Ricordi del 1870-71. Edmondo De Amicis. Читать онлайн. Newlib. NEWLIB.NET

Автор: Edmondo De Amicis
Издательство: Bookwire
Серия:
Жанр произведения: Документальная литература
Год издания: 0
isbn: 4064066070762
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       Edmondo De Amicis

      Ricordi del 1870-71

      Pubblicato da Good Press, 2020

       [email protected]

      EAN 4064066070762

       AI GIOVANI ITALIANI.

       UN ADDIO A FIRENZE.

       UNA DISTRIBUZIONE DI PREMI.

       DISCORSO.

       LA BATTAGLIA DI SOLFERINO E SAN MARTINO [1]

       L’INAUGURAZIONE DEGLI OSSARI di San Martino e Solferino.

       ALLA FRANCIA.

       RICORDI DI ROMA.

       L’ENTRATA DELL’ESERCITO IN ROMA.

       LA CUPOLA DI SAN PIETRO.

       PRETI E FRATI.

       LE TERME DI CARACALLA.

       UN’ADUNANZA POPOLARE NEL COLOSSEO.

       DELL’ISTRUZIONE DELLE DONNE.

       IL CAPITANO UGO FOSCOLO.

       AI COSCRITTI.

       L’ADOLESCENZA.

       UN ESEMPIO.

       L’INAUGURAZIONE DELLA GALLERIA DELLE ALPI.

       CERTE LETTERE.

       IL CIRCOLO FILOLOGICO DI TORINO.

       LE “IMMAGINI BIANCHE.”

       Indice

      Quando mi venne proposto di raccogliere in un volume i seguenti scritti, esitai, parendomi che i soggetti fossero troppo disparati, e che il libro sarebbe riuscito una miscellanea. Ma cedetti poi al cortese desiderio dell’Editore, considerando che questi medesimi scritti hanno veramente qualcosa di comune tra loro; si riferiscono, cioè, per la maggior parte, ad avvenimenti seguiti in Italia negli ultimi due anni: — dall’inaugurazione degli Ossari di San Martino e Solferino, all’apertura della Galleria delle Alpi, dall’entrata del nostro esercito in Roma, al trasferimento della sede del Governo; — avvenimenti de’ quali può riescir gradito ed utile, specialmente ai giovani, conoscere quei particolari che ce ne ravvicinano l’immagine e ce ne ravvivano il sentimento; e che sogliono nondimeno andar perduti, perchè la storia non li può raccogliere, e la stampa periodica non li può serbare. Io pensai che questo libro potesse far l’ufficio d’ un testimonio oculare di quei fatti, a cui si domandasse: — Che cos’hai veduto? che cos’hai sentito? che cos’hai pensato? —

      Agli scritti risguardanti quegli avvenimenti, n’aggiunsi altri, i quali, senza alterare l’indole del libro, mi pare che gli accrescano varietà ed efficacia; scritti a cui diedero occasione fatti occorsi a me, o uditi narrare in questi due anni; di modo che tutto ciò che è contenuto nel libro, — dove se ne tolga la Battaglia di Solferino e San Martino, posta quasi come necessaria premessa alla descrizione della festa degli Ossari, — tutto è stato veramente pensato, sentito o veduto nel tratto di tempo accennato dal titolo. Trattandosi di fatti recentissimi, non ho creduto di dover disporre gli scritti per ordine cronologico, e mi attenni invece a quello che mi parve più atto ad agevolarne la lettura.

      È un libro in cui si parla di patria, di guerra, di studi, e se ne parla con ardore e fede giovanile; però lo dedico ai giovani, colla speranza che lo leggeranno non senza giovamento; in varia forma, esso non dice al lettore che una cosa: — Ama il tuo paese e lavora.

      RICORDI DEL 1870 E 1871.

       Indice

      [Firenze, 27 giugno 1871.]

      La ragazza. Io non t’avevo cercato, e tu sei entrato in casa mia con un piglio da padrone, trovando a ridire sopra ogni cosa e affettando dispregio per tutto quello che ho di più caro. Pedante uggioso, che non sei altro! Nella tua città non c’è un quadro e una statua fatta dai tuoi; le case son tutte d’un colore; tu poi, parlando, non pronunzi una lettera doppia a pagartela uno scudo; e credi d’aver fatto tutto tu a questo mondo! E dici che io sono indietro d’un secolo! Sei un tanghero.

      Il ragazzo. E tu una fiaccona vanagloriosa, che ti gonfi dei meriti dei tuoi vecchi. Nella tua città non c’è modo di mangiare due uova assodate a dovere (storico), non c’è marciapiedi, non c’è il negozio Perotti e Nigra; tu poi, parlando, ti mangi i c, e dici straporto invece di trasporto; e vanti le aure miti del tuo paese, mentre ci tira un vento che sbatte la gente ne’ muri.

      Ragazza. Io son bella e colta.

      Ragazzo. Io son forte e onesto.

      Ragazza. Nientemeno!

      Ragazzo. Sicuro!

      Popolo. Si acciuffano, separateli, si possono far del male; badate che la morde nel collo.

      Un tale (dopo averli separati). Niente paura, sono due impostori bricconi. Non l’ha mica morsa, l’ha baciata. (Risa generali.)

      (Da una commedia recente, intitolata: Doveva finir così.)

      Un Piemontese che deve andare a Roma tra poco, sentì il bisogno, qualche giorno fa, di mandar un saluto alla città di Firenze, e pensò di mandarglielo dalla cima della collina di Fiesole.

       Una di queste sere, poco prima del tramonto, prese la via di porta a Pinti, solo soletto, come un pellegrino, e tirò innanzi a capo basso, almanaccando. La strada era deserta. Egli, che vi era passato molte volte nei giorni di festa, quando vanno e vengono tante famigliuole di operai, e brigatelle di giovani,