Si è detto poc'anzi, che fra i preziosi resti da disseppellirsi vi sarebbe l'Acropoli; ora credo opportuno il dire quale significato venisse dato a questa parola.
Acropoli, parola greca che significa città alta, si applicava alle parti delle città greche costruite sopra eminenze naturali. Forti per la loro posizione e circondate da mura solide, esse offrivano un asilo sicuro contro le invasioni.
Quivi, senza dubbio per la facilità della difesa, gli abitanti andarono a fissare le loro dimore. Le case, che si costruirono in seguito nella parte piana, formarono la città.
Nell'interno delle Acropoli si collocarono i principali edifizi, quali sono i templi, gli archivi, il pubblico tesoro ecc.
Eguale sistema tennero le colonie greche in Italia, e nell'epoca medioevale, per l'abituale stato di guerra, si imitò da noi l'esempio dato dai greci. L'Acropoli di Alessandria contava nei tempi andati fra le più importanti.
La borgata di Rachotis, già menzionata, fu la culla di Alessandria ed era un posto militare stabilito dai Faraoni per sorvegliare la costa contro le imprese libiche dal lato Ovest.
Al dire di Tacito, in questo posto militare esisteva un antico santuario d'Iside e di Osiride, che si tramutò in seguito nel celebre Serapeum.
L'antico posto militare dei Faraoni conservò ancora all'epoca Greco-Romana la sembianza della sua antica destinazione. Il Santuario fu ricostruito da Tolomeo II, detto per ironia Filadelfo (amico dei suoi fratelli), per le sanguinose persecuzioni, che esercitò contro tutti i principi della sua famiglia.
Il tempio venne riedificato con quella splendidezza principesca, alla quale Filadelfo aveva abituati gli Alessandrini.
Il posto militare crebbe per importanza e per estensione; dopo Costantino si conservava ancora come vera cittadella.
Dall'alto di questa fortezza l'imperatore Caracalla potè freddamente contemplare il massacro degli abitanti di Alessandria.
La cinta fortificata dell'Acropoli, o posto militare, ebbe a sostenere molti assedi; il più memorando fra tutti fu quello sotto Teodosio, quando gli Alessandrini, riuscendo a prendere di assalto la cinta, corsero a distruggere il Serapeum (il maschio della fortezza), collo stesso accanimento che più tardi i Parigini impiegarono alla presa della Bastiglia.
Il piano generale del Serapeum era il seguente. Aveva all'esterno l'aspetto di una fortezza; nessuna via di accesso, tranne una scala monumentale di cento gradini, che conduceva al propileo del tempio, chiuso da robuste inferriate. Questa lunga scala non aveva accessi laterali e continuava, non interrotta, per lo sviluppo dei cento gradini.
Il tempio, vera Acropoli, aveva forma quadrata; nel suo centro un piazzale circondato da colonne.
A questo largo tenevano dietro portici simmetrici di proporzioni ammirevoli. Mediante questi portici, il piazzale centrale rimaneva separato dalla famosa biblioteca e dai locali riservati al culto degli Dei. La ricchezza del portico era straordinaria: il soffitto dorato coi capitelli delle colonne in bronzo dorato; negli interstizi delle colonne numerosi capolavori di un valore inestimabile.
Al centro dell'Acropoli sorgeva ed esiste tuttora la meravigliosa colonna diocleziana, conosciuta generalmente sotto la denominazione di colonna di Pompeo, di mole straordinaria, di forma elegante e corretta nelle sue proporzioni.
Eccone le dimensioni:
metri | |
Diametro minimo | 2,53 |
Altezza del fusto | 20,50 |
Altezza totale della colonna | 27,75 |
Chgr. | ||
Peso | del capitello | 47.951,79 |
» | del fusto | 289.869,00 |
» | della base | 50.567,70 |
» | del piedestallo | 162.103,19 |
Peso | totale della colonna | 550.491,68 |
L'ingegnere capo dei ponti e strade, Saint-Genis, che sul finire del secolo scorso accompagnò Bonaparte nella sua spedizione in Egitto (1798), esclama pieno di ammirazione:
«Questa colonna è non solamente il principale monumento che colpisca la vista ed ecciti meraviglia nel percorrere il suolo di Alessandria, ma da lontano essa domina la città, i minareti, gli obelischi ed il castello del Faro; essa serve in mare per orientamento alle navi e guida gli Arabi nelle vaste distese del deserto.»
La colonna di Pompeo si trovava un tempo dentro il recinto della città; ora si trova un chilometro circa distante dalle mura della città moderna verso il lago Mareotide.
Se questo superbo monolite, unico nel suo genere, esiste tuttora, lo si deve all'enorme suo peso, che non ha concesso agli Arabi di scalzare le pietre, su cui posa la sua base.
La colonna è di ordine corinzio, con proporzioni bellissime, elegante di forme e svelta nella sua superba mole.
Il fusto è di un solo pezzo di granito rosso.
Coi recenti scavi operati sotto l'intelligente iniziativa dell'italiano cav.Botti, Direttore del Museo di antichità in Alessandria, che per la sua onesta operosità e per le sue estese conoscenze archeologiche onora sè stesso ed il nostro paese, si è potuto penetrare in una galleria già esistente e discendere sino al disotto della base della colonna di Pompeo; dal qual punto s'irradiano altri sotterranei, ingombri di macerie ed in gran parte da esplorarsi.
Dipenderà dai mezzi pecuniari, di cui potrà in seguito disporre la società archeologica di Alessandria il mettere allo scoperto altri preziosi avanzi, partendo dal concetto, che il terreno sottostante, che attornia la colonna pompeiana, racchiude nelle sue viscere importanti reliquie della grandezza dell'antica città.
Presentemente gli scavi si fanno nella Necropoli occidentale, nel tempio sotterraneo di Ecate a Souk-el-Wardiana sul mare. L'asse del tempio misura 60 metri. Le are pei sacrifizi furono trovate al centro della sala ipostila, che precede la rotonda.
TOMBE DEI MAMALUCCHI AL CAIRO
BASE DELLA GRANDE PIRAMIDE DI CHEOPE
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