“Per quella cosa sono cadute tutte le accuse,” la informò Clyde.
Gli occhi le sporsero dall’incredulità. “Sul serio?”
Clyde ed Evan risero ancora più forte questa volta.
“No!” esclamò Clyde. “Ma avresti dovuto vedere la tua faccia.”
Jayne non era l’unica a non capire lo scherzo. Anche Stuart sembrava furioso.
“Parli tu, Clyde,” disse. “A questa tavola non sono io l’unico a essere finito dentro!”
Emily sentì tutto il corpo sgonfiarsi. Quelli stavano cominciando ad agitarsi. Ecco che succedeva ad andare a fondo nel mistero; più rivelavano più desiderava non sapere.
“Dovete conoscere delle storielle divertenti su Daniel,” disse Amy tentando di calmare la situazione.
Daniel si fece rosso acceso. “Oddio, no, no.”
Ma era troppo tardi. Le facce dei suoi amici si erano illuminate improvvisamente.
“Sono contento che tu ce l’abbia chiesto,” disse Stuart. “Che cosa vi piacerebbe sentire, signore? Di quella volta che Daniel si è ubriacato per la prima volta e ha finito con lo strapparsi i pantaloni scavalcando un’inferriata o di quando ha perso la verginità?”
“Nessuna delle due,” disse Emily scuotendo la testa, sentendo il panico montare.
Anche Daniel era pietrificato alla prospettiva che quelle due specifiche storie venissero raccontate.
Stuart diede una gomitata a Emily. “Non dirmi che non vi siete ancora raccontati tutti i vostri segreti più sordidi?”
L’imbarazzo di Emily cresceva sempre di più. Forse era perché il suo passato era così difficile e confuso che non aveva costretto Daniel ad aprirsi di più sul suo, ma adesso stava cominciando a pentirsene. E se entrambe le storie fossero state così terribili dal dissuaderla dallo sposarsi?
“C’era questa ragazza, Astrid,” cominciò Stuart.
Daniel seppellì il viso tra le mani.
“I loro occhi si incontrarono attraverso la stanza,” proseguì Stuart. “Fu amore a prima vista. Lei si avvicinò. Daniel non poteva credere alla sua fortuna. Poi lei disse le parole che gli accesero il fuoco nel cuore. ‘Mi presti il goniometro?’”
“Aspetta,” disse Emily accigliandosi. “Cosa?”
“È stato a lezione di matematica!” giunse la battuta finale di Stuart. “Quinta elementare.”
Daniel si era fatto rosso.
Jayne sembrava confusa. “Pensavo che fosse la storia di quando Daniel ha perso la verginità.”
“Tra un attimo ci arrivo,” disse Stuart. “Allora… saltiamo avanti di, quanti, cinque anni? Sei? Daniel ha avuto questa cotta patetica per Astrid per tutta la vita e alla fine ha tirato fuori le palle per chiederle di andare al ballo.”
“Il resto è storia,” disse Clyde facendo l’occhiolino. “Per quanto siete stati insieme, alla fine? Quattro anni?”
Daniel annuì, teso. “Quattro e mezzo, più o meno.”
Emily ebbe la sensazione che le scorresse del ghiaccio addosso. Daniel non aveva mai fatto il nome di Astrid. Adesso veniva fuori che era stato il suo primo amore? Una ragazza per cui si era consumato di desiderio per anni? Non voleva mettersi a fare paragoni tra lei e una ragazzina del passato, ma sembrava che per Daniel fosse stato qualcosa in più del solito primo amore. Sembrava che la relazione con Astrid fosse stata seria e importante. Ma in proposito non aveva mai detto una parola.
“Immagino che voi due non siate rimasti in contatto, eh?” chiese Stuart.
Daniel scosse la testa.
“Peccato,” disse Stuart. “Era fantastica. Pensavo che a un certo punto vi sareste rimessi insieme.”
Emily doveva essere impallidita perché sentì Amy stringerla con fare rassicurante da sotto il tavolo.
“Adesso quello che voglio sapere da voi,” disse Clyde, “è che cosa avete organizzato per l’addio al nubilato.”
“Non c’è addio al nubilato,” disse Emily. “Io e Daniel abbiamo deciso di non fare feste separate.”
“Oh-oh,” disse Clyde guardando Daniel. “Fregato.”
Emily si accigliò. “Cosa?”
Daniel aveva un’aria colpevole. “Non sono riuscito a dirtelo,” disse. “I ragazzi hanno deciso di farmi un addio al celibato a sorpresa. Staremo fuori per il weekend.”
Emily non riusciva neanche a parlare. Tutto quello che riuscì a fare fu sbattere le palpebre.
“Giretto in macchina,” disse Clyde. “Per tutti gli strip club che il Maine ha da offrire.”
Accanto a lei, Emily vide Amy stringere le mani a pugno dalla rabbia. Anche Emily sentiva tutto il sangue lasciarle il viso. Con la visione periferica vide l’espressione preoccupata di Daniel.
Improvvisamente i tre scoppiarono a ridere.
“Oh, avreste dovuto vedere le vostre facce!” esclamò Evan.
“Non andiamo a strip club,” rise Stuart. “Andiamo a caccia!” Riprese di nuovo per il collo Daniel e lo strinse in una specie di presa di sottomissione. “Partiamo venerdì mattina.”
Emily aveva sentito abbastanza. Non ce la faceva più a star lì seduta ad ascoltare quella roba, le si confondevano i pensieri, le si logoravano i nervi. Per tutto il giorno aveva cercato di non dare i numeri, ma non riusciva più a trattenersi. Si alzò brusca, facendo traballare la tavola, ed entrò.
CAPITOLO SEI
“Emily. Emily, aspetta!”
Si bloccò nel corridoio sentendo il tono implorante di Daniel alle sue spalle. Lui la raggiunse e le toccò un braccio con mano incerta.
“Mi dispiace,” disse. “Lo scherzo degli strip club è stato troppo. Ci parlerò