con loro e poi di scappare dal castello senza problemi…ma ormai Kyou l’aveva raggiunta. Doveva sbrigarsi, non era in salvo là dentro…ed era ancora completamente nuda.
Mentre cercava di coprirsi con i teli, udì un ringhio cupo proprio dietro di lei. La seconda cosa che percepì furono due mani sbucate dal nulla che la ghermirono e la imprigionarono contro un possente petto adorno di seta, senza che i suoi piedi toccassero più il pavimento.
Kyoko alzò immediatamente lo sguardo e si trovò davanti la faccia di Kyou. Ma il guardiano non aveva un’espressione irata, anzi sembrava calmo…anche troppo. Lanciò un’occhiata al pavimento, sotto di sé. Sì, indubbiamente gli dei dovevano starsi facendo grasse risate, a quella vista.
Le sue labbra si aprirono per parlare, mentre lui la portava in volo su un balcone, ma non ne uscì alcun suono. Lei e Kyou scivolarono lentamente attraverso la porta aperta e, sempre volando, lui la riportò nella stanza da cui lei si era allontanata coi bambini. Con dolcezza, la riportò sui cuscini su cui prima era distesa.
Kyoko aveva temuto che, per punirla, lui l’avrebbe fatta cadere dall’alto, ma Kyou non aveva intenzione di farle del male. Sentì le sue mani morbide che le sfioravano la pelle nuda. Gli occhi di Kyoko si spalancarono. La sua pelle nuda! Oh ... come poteva essersene dimenticata? Era ancora nuda, dopo il bagno.
Le sue braccia si incrociarono automaticamente sul petto per proteggersi e sentì tutti i muscoli irrigidirsi, in attesa di capire che intenzioni avesse il guardiano. Se ne avesse avuto il coraggio, gli avrebbe urlato in faccia: “Mettimi subito giù, mostro!”
Gli occhi di Kyou si chiusero, quasi quando sentì sotto le mani le curve morbide e delicate della sacerdotessa: i suoi sensi andarono in subbuglio. Si accorse del suo imbarazzo e che aveva cercato di coprirsi, ma la tenne ancora stretta a sé. Non si era vantata, quella umana, di non avere paura di lui? Bene, questo era il momento di dimostrarlo…e lui ne avrebbe approfittato per darle una bella lezione!
"Chi ti ha dato il permesso di lasciare questa stanza?" sibilò, con voce fredda e pungente.
Gli occhi di Kyoko si spalancarono, mentre il cuore le batteva nel petto, scalciando contro le sue costole così forte che temette che Kyou potesse sentirlo. Si chiese velocemente quale potesse essere la risposta più appropriata, ma poi sussurrò, con un filo di voce: "Non conosco le regole di questo castello.” Si fece piccola, sapendo che fare la gnorri forse poteva essere l’arma migliore.
Non poteva certo lottare contro di lui, nuda com’era! E comunque…non era sicura di vincere. Voleva solo che lui si acquietasse e la lasciasse in pace; per questo mormorò, con voce dolce e timida. “Scusa.”
Quando Kyou sentì quella vocina si sciolse, e fu avvinto da una miriade di sensazioni strane giù, nel basso ventre. Tutto ciò era inquietante…quasi pericoloso. Sentì la rabbia svanire, ma il desiderio nei confronti di quella umana s’ingigantì.
"La prima regola che devi imparare è che non vai da nessuna parte se non te lo permetto io, altrimenti sarai punita!” Provò a usare un tono di voce meno irato, ma lei sussultò comunque.
La gola di Kyoko si seccò. "Punita?" Non intendeva nemmeno ripetere la parola. Cercò di scrollarsela dalla mente, mentre il cuore le batteva impazzito nel petto. Ebbe il deja Vu di Kyou che la sculacciava, e subito si chiese se non stesse impazzendo: non voleva nemmeno sapere da dove le veniva quell’immagine.
"Sì, ti punirò." Il palmo della mano di Kyou le accarezzò il ventre piatto e lentamente si fece strada tra le sue cosce, mentre lei come per riflesso le allargava. Con un movimento veloce Kyou spinse la mano verso il suo sesso, mentre la passione prendeva il sopravvento.
"Questa sarà la tua punizione…" mormorò con voce terribile, spingendo le dita dentro di lei, a carezzare il suo clitoride fremente. Kyoko gridò piano e cercò di tirarsi indietro, di sottrarsi al suo tocco…senza riuscirci.
Il movimento sensuale del ventre della ragazza era la sua rovina… "Se non stai ferma ... dovrò punirti ancora di più." le sussurrò. Sentì il suo membro indurirsi e si sentì sollevato quando lei cercò di trattenersi; Kyoko invece si sentiva terrorizzata, al pensiero di ciò che lui le avrebbe fatto, se si fosse lasciata andare. Giacque immobile, senza più forze per combatterlo.
Chiuse gli occhi. Quando lui le aveva detto che l’avrebbe punita aveva tremato, pensando che lui avesse intenzione di farle del male fisico…ma quello che stava facendo ora era mille volte peggio. Non aveva capito, quel mostro, che lui la intimoriva più di Hyakuhei? Questo pensiero le fece perdere definitivamente il controllo e la svuotò della sua volontà, mentre un’ondata di calore si accumulava nella sua vagina e le si spandeva tra le cosce, proprio lì dove Kyou stava facendo la sua magia. Non voleva lasciarsi andare, ma non riusciva a impedire al suo corpo di arrendersi alle dita del guardiano.
Kyou la teneva ancora stretta