"Le sue parole non hanno senso, signor Thompson", disse Mackenzie. "Perché non ci dice come mai l'impronta del suo pollice è apparsa sulla patente falsa di una donna morta?"
"Perché l'ho fatta io. Anche se quando le produco della polvere che in teoria dovrebbe evitare di lasciare le mie impronte digitali. Avete usato gli UV?"
"Esatto".
"Merda. Beh, sì… l'ho fatta io la patente."
"Alla motorizzazione, presumo?" Chiese Mackenzie.
"Sì".
"La ragazza l'ha pagata? Il nome sulla patente era Marjorie Hikkum".
"No, è sempre la stessa signora che mi paga".
Mackenzie cominciava ad irritarsi per il modo in cui Thompson spiegava le cose. A giudicare dal modo in cui Ellington serrava la mascella, anche lui si stava spazientendo.
"Signor Thompson, la prego di spiegarci di cosa diavolo sta parlando".
"Lo faccio da circa tre anni, ormai. Questa signora arriva, fa finta di avere bisogno di un consulto e mi passa del denaro. Cinquecento dollari per ogni documento. Una settimana dopo, le do quello che mi ha chiesto".
"Capisce quanto tutto ciò sia estremamente illegale, vero?" Chiese Ellington.
"Certo. Ma questa donna… sta cercando di fare del bene. Si procura quei documenti perché sta cercando di aiutare quelle ragazze".
"Quali ragazze?" chiese Ellington, quasi sbraitando.
Thompson li guardò, confuso. Ci mise un attimo a capire cosa stesse succedendo poi rivolse loro uno sguardo di scuse. "Accidenti. Mi dispiace. Visto che siete venuti qui a chiedermi della patente e di una ragazza morta, immaginavo che sapeste già tutto. I documenti che fabbrico sono per le donne che riescono a scappare da quella folle fattoria dall'altra parte di Fellsburg".
"Quale folle fattoria?" Chiese Mackenzie.
A quella domanda Thompson sembrò davvero preoccupato per la prima volta da quando avevano bussato alla sua porta. Fece una leggera smorfia e scosse leggermente la testa. "Non mi sembra giusto parlarne. Ci sono poteri troppo forti in gioco, capite?".
"No, non capiamo." Anche se ricordava che McGrath aveva dichiarato che c'era una specie di Comunità religiosa in zona, il che era uno dei motivi per cui gli agenti del posto si erano buttati a capofitto sul caso.
"Beh, signor Thompson, odio comportarmi in questo modo", disse Ellington, "ma lei ha già confessato di aver falsificato dei documenti. Se volessimo, potremmo arrestarla per questo e assicurarci che passi almeno sei mesi in una prigione federale. E potrebbe andare anche peggio, in base a chi li ha venduti". Tuttavia, se ci racconta delle donne a cui sono destinate questi documenti d'identità e ci aiuta nelle indagini, allora potremmo in parte passarci sopra. Ci limiteremmo ad assicurarci che lei smetta di creare documenti falsi in una sede governativa come la motorizzazione".
Thompson sembrava un po' imbarazzato per essere caduto in quella trappola. L'espressione afflitta sul suo volto si tramutò in un sorriso di resa. "Potete tenere fuori il mio nome?".
"A meno che non ci siano circostanze aggravanti, non vedo perché no", disse Mackenzie. "Teme che qualcuno possa provare a vendicarsi?"
"Con queste persone, non lo so proprio". Quando vide che gli agenti non capivano ancora bene di cosa stesse parlando, sospirò di nuovo e proseguì. "Questa donna entra e compra i documenti. Se li procura per le donne che cercano di fuggire dalla Comunità". Li usano per ricominciare, è solo una piccola cosa che può aiutarle a iniziare una nuova vita. Una vita normale".
"Cos'è la Comunità?" Chiese Ellington.
"Una Comunità religiosa venticinque chilometri oltre Fellsburg, a circa quaranta minuti di distanza da qui. Molte persone lo sanno, ma nessuno ne parla veramente". Quando lo fanno, è in maniera scherzosa o come quando si raccontano storie paurose in campeggio".
