Per nessuno dei due era stata la prima volta in cui avevamo rischiato di morire, naturalmente. In effetti, era probabile che non si fosse trattata neanche della centesima volta. Ma, in quell’occasione, Bill era sembrato particolarmente sconvolto.
Infine, le aveva detto esattamente perché.
“Non penso di poter sopportare di perderti. Non penso che potrei vivere senza di te.”
Poi, senza aggiungere altro, si erano baciati.
Dopodiché, si erano stretti in silenzio per un po’ senza parlare.
Questo era successo, fino ad allora: un singolo bacio e un lungo e silenzioso abbraccio. Erano stati entrambi troppo malconci a causa della loro lotta col killer, per poter far procedere le cose.
Il sorriso di Riley si allargò al ricordo.
Vide che anche Bill sorrideva.
Sta ricordando anche lui quel momento?
Non ne sarebbe stata affatto sorpresa. Come una vecchia coppia sposata, spesso finivano col ritrovarsi a pensare le stesse cose e a completare reciprocamente le frasi.
Lei e Bill avevano lavorato insieme come partner per anni. Si erano salvati reciprocamente dai mostri, aiutandosi in momenti terribili, e la loro amicizia era sopravvissuta, anche Riley, ubriaca, ci aveva provato con lui, quando era ancora sposato.
Avevano anche superato i rispettivi divorzi, e, nel caso di Bill, la quasi completa perdita di contatto con i suoi figli, quando la sua ex-moglie si era trasferita e risposata. L’uomo sapeva dei problemi e delle lotte di lei con Ryan, del suo divorzio e persino della sua recente relazione con Blaine.
Non si erano visti molto dalla chiusura di quel caso. Non avevano avuto una possibilità di chiarire.
Bill aveva fatto visita a Riley a casa un paio di volte, e avevano parlato un po’ al telefono. Non avevano fatto cenno a quel bacio, ma naturalmente Riley ci aveva pensato per tutto il tempo, e sapeva benissimo che era stato così anche per Bill.
E adesso erano lì, al loro primo vero appuntamento.
E, come tutti i primi appuntamenti, era carico di ogni sorta di possibilità e incertezze.
Infine, Bill scosse il capo: “Riley, abbiamo delle cose che dobbiamo davvero risolvere.”
Riley si accorse di stare trattenendo il fiato, incerta su che cosa aspettarsi.
“Ci tengo tantissimo a te” Bill disse. “So che è lo stesso per te. E immagino che sia … solo naturale che la nostra relazione … capisci …”
Riley gli strinse la mano e fece una risatina.
“Si evolva?” chiese.
Anche Bill fece una risatina.
“Sì, evolva. È naturale, ed è … meraviglioso. E non voglio che finisca.”
“Anche per me è lo stesso” Riley disse.
Bill alzò le spalle e cambiò posizione nella sedia.
“Ma mi preoccupo delle … cose” disse. “Voglio dire, che cosa significherà questo per noi come partner?”
Riley sospirò: “Magari lo sapessi. In realtà, l’FBI non ha regole ferree contro … beh, la fraternizzazione.”
“Lo so” Bill disse. “Ma ciò non significa che sarà facile. Riesco a pensare a un uomo che ci renderà le cose il più dure possibili.”
Riley annuì. Sapeva benissimo a chi Bill si riferisse. Regole o non regole, l’Agente Speciale Capo Carl Walder non approvava che gli agenti si facessero coinvolgere in relazioni romantiche mentre lavoravano insieme. In realtà, Walder non approvava molte cose che gli agenti facevano, a meno che non lo mettessero in buona luce.
C’era di peggio: Walder serbava un violento disprezzo nei confronti di Riley. L’aveva sospesa e persino licenziata più di una volta. Se Riley e Bill avessero mostrato apertamente la loro relazione, Walder avrebbe indubbiamente trovato ogni stratagemma per rendere le loro vite infelici. Perlomeno impedendo loro di lavorare insieme, ma anche collocando uno di loro in un ufficio distante.
Bill strizzò pensosamente gli occhi per un momento.
Le disse: “Mi preoccupa anche che … beh, entrare nella tua vita, immagino, e portare tutto il mio bagaglio con me. Voglio dire, tu hai una famiglia, e io ho …”
Bill scosse tristemente il capo.
“Beh, sai quello che ho” le disse. “Non un granché. E poi, ho affrontato un brutto divorzio.”
“Vale anche per me” Riley disse.
“Sì, ma il tuo ex-marito non ti ha portato via le figlie.”
Con una profonda fitta di comprensione, Riley gli strinse di nuovo la mano.
“Lo so” rispose. “Mi dispiace.”
Bill alzò leggermente il tono di voce.
“Ma tu … beh, hai una famiglia. Vuoi che io ne faccia parte?”
Riley stava per rispondergli naturalmente di sì, ma Bill la interruppe.
“Ti prego, non rispondere a quella domanda senza davvero pensarci.”
Riley annuì tristemente.
Era davvero una buona domanda; Riley pensò a quanto fosse ricca e amorevole la sua vita domestica. Aveva due figlie e una governante che viveva in casa sua e che era molto, ma molto più che una semplice domestica.
C’è posto per qualcun altro? si chiese.
Lei aveva provato a fare spazio a due uomini diversi, e non aveva funzionato. Quando il suo ex-marito, Ryan, era tornato a pregarle di dargli un’altra possibilità con lei, gli aveva consentito di vivere insieme per un po’. L’uomo aveva deluso lei e le ragazze, naturalmente, il che l’aveva fatta sentire stupida per essersi aspettata altro da lui. L’ultima volta che era tornato, lo aveva mandato via con decisione.
Inizialmente, tutto era sembrato filare liscio con Blaine Hildreth, l’affascinante ristoratore con cui Riley aveva avuto una relazione. Era un padre single con una figlia dell’età di April. Ad un certo punto, Blaine aveva persino pianificato di allargare la sua casa, così che potessero viverci tutti insieme.
Ma i pericoli della vita di Riley si erano infine dimostrati più di quanto Blaine potesse affrontare.
Sebbene lei non potesse davvero biasimarlo, Riley stava ancora soffrendo per il suo rifiuto finale. L’aveva lasciata amareggiata e delusa. Si era ritrovata a chiedersi se ci sarebbe mai stato un uomo nella sua vita di cui potersi davvero fidare e dipendere.
Ma, al momento, quella sembrava una domanda stupida.
Stava guardando negli occhi quell’uomo in quel momento.
Lei e Bill avevano avuto le loro discussioni e i loro disaccordi ed alti e bassi. Ma, alla fine, erano sempre riusciti a fidarsi, mettendo la vita dell’una nelle mani dell’altro.
Che altro potrei volere da una relazione? si chiese.
Forse era esattamente questo il problema.
Balbettò, provando a trovare le parole per esprimere ciò che intendeva dire.
“Bill, io … sento che tu mi conosci meglio di chiunque altro al mondo. Meglio di Ryan, persino. Mi hai vista quando ero al peggio e al meglio. Mi hai tirata fuori dall’abisso del …. beh, dell’alcol, della disperazione, dell’autocommiserazione e senso di fallimento …”
Bill scosse il capo. “Beh, tu mi hai visto peggio di così.”
Riley sussultò un po’. Sapeva troppo bene ciò di cui Bill stava parlando.
E ricordava benissimo il messaggio che