Le Immortalità. Guido Pagliarino. Читать онлайн. Newlib. NEWLIB.NET

Автор: Guido Pagliarino
Издательство: Tektime S.r.l.s.
Серия:
Жанр произведения: Героическая фантастика
Год издания: 0
isbn: 9788873040316
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di Rapa Nui, più noto come Isola di Pasqua, situato al centro del Pacifico, lontanissimo da ogni altra terra, ben a 3600 chilometri a occidente delle coste del Cile e a 2075 a oriente delle quattro isole vulcaniche dell’arcipelago Pitcairn, situate nel Pacifico meridionale. Era stato consentito nondimeno agli esiliati di costituire sull'isola un proprio Stato indipendente. La comunità sarebbe stata del tutto autosufficiente grazie alle nuove risorse di quell’isola, dapprima ben poco ospitale, ch’erano state, in previsione, avvivate dallo Stato mondiale coi più moderni metodi fertilizzanti, e inoltre in grazia degli apparati e dei cyborg per la coltivazione e la produzione industriali che la stessa autorità aveva fornito agli esiliati. La sopravvivenza degli eterni era stata peraltro assicurata dal loro limitato numero e dal fatto ch’essi erano sterili. Quanto ai pochissimi esponenti della popolazione nativa di Rapa Nui, non era stato consentito loro di restare ed erano stati obbligati a trasferirsi nella maggiore delle isole Pitcairn, da tempo disabitata, sia pur con le alte indennità, pagate in natura, che lo Stato aveva loro assegnato. Subito dopo lo sbarco degli esiliati, tutt'attorno e sopra all'isola era stato collocato un campo di forza, insuperabile dalla materia, che impediva tanto agli eterni d’allontanarsi, quanto ai mortali d’accedere. In particolare gli ormai diffusi apparecchi del sistema Radiotrasporto Istantaneo Esseri Viventi, inventato decenni prima dagli ingegneri Green e Berusci, in grado di radiotrasportare esseri umani, animali e cose, non avrebbero potuto essere utilizzati né in entrata, né in uscita, senza contare che, del tutto ovviamente, i deportati non ne erano stati forniti, così come non erano stati muniti d’imbarcazioni e di aerei.

      Col passare del tempo, il mondo s'era dimenticato dell’esistenza degl’immortali.

      Erano state le stesse autorità a preordinare quell'oblio, cancellando nelle memorie elettroniche ogni loro notizia. Per la storia ufficiale, essi non erano mai esistiti; ma se per un lungo periodo nessuno avrebbe più sentito parlare di quei 1003 eterni, il futuro, tuttavia, teneva in serbo per loro una clamorosa riscossa, la fama e… pure qualcos’altro. Ma intanto un nuovo avvenimento, essenziale, sarebbe dovuto prima accadere, un evento la cui causa scatenante sarebbe stata sulla Terra, ma le cui conseguenze avrebbero avuto origine ben al di là del nostro pianeta.

      Otto Bauer, cinquantenne ordinario di Astrofisica Posteinsteiniana alla Libera Università di Berlino – Freie Universität Berlin prima del trionfo della lingua anglomundi e la scomparsa delle lingue nazionali – nonché direttore dell'Ente Ricerca Vita Extraterrestre era prossimo alla conclusione della sua lezione: "...e come già saprete dal mio collega di Teoria della Ricerca ed è pacificamente accettato da oltre cinquecento anni, già nel XX secolo il filosofo della scienza Karl Raimund Popper aveva stabilito che ogni congettura, per potersi definire scientifica, debba poter essere falsificata. Così, ad esempio, era sì filosofica ma non scientifica la psicoanalisi, perché il concetto d'inconscio, per definizione, non è sperimentabile e, quindi, non si può scientificamente falsificare. Viceversa, era certamente scientifica l'ipotesi cosmologica geocentrica, perché aveva potuto essere falsificata con certezza da Isaac Newton. A sua volta era scientifica la teoria niùtoniàna perché era stata ridotta a semplice caso particolare della più ampia teoria einsteniana; e pure quest'ultima era scientifica in quanto, ed è ciò che in definitiva qui ci interessa, era stata parzialmente abbattuta dal Gruppo Post-einsteniano dell’Università di Torino che, grazie alla sua scoperta delle onde ultrafotoniche, aveva dimostrato nel 2515, giusto due anni fa, la possibilità di superare, in teoria infinitamente, la velocità della luce; ed è proprio sulla base di questa scoperta, che grazie alle onde ultrafotoniche accorcia enormemente i tempi d'una comunicazione interstellare, che io spero di poter contattare, finalmente, una civiltà aliena."

      La campanella di fine lezione aveva suonato.