"Sa come mai le donne che entrano in questa Comunità dovrebbero volerne poi fuggire?
Thompson si strinse nelle spalle. "Non lo so con certezza. Ed è la verità. Sinceramente, di quel posto non so molto di più di qualcuno a caso che potreste interpellare per strada. Mi limito a fabbricare e vendere quei documenti".
"Non sa nulla di ciò che praticano?".
"Si dice che sia una specie di culto poligamo. Dicono che alcuni uomini abbiano tre o quattro mogli. Dovrebbero essere molto religiosi – roba da Antico Testamento".
"E che mi dice di questa donna che compra i documenti da lei? Cosa sai di lei?"
"Non molto. Quando è venuta da me e mi ha chiesto se volevo prendere parte a tutto questo, una delle cose che ha detto è che non potevo fare domande. Ho pensato che scherzasse, poi però mi ha dato cinquecento dollari. E sentite… ho quasi sessant'anni e sono ancora pieno di debiti. Non posso rinunciare a quei soldi".
"Non sa nemmeno il suo nome?". Chiese Ellington.
"No, mi dispiace".
"Può descriverla?"
"E' piuttosto giovane. Avrà tra i venticinque e i trent'anni, se dovessi tirare a indovinare. Attraente. Capelli castani, porta gli occhiali."
"Le viene in mente altro?" Chiese Mackenzie. "Qualsiasi cosa".
"Una volta ho intravisto la sua macchina. Era venuta solo tre volte. La seconda volta, mi sono precipitato nell'atrio anteriore qualche secondo dopo di lei. L'ho vista uscire attraverso la vetrata. Si è affrettata ad attraversare il parcheggio ed è salita in macchina. Una vecchia auto rossa, una berlina, credo".
"Programma i vostri incontri?" Chiese Ellington.
"No".
Continuarono a parlare, ma Mackenzie sentì solo alcune parti. Era rimasta colpita da qualcosa che Thompson aveva detto. Una vecchia auto rossa, una berlina, credo.
C'era un'auto rossa vecchio modello nel vialetto di Amy Campbell. Una Pontiac. Solitamente, Mackenzie l'avrebbe definita una pura e semplice coincidenza. Ma Amy si era comportata in modo strano, spaventata e sospettosa. Valeva certamente la pena di andare a farle un'altra visita.
"Signor Thompson, grazie mille per il suo tempo", disse Mackenzie. "Lasceremo correre la fabbricazione dei documenti falsi, ma deve smettere di farli".
"Avete detto che una ragazza è morta, giusto? E che aveva una delle mie patenti?".
"Così sembra."
"Allora ho chiuso. Non esiste somma di denaro per cui valga la pena essere coinvolti in una cosa del genere".
Mackenzie ed Ellington si diressero verso la sua porta. Ellington diede a Thompson uno dei suoi biglietti da visita raccomandandosi di contattarli se avesse visto di nuovo quella donna o se avesse cercato di mettersi in contatto con lui in qualche modo. Questo sembrò turbarlo, forse perché rifletteva che l'unico oggetto in possesso della ragazza morta era uno dei documenti falsi che lui aveva creato.
"Allora, cos'è che hai realizzato?" chiese Ellington mentre tornavano velocemente alla macchina. "Hai concluso la conversazione in fretta e avevi quell'espressione sul viso".
"Quale espressione?".
"Quella che hai anche adesso, l'espressione di un bambino che ha appena visto un altro regalo nascosto sotto l'albero di Natale".
"La sua descrizione della macchina. Una vecchia berlina rossa. Ce n'era una parcheggiata nel vialetto di una delle case che ho visitato. Quella di Amy Campbell… ed era nervosa. Era molto sospetto e non ha nemmeno accennato a invitarmi a entrare".
"Sembra che potremmo avere la nostra prima pista".
"Forse", disse Mackenzie.
Sembrava la cosa giusta, ma vista la natura del caso e il modo in cui Amy si era comportata, pensò che dovessero prendere qualche precauzione in più per assicurarsi che non si trattasse solo di una coincidenza. Odiava perdere tempo in quel modo, ma nella sua testa