La luce della candela non rivelò nulla di nuovo, quindi le due donne legarono la zanzariera e si sedettero ognuna a un lato del letto. Wan tirò giù le coperte e lo trovò lì, supino, nudo, le braccia spalancate come quelle di Gesù sulla croce, gli occhi aperti, due cerchi rosso fuoco su uno sfondo rosa che spiccavano sul viso spettrale e senza espressione, le labbra si erano trasformate in due strisce finissime che cerchiavano la bocca.
Wan interrogò con lo sguardo Da, la quale stava studiando il suo paziente. Mise il retro della sua mano sulla fronte di Heng e non si stupì nel trovarla fredda.
“Come ti senti oggi, Heng?”, chiese sua moglie.
“Affamato … anzi, assetato”, disse, le parole che rotolavano fuori dalla sua bocca come rocce di una frana che ruzzolano giù da una montagna.
“D’accordo, tesoro, siediti. Abbiamo un altro buon frullato per te”.
Le donne sistemarono i cuscini per lui, lo aiutarono a tirarsi su e poi lo coprirono con una coperta.
“Bevi questo, tesoro”, disse Wan, “è quello che ti era piaciuto di più ieri”.
Da ne versò un po’ in un bicchiere e ci mise una cannuccia. Heng bevve due tazze di quel liquido rosa, che aveva anche una simpatica schiuma verde sulla cima grazie alle erbe che Da aveva inserito. Con questo Heng sembrò riprendersi. Si tirò su dritto e si guardò intorno come per la prima volta.
“Questo ti piace, vero Heng?”, chiese Da. “Vedo che sei molto più vivace di quando siamo entrate. Pensi di riuscire a venire di sotto oggi? La luce del sole potrebbe farti bene … sembri un po’ pallido … non sei abituato a stare al chiuso, vero?”
Heng la guardò come se parlasse una lingua sconosciuta e poi guardò sua moglie.
“Hai bisogno di andare in bagno, Heng? È passato un po’ di tempo, è tutto a posto là sotto? Ci vuoi andare adesso o vuoi che porto su un secchio?”
“Sì, buona idea, vorrei andare in bagno di sotto, ma prima, ancora frullato”.
Visto che nessuna delle due sapeva di quanto sangue avesse bisogno, lo lasciarono bere quanto ne voleva, così che Heng finì l’intero litro.
Da si sedette mentre Wan aiutava il marito a vestirsi. Più il frullato faceva effetto, più Heng diventava attivo.
“Forza, tesoro, ti aiuto a vestirti e poi andiamo di sotto”.
Le due donne presero un braccio per ognuna e aiutarono quell’uomo tremante ad alzarsi. Sembrava una bicicletta con una ruota traballante. Quando lo portarono all’esterno sul pianerottolo, trasalì leggermente a causa della luce intensa, ma qualsiasi persona avrebbe reagito così dopo aver passato un giorno e mezzo in una stanza buia. Den e Din guardarono il padre scendere le scale come un dipsomane, aiutato dalla sua zietta e dalla moglie.
Erano sconvolti nel vederlo così fragile e diverso. Heng era sempre stato un uomo magrolino, ma ora era scarno, bianco come la neve e con due mandorle rosse al posto degli occhi. Entrambi si spostarono quando si posò sul tavolo per prendere fiato.
“Den, hai ancora quei vecchi occhiali da sole? Penso che tuo padre oggi ne abbia bisogno, poiché i suoi occhi sono un po’ sensibili”, disse Da, poi aggiunse: “Wan, riesci ad accompagnare Heng al bagno da sola o vuoi che Den ti aiuti?”
“No, penso di farcela”.
Lo condusse fuori, mentre Heng usava la sua mano libera per ripararsi gli occhi. Quando lo riportò al tavolo quindici minuti dopo, sembrava esausto per lo sforzo.