      "Ci vediamo alla prossima puntata", aveva detto il prof a mo’ di saluto; e alzatosi, s’era diretto a gran passi verso il proprio studio.

      Per quasi tutta l’ora era stato interiormente agitato perché, poco dopo l’inizio della lezione, la sua prima assistente lo aveva avvertito ch’era giunto un messaggio dalla Commissione Fondi: quasi di certo la decisione ch'egli attendeva da mesi.

      "Maledizione!"

      Il docente era stato udito per tutto il piano: "Asini fanatici! Credono di mandare al diavolo la nostra ricerca quei topi di sacrestia, quei sottosviluppati psichici!" Il Bauer, il cui volto fino a un attimo prima era stato del tutto porporino per l'eccitazione, non appena finito di leggere il breve messaggio era sbiancato, poi era rimasto senza parole per tre secondi buoni, con la fulva barbetta caprina che gli tremava sull'aguzzo mento, infine era esploso. Inconcepibili, per lui, erano stati sia il responso sia la motivazione: a lettere maiuscole addirittura, come per offenderlo!

      Si respinge la richiesta di fondi perché

      IL PROGETTO È MANIFESTAMENTE ILLOGICO.

      F.to Il Presidente della Commissione

      - Prof. Dr. Marisa Zanti -

      "Io la strozzo, quell'imbecille", aveva ancor espresso il deluso cattedratico abbattendo il corpaccio sulla poltroncina della sua scrivania, sempre con la lunga barbetta tremante sulla bazza.

      La sua prima assistente, realizzando, sulla memoria di tante altre crisi di nervi di quell'irascibile, che a quel punto la scarsità d'aria nei polmoni gli avrebbe impedito di zittirla, finalmente era intervenuta: "Scusi, professore, ma mi pare sia previsto un ricorso, non è vero?"

      "Hmm...", aveva quasi grugnito l'altro, senz’aggiungere risposta.

      Già, questo è il momento in cui deve tenere il broncio, aveva ragionato la dottoressa trattenendo un sorriso, e l’aveva lasciato tranquillo. Come s’era aspettata, dopo non molto il professore aveva parlato:

      "Lei capisce, cara Steiner, che questo ci impedirà, chi sa per quanto, di trovare vita extraterrestre. Eppure, con la nuova possibilità di lanciare nello spazio onde ultrafotoniche io son certo certissimo che, a differenza che con le lentissime onde radio, stavolta avremmo successo. Purtroppo sono quasi altrettanto sicuro che la risposta al nostro ricorso sarà di nuovo negativa."

      "Non capisco proprio perché abbiano detto di no."

      "Lo capisco io!" s'era adirato di nuovo: "Per ragioni, ma pensi un po' lei! re - li - gio - se. Si rende conto che razza di cretini? Per ragioni religiose!"

      "Scusi l'ignoranza: cosa c'entra la religione?"

      "La sua non è affatto ignoranza: la loro è ignoranza! Sono convinto che quella commissione di bigotti, perché, come lo è notoriamente la presidente, lo saranno di certo anche tutti gli altri! ha avuto paura che noi avessimo successo, vanificando così la loro fede: pensi dove andrebbe a finire il loro credo se noi scoprissimo esseri intelligenti di altri pianeti."

      "Maledizione! La Zanti ha davvero così tanto da fare?!" Il professor Bauer attendeva da venti minuti, in piedi, nel corridoio dell'ultimo piano del Ministero Mondiale della Scienza: come una sentinella s'era piantato davanti alla porta dell'ufficio della presidente della commissione.

      Un'ora prima era saltato su di un aereo di linea suborbiter in partenza per Parigi: voleva, anzi pretendeva! immediate spiegazioni; e guai se non fossero state esaurienti.

      "Dopotutto lei non ha appuntamento", aveva commentato con voce incolore il robot usciere al piano, dalla sua postazione: "È già gran cosa che la professoressa abbia accettato di riceverla."

      Sulla faccia dello scienziato s'era accesa un'espressione cattiva. S’era mosso di scatto verso la macchina piantandole gli occhi negli obiettivi. L'automa s’era tirato indietro finendo addossato alla parete. Tuttavia, se il Bauer sulle prime aveva sofferto d’una qualche brutta intenzione, non soltanto raggiunto l’usciere non l'aveva espressa, ma, trapiantatosi sulla bocca un forzato sorriso, era riuscito a parlargli in tono mite: “Ti prego di sollecitare. Hm... Sarò riconoscente."

      "Così sì!" aveva approvato l'altro e subito era andato a bussare all'uscio della presidente; poi, schiudendo la porta senza aspettarne l'invito e ficcando la testa nella