I colpi divennero un po’ più forti ma, questa volta, furono seguiti da una voce: «Avanti, Kyoko, lo so che ci sei. Non farmi sfondare questa porta!».
Kyoko alzò gli occhi al cielo per il tono di Suki. Aprì la porta e si sentì trascinare fuori all’istante. «Forza, sbrighiamoci. Ho la brutta sensazione che, se non ce ne andiamo subito, Shinbe tornerà qui o chissà cosa.». Kyoko ebbe a malapena il tempo di chiudere a chiave la porta prima che Suki la tirasse fuori.
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Kyou aprì le pesanti tende nere della finestra adesso che era arrivato il crepuscolo. I suoi lunghi capelli argentati svolazzarono come un ventaglio mentre apriva la finestra, permettendo al vento di accarezzare il suo viso angelico. Vestito di nero, sembrava un angelo caduto.
Il denaro gli aveva dato la libertà di stabilire i propri orari e il potere gli garantiva che non sarebbe stato disturbato. Acquistando l’ultimo piano dell’hotel più costoso della città, si era assicurato la solitudine di cui aveva bisogno e la vista che desiderava. Guardando dall’altra parte della strada, vide che si era già formata una fila all’ingresso del “Club Midnight”, il club più famoso della città. Era il posto perfetto in cui le creature della notte potevano sfamarsi.
In coda c’erano moltissime studentesse viziate, insieme ai teppistelli che le accompagnavano. Gli occhi di Kyou erano colmi di disprezzo mentre scrutare la fila, chiedendosi quale di loro avrebbe attirato l’attenzione dell’uomo cui dava la caccia. Chi sarebbe stata la prossima vittima di Hyakuhei?
Kyou sentiva la sua presenza nella città e si chiedeva se Hyakuhei sentisse la morte che lo perseguitava. Questa volta le cose erano diverse. Kyou lo aveva trovato troppo facilmente, come se Hyakuhei gli avesse lasciato una traccia da seguire. Le morti e le sparizioni delle studentesse del college erano un palese biglietto da visita che portava solo ad una persona.
Non gli piaceva il pensiero che Hyakuhei lo avesse condotto lì. «Non sono più sotto il tuo controllo.» ringhiò Kyou mentre gli gocciolava il sangue tra le dita serrate, e i suoi occhi divennero rosa. «Tu non hai alcun potere su di me... non più!». Placando la propria rabbia, assunse di nuovo un’espressione impassibile e nascose la propria aura. Era giunta l’ora che il predatore diventasse la preda.
Se avesse percepito la forza vitale di Hyakuhei, avrebbe dovuto muoversi con cautela per evitare che anche lui percepisse la sua.
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Kyoko era sorpresa da quanto fosse grande la discoteca. Rimase a bocca aperta quando entrarono nell’enorme parcheggio. Suki era voluta arrivare prima per evitare la fila ma, a quanto pare, c’erano già molte persone, perciò scesero di fretta dall’auto. Kyoko vide dei volti familiari del college che frequentavano e sorrise quando notò che c’era anche il suo vecchio amico Tasuki.
Il ragazzo aveva notato Kyoko e Suki tra la folla. Si era lasciato convincere dai suoi amici, non aveva niente di meglio da fare ora che gli esami erano finiti, perciò aveva accettato volentieri. Era bello e aveva un bel fisico, con capelli castani lunghi fino alle spalle e occhi color cioccolato che facevano sciogliere il cuore a tutte le ragazze.
Era uno dei ragazzi più popolari del campus, ma era noto soprattutto per i punteggi alti che aveva ricevuto in tutti i corsi ed era più gentile della maggior parte dei ragazzi. Era anche una delle persone più ricche dell’istituto e, sebbene non ostentasse mai nulla, la sua reputazione ne beneficiava.
Facendosi strada tra la folla, si avvicinò a Kyoko con un sorriso. La conosceva dai tempi delle medie e aveva sempre avuto una cotta segreta per lei. Erano usciti insieme ma niente di serio... erano amici ed era anche passato molto tempo dall’ultima volta che erano usciti.
Le avrebbe chiesto di uscire più spesso, ma quel Toya e il capo della sicurezza le ronzavano sempre intorno, ultimamente. L’ultima volta che le si era avvicinato mentre lei era con uno di loro, gli era sembrato di sentire un ringhio.