“Din, faresti un salto di sopra a prendere un lenzuolo e un paio di cuscini, per favore? Tuo padre si riposerà quaggiù oggi per prendere un po’ di aria fresca e di sole. Non ha mai passato così tanto tempo al chiuso nella sua vita, quindi il suo corpo non è abituato. Guarda in che stato è …”
Nel frattempo, Heng spostava lo sguardo da uno all’altro, ma sembrava non comprendere la conversazione. Lo fecero mettere comodo con il lenzuolo e i cuscini e Den gli mise gli occhiali con le lenti nero corvino di cui andava fierissimo dieci anni prima, quando andavano di moda.
Il risultato fu che Heng, così conciato, sembrava una sorta di strano uccello appollaiato su un supporto per il tetto.
“Bene, ragazzi, penso che dovreste andare a preparare altro frullato per vostro padre. È molto affamato oggi e questo è un buon segno, perché dimostra che stiamo facendo qualcosa per il verso giusto!”
“Ti senti molto meglio oggi Paw, vero?”
Aspettarono tutti la sua reazione, poi lui annuì, assomigliando straordinariamente a un gufo. Den e Din se ne andarono sghignazzando, facendo molta fatica ad accostare quella creatura sul tavolo al loro papà di sole ventiquattr’ore prima.
“Pensi che dovrò preparargli qualcosa da mangiare per stasera, Zia Da?”
“Non gli farà male, sempre che mangi, ma, comunque, non è un sostituto del frullato”.
“Heng, vorresti mangiare qualcosa con noi più tardi?”
Heng piegò la testa da un lato e dall’altro, poi fissò la moglie.
“Cosa cucinerai stasera, Wan?”, chiese Da.
“Pollo o maiale … qualsiasi cosa voglia”.
Heng continuava a spostare lo sguardo da una all’altra come uno che si trova in un paese straniero e non parla la lingua.
“Perché non lo chiediamo a lui? Non è diventato stupido, almeno penso”.
“Che cosa vuoi mangiare stasera, Heng, maiale o pollo?”
La guardò per qualche secondo e poi disse:
“Piccola …”
“Oh, Heng, non puoi mica mangiare tua figlia … non sarebbe corretto”.
“Non nostra figlia … piccola capra … Ne abbiamo alcune, o no?”, disse Heng.
“Sì, ne abbiamo alcune, ma pensavo che le tenessimo per aumentare il gregge”.
“Solo una”.
“Sì, va bene, Heng, ma solo perché sei malato. Cucinerò per te una fettina di capretto e il resto di noi mangerà il maiale”.
“La mia la vorrei al sangue, grigliata, senza curry, Wan. Ho una gran voglia di carne rossa, molto rossa”.
I ragazzi erano piuttosto sollevati del fatto che per ora loro padre non avesse intenzione di mangiarli.
Quando sembrò che Heng fosse andato a dormire in attesa della cena, Den chiese a sua madre se pensava davvero che un giorno o l’altro avrebbe voluto mangiarli.
“Oh, non penso proprio, Den, non se continuiamo a soddisfare i suoi desideri, anche se non sappiamo ancora bene quali siano”.
“Zia Da, cosa ne pensi delle condizioni di Heng?”
“Penso che sia molto interessante … davvero, davvero interessante. Ieri era in punto di morte; oggi, ogni ora che passa è più attivo, sebbene non assomigli per niente allo stesso Heng che conoscevamo e amavamo così tanto”.
“Dobbiamo aspettare di scoprire come sia il nuovo Heng, oppure se riavremo quello vecchio una volta che si sarà abituato alla sua nuova dieta e si sarà ripreso dalla mancanza di sangue nel corpo”, disse Wan.
“Le tue ipotesi forse non sono buone come le mie, ma devo ammettere che mi trovo in un territorio nuovo e seguo il mio istinto, ma con qualche suggerimento dei miei amici Spiriti; uno, addirittura, ha detto che la cosa più gentile da fare sarebbe ucciderlo e lasciargli cominciare una nuova vita.
“Cosa ne pensi di questo consiglio, Wan?”
“Ehm, ad essere del tutto sincera, penso che sia una misura piuttosto drastica,