Il Possesso Di Un Guardiano. Amy Blankenship. Читать онлайн. Newlib. NEWLIB.NET

Автор: Amy Blankenship
Издательство: Tektime S.r.l.s.
Серия:
Жанр произведения: Ужасы и Мистика
Год издания: 0
isbn: 9788835420262
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ancora minacciata.

      Kyou fissò incuriosito le emozioni sul viso dell’umana. Le mise le mani sulle spalle e la scosse leggermente. "Questo ... voglio imparare questo."

      Kyoko lo guardò accigliata. Di cosa diavolo stava parlando?

      La scosse di nuovo: "E anche questo, voglio impararlo."

      "Ma che cosa vuoi imparare?" gridò Kyoko, al culmine dell’ira. Poi lo guardò negli occhi, chiedendosi se quel guardiano non stesse dando di matto.

      "Sì, questo e anche quell’altra cosa, quello che hai fatto prima." mormorò Kyou. Poi, d’improvviso l’attirò a sé e provò a baciarla.

      Kyoko rimase stupita, quando Kyou l’afferrò e le spinse la lingua in bocca, stringendola ardentemente a sé. La sua ira svanì d’incanto e lei rimase lì, inerme, tra le braccia del guardiano, mentre anche il potere del Cuore di Cristallo Protettore svaniva. Provò a divincolarsi, ma senza convinzione.

      Kyou la lasciò andare solo quando si accorse che lei aveva smesso di lottare. Aveva cercato di farle capire cosa intendeva, ma probabilmente lei non aveva ancora capito. Continuò a fissarla, mentre Kyoko rimaneva adagiata sul cuscino, con le guance rosse e calde per l’emozione. Quella meravigliosa immagine sarebbe rimasta impressa per sempre nella sua mente. Vide i suoi meravigliosi seni alzarsi e abbassarsi ad ogni respiro. Le sue labbra erano leggermente socchiuse e i lunghi capelli ramati le si allargavano sulla schiena come un manto.

      E il suo sguardo…era così innocentemente eccitante…tanto che si sentì indurire il sesso. Era già sua, si era già concessa interamente a lui…e non lo sapeva.

      Kyoko si coprì le labbra col dorso della mano per impedirgli di rifarlo: adesso era arrabbiata sul serio! E ancora non capiva: cosa voleva imparare da lei, Kyou?

      "Adesso vuoi dirmi DI COSA stai parlando? COSA vuoi che ti insegni?" esclamò, con voce tremante, sperando che lui non la facesse impazzire con le sue domande senza risposta.

      Attese un attimo; poi, all’ennesimo silenzio di Kyou esclamò, infastidita: “E allora vai a farti fottere!” Quindi si passò il dorso della mano sulla bocca violentemente, come a cancellare la sensazione del suo bacio.

      Per non perdere definitivamente la pazienza con quell’umana, Kyou si alzò e uscì precipitosamente dalla stanza. Perché si ostinava a non capire? Perché non si rendeva conto che lui voleva solo conoscerla? Non poteva liberarla ora ... non mentre Hyakuhei era nei paraggi. Il nemico era così vicino, che era riuscito a prendere possesso dei suoi sogni, lo sentiva.

      Kyoko gli gridò. "Voglio andarmene! Lasciami andare! Se non mi dici cosa vuoi da me, allora non posso aiutarti!" Lo guardò fermarsi, la schiena rigida, ma lui non si voltò a guardarla.

      Kyou sapeva cosa voleva da lei, e quello era il momento di confessarglielo. "Voglio che mi insegni le tue emozioni umane." Si avviò verso la porta. "Forse allora ... capirò perché non posso fare a meno di proteggerti."

      Se ne andò, chiudendo con decisione la porta dietro di sé. Una volta nel corridoio si appoggiò allo stipite. 'È stato ... strano…” pensò, con un sopracciglio alzato. Si raddrizzò rapidamente e si guardò intorno, per assicurarsi che nessuno avesse assistito al suo attimo di debolezza.

      Kyou rimase un attimo a riflettere. Se fosse riuscito a convincerla a rimanere, anche solo per qualche tempo, avrebbe capito come fare per sedurla. Era ora di ammettere con se stesso il vero motivo per cui l’aveva rapita… voleva farla sua, voleva essere amato da lei. Per una sola volta nella sua lunga vita, voleva qualcosa che apparteneva a Toya.

      Voleva la sacerdotessa per se stesso ... voleva essere l'unico a proteggerla. Era questo, ciò che chiamano amore? I suoi occhi si oscurarono in modo seducente. Era capace di provare sentimenti per qualcuno, lo sapeva benissimo. Ma era così tanto che viveva da solo che li aveva quasi dimenticati, nell’oscurità del suo cuore. Sorrise dentro di sé. Se Kyoko intendeva abbandonarlo ... prima, avrebbe dovuto imparare a conoscerlo.

