“Cosa?” esclamò Hannah, sgranando gli occhi. Evidentemente non si era sbagliata su quel cambiamento nei loro rapporti. “Avete intenzione di tradirmi?”
“Sono costretta a proteggervi da voi stessa.” disse, decisa, la donna.
Hannah chiuse gli occhi, e scosse la testa così violentemente che i nastri del cappello legati sulla gola le fecero il solletico.
“Non ho bisogno di essere protetta.” mormorò. Era stufa di tutti quelli che volevano proteggerla, salvarla! Sapeva quel che faceva e i rischi che correva, ed erano esattamente i pericoli che aveva messo in conto di affrontare! Voleva vivere la propria vita intensamente e a modo suo, e non capiva perché tutti non facessero altro che metterle i bastoni tra le ruote! Si sarebbe anche piegata a tutte quelle persone “ rispettabili e perbene” se non avesse saputo che in ognuno di loro si agitava un lato selvaggio.
Seth era stato un gran rubacuori, prima di sposarsi con Narissa. A sua volta, Narissa era stata una brava mazziera, quando Hannah l’aveva conosciuta in una equivoca sala da gioco per sole donne; senza contare che cavalcava e addestrava cavalli! E non le pareva che fossero cose adatte ad una duchessa! Per quanto riguardava Ramsbury… Hannah strinse le labbra. Non avrebbe infierito su di lui.
Narissa le posò una mano sulla spalla: “Mia cara, siete così giovane che non capite quali sono i veri pericoli…” le disse.
“Calcolo sempre i rischi, prima di correrli .” rispose, contrariata, Hannah.
“Non avreste , invece, voglia di sposarvi?”
“Non adesso!” esclamò, dura, la ragazza. Poi aggiunse: “E chiaramente, solo se m’innamoro!” Che mossa intelligente, quella della cognata, di cambiare discorso senza darlo troppo a vedere! Malgrado ciò, Hannah rimase ferma nelle sue idee.
“Non avrete molte possibilità di sposarvi, se prima vi metterete nei guai! – continuò Narissa, tenendo sotto braccio la ragazza. – Io voglio solo il vostro bene. Magari, la prossima volta, portate con voi Brooke o Katherine. Almeno non sarete sola!”
Hannah si fermò, ad occhi sgranati, accanto al suo albero. Ma che cavolo stava succedendo? Lo stavano tagliando! Non riusciva a crederci! Strinse il gomito della cognata: “Guardate!” esclamò.
La donna guardò l’albero e poi, costernata, voltò lo sguardo verso la ragazza: “ Oh, tesoro, non sono stata io! “ gridò.
“Certo che non siete stata voi! E’ stato quel farabutto di Ramsbury!“ urlò Hannah, lanciando uno sguardo di odio all’uomo che, in lontananza, faceva finta di non vederla.
“Ramsbury? – si stupì Narissa – E che c’entra lui?”
“Sta sempre tra i piedi, tutto qui!“ rispose frettolosamente Hannah. Girò i tacchi e si avviò verso il portico. Non voleva neanche vederlo, quel bastardo! Magari più tardi, quando avrebbe potuto guardarlo bene in faccia. Per ora non doveva commettere errori.
Ma Ramsbury l’avrebbe pagata cara, per il suo albero!
CAPITOLO TERZO
Hannah fece un bel respiro, prima di entrare in salotto. L’ultima cosa che avrebbe voluto fare, quel giorno, era scambiare quattro chiacchiere con un aspirante pretendente. Comunque, Lord Wayfair l’attendeva, e lei non vedeva il motivo di essere scortese con lui. Si sarebbe comportato come una perfetta padrona di casa. Poi, non appena l’uomo se ne fosse andato, si sarebbe scontrata a muso duro con quel farabutto di Graham Ramsbury.
Stampandosi un sorriso di circostanza, entrò nel salotto e si diresse verso Lord Wayfair.