Si guardò attorno nervosamente, sperando che fosse da sola. Non che ne avesse paura... no, mai.
Suki notò il nervosismo di Tasuki e scoppiò a ridere. «Tranquillo, siamo venute da sole.» gli disse, poi sorrise per lo sguardo confuso di Kyoko e afferrò Tasuki per il gomito, facendolo mettere in fila con loro. Lei e gli altri che lo conoscevano sapevano che provava qualcosa per Kyoko... che era l’unica a non saperlo.
Kyoko arrossì quando Tasuki si girò, non si era resa conto di quanto fosse diventato alto. «Ciao Tasuki, da quanto tempo. Ho sentito che anche quest’anno stai andando alla grande con i voti.». Il suo viso s’illuminò, era passato troppo tempo da quando erano usciti l’ultima volta. Si era sempre sentita al sicuro con lui... come se fossero migliori amici. Le era mancato.
Tasuki le rivolse un lieve sorriso, apprezzando il fatto che lei non lo avesse dimenticato. Forse aveva ancora una possibilità. Voleva davvero la possibilità di dimostrarle che gli importava ancora di lei e che voleva stare con lei, e che non era “fuori dalla sua portata” come aveva sempre creduto.
Per qualche motivo, Kyoko era convinta che lui volesse vederla solo perché erano amici fin dalle scuole medie. Tasuki intendeva chiarire quel malinteso. «Già. Se ti serve aiuto, sarò felice di darti ripetizioni quando vuoi.». Gli venne la voglia di sbattere la testa contro il muro perché, ancora una volta, era sembrato un amico e non come un possibile fidanzato.
Suki scosse la testa vedendo la silenziosa sofferenza negli occhi di Tasuki mentre sorrideva a Kyoko. “Povero ragazzo.” pensò tra sé, poi sorrise maliziosamente. Aveva solo bisogno di una piccola spinta nella giusta direzione.
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Kyou osservava la fila di ragazze ingenue che era aumentata. “C’è molta scelta per Hyakuhei.” rifletté. Era sempre la stessa storia, prendeva una vita e spariva... proprio aveva fatto in passato. Si afferrò al davanzale per la frustrazione, pensando a come fermare il massacro.
Sarebbe dovuto andare lì e confondersi tra la folla. Sorridendo al pensiero, riportò l’attenzione sulla fila.
Scrutando di nuovo il parcheggio, si soffermò su tre persone quasi vicine all’ingresso. L’aura che le circondava era sorprendentemente diversa dagli altri umani. Una leggera sfumatura di pura luce bianca che circondava il gruppo abbagliò la sua vista interiore di vampiro.
Riducendo l’intensità, Kyou scosse la testa e le guardò di nuovo. Anche con i sensi intenzionalmente offuscati, riusciva a rilevare un debole bagliore che scorreva attorno alle tre figure. Uno scintillio di polvere arcobaleno pioveva direttamente sopra di loro, oscurando la luce come per nasconderla alla sua vista.
Kyou scrutò il cielo ma non vide nulla. Restrinse lo sguardo, comprendendo più di quanto avrebbe dovuto.
Non aveva mai visto nulla di simile nella sua vita infinita. Un debole ricordo attirò la sua attenzione mentre fissava il gruppetto con gli occhi spalancati. Ricordava le parole di suo fratello minore prima che Hyakuhei lo uccidesse in modo così atroce: “… se trovassimo trovare il Cuore di Cristallo Protettore... allora forse potremmo essere liberi dall’oscurità, fratello...”.
Aveva preso in giro Toya, dicendogli che quel gioiello era solo una leggenda ed era impossibile trovarlo, ma suo fratello aveva insistito: «L’aura di colei che protegge il cristallo brillerà di luce sacra. Non vuoi essere libero?».
Una sensazione malinconica lo pervase con quel ricordo. Avrebbe dato qualsiasi cosa per liberare suo fratello dalla vita cui Hyakuhei lo aveva condannato. La brezza che entrò dalla finestra gli soffiò via i capelli dal viso come per dirgli di andare, come se Toya stesso gli stesse dicendo di andare.
Lasciandosi avvolgere dall’oscurità, Kyou riapparve indisturbato tra la folla di giovani ignari, continuando a fissare quella luce pura.
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Kyoko ridacchiò vedendo che Suki muoveva le sopracciglia verso Tasuki... quella ragazza passava davvero troppo tempo con Shinbe, ultimamente. In risposta,