      Per prima cosa, doveva sapere com’era fatto l’amore umano, e sarebbe stata proprio lei a insegnarglielo. Ma per riuscirci…doveva farla innamorare di lui. Il suo sangue regale l'aveva già scelta come compagna e non poteva fare niente per contrastarlo. Non importava quanto duramente lei lo combattesse ... lui avrebbe combattuto con più determinazione.

      Gli occhi di Kyou si fecero più luminosi al pensiero che un giorno sarebbe stata lei a implorare il suo amore. Voleva provare tutte quelle strane emozioni. Ora capiva perché suo padre e suoi fratelli pensavano che gli esseri umani fossero così interessanti ... e che valesse la pena di proteggerli. Erano affascinati dalla loro diversità. Ma lui…la maggior parte degli umani non lo interessava ... tranne la sacerdotessa. Era un’ enigma allo stato puro.

      Era passato molto tempo da quando il signore del regno dei guardiani si sentiva eccitato da qualcosa..E quella era una battaglia che non voleva perdere.

      Capitolo 4 “Problema Doppio”

      Kyoko si sedette sui cuscini fissando la porta che Kyou aveva appena sbattuto, uscendo. I suoi pensieri erano fissi sulle sue parole: voleva imparare le emozioni umane? E voleva impararle da lei. Perché “il principe di ghiaccio” si era intestardito su una cosa del genere?

      Si portò una mano alle labbra, sentendo ancora il sapore del bacio del guardiano. Kyoko chiuse gli occhi, per riflettere. “Una cosa è certa! - si disse - Almeno due sentimenti li conosce: la rabbia e l’arroganza.”

      *****

      Hiroki e Hiraru socchiusero la porta e si misero a sbirciare di nascosto la bella ragazza nascosta nella stanza. Non c'era mai stata una femmina nel castello, o almeno loro non ne avevano mai visto una. Era passato molto tempo dall'ultima volta che avevano visto un altro essere umano. Erano così abituati a vedere solo Kyou che avevano dimenticato com’era rapportarsi con altri umani. E ora morivano dalla curiosità di conoscerne uno.

      Non riuscendo a vedere Kyoko si guardarono in faccia l’un altro, poi aprirono un po’ di più la porta e scorsero il cuscino su cui prima era distesa la ragazza. Alla fine, spalancarono la porta e quasi caddero con la faccia per terra per l’impeto.

      Gli occhi di Kyoko si illuminarono, quando vide i gemelli. Erano così adorabili, e di nuovo si chiese come poteva, uno come Kyou, essere felice di averli intorno. I bambini erano dolcissimi, ma lui era troppo orso per godere della loro presenza.

      Uno dei bambini cadde rotolando, e si fermò ai piedi del letto. Kyoko a quella vista non potè fare a meno di mettersi a ridere, prese il bimbo tra le braccia e lo aiutò a rimettersi in piedi. Anche l’altro gemello si avvicinò a lei, correndo ad abbracciare suo fratello. I loro visini, stretti guancia a guancia, erano davvero adorabili! A Kyoko ricordarono il suo fratellino, quando era ancora molto piccolo.

      "Fate attenzione! - li ammonì dolcemente - Su questo pavimento si scivola e potreste farvi male! Io mi chiamo Kyoko, e voi?”

      "Ciao, Kyoko. Lui è mio fratello Hiroki ...“ disse il primo bambino. "E lui è mio fratello Hiraru.” continuò l’altro.

      "Sono felice di conoscervi, bambini.” annuì Kyoko.

      "Sei molto carina.”" disse piano Hiraru.

      Kyoko si sentì sciogliere a quelle parole, ma mantenne il contegno. "Grazie Hiraru, anche voi siete molto belli."

      Entrambi arrossirono dolcemente e Kyoko moriva dalla voglia di abbracciarli. Guardò la porta e poi di nuovo i bimbi. "Sapete dov'è Kyou?"

      Hiroki e Hiraru si scambiarono uno sguardo d'intesa. "Penso che le piaccia." sussurrò Hiroki.

      Le labbra di Kyoko si aprirono ma non ne uscì nulla, e lei arrossì.

      "E’ arrossita! - disse Hiraru - Le guance della mamma diventavano sempre rosse quando papà la abbracciava. Pensi che Kyou abbia abbracciato Kyoko? "

      Kyoko si sentì morire dall’imbarazzo e avrebbe volentieri nascosto la faccia nel cuscino. “Ha fatto più che abbracciarmi…” pensò