“Buon pomeriggio, milord!” gli disse, mentre lui s’inchinava e le baciava la mano.
“Con voi, lo è sicuramente!” rispose l’uomo, galante. Hannah si guardò intorno, alla ricerca del vassoio d’argento con the e biscotti che aveva detto al maggiordomo di preparare per la visita. Lo scorse sul lungo mobile di fronte: “Gradite un the”? chiese.
Il sorriso di Lord Wayfair vacillò per un attimo: “ Con piacere, milady ” rispose. Hannah si affaccendò a versare il the nelle tazze. “ Latte e zucchero?” chiese.
“Una zolletta, prego.” rispose lui.
Hannah servì il the con i biscottini, aggiungendo latte e zucchero come richiesto dal Lord.
“Allora, milord, a che devo il piacere della vostra visita?”
Si sedette su una sedia a dondolo, a sorbire il proprio the. L’uomo non rispose, ma rimase lì a fissarla per un tempo che a lei parve interminabile. Diavolo, aveva forse sbagliato qualcosa? Pazientò ancora un po’, poi non ce la fece più e, con la fronte aggrottata, chiese:
“Perdonate, milord, ma c’è qualcosa che non va?”
L’uomo parve destarsi da uno strano sogno: “ No, no, assolutamente milady, chiedo venia! – esclamò, scuotendo il capo con vigore – Anzi, oserei dire che è tutto meraviglioso… almeno, lo spero.” concluse, appoggiando sul tavolo la sua tazza di the.
“Perdonate, ma temo di non capire.” esclamò Hannah, sbattendo gli occhi nel tentativo di comprendere il significato recondito delle sue parole.
Il Lord si alzò e si avvicinò a lei. Le afferrò le mani, stringendole con passione. “ Non abbiate paura, milady!” Poi, con profondo imbarazzo. “Oddio, mi sto comportando da tanghero!” esclamò.
Hannah sentì il cuore balzarle nel petto: cielo, ecco perché era venuto, per dichiararsi a lei! Cercò di alzarsi e di strappare le mani da lui, ma la sua stretta era d’acciaio!
“Non fuggite, milady, non abbiate paura! “ esclamò lui.
Hannah lo guardò fisso: “Non ho alcuna paura, e non sono neanche sorpresa. E’ che non mi sento ancora pronta per una cosa del genere!” Anche se avesse deciso di sposarsi, mai e poi mai avrebbe accettato la corte di Lord Wayfair! Ma lui aveva già chiesto la sua mano a Seth? Il viso le divenne rosso per la rabbia.
Lui le sorrise con calore: “Lady Hannah, provo dei sentimenti per voi. Mi affascinate e la vostra presenza mi rallegra!“ disse.
“Tacete, vi prego! “ rispose Hannah, con la voce che le tremava.
L’uomo cambiò di colpo espressione, indossandone una profondamente abbattuta: “ Ho affrontato un lungo viaggio per dichiararmi a voi, milady. Vi prego almeno di starmi a sentire” mormorò.
Hannah scosse il capo: “Vi sto semplicemente risparmiando un’umiliazione!” disse, accorata.
“Non volete neanche considerare la possibilità di sposarmi, milady? – chiese il Lord, tormentandosi le mani – E non temete di umiliarmi. Sono pronto a sopportare il vostro rifiuto.”
“Sono dolente. Ma non mi sento ancora pronta per sposarmi.” rispose Hannah.
Lui girò lo sguardo verso la sala: “Non dovete giustificarvi, milady. In fondo, non c’è stata alcuna promessa tra noi. Mi auguro solo che possiamo rimanere amici..” disse lui, controllando bene la sua delusione.
“Certamente!” rispose Hannah, abbozzando un sorriso.
“Magari, un giorno vi sentirete pronta e cambierete idea.” L’uomo si avvicinò ad Hannah e con il dito le sollevò il mento, costringendola a guardarlo negli occhi. “Se ciò accadrà, sappiate che io sarò sempre qui, per voi.”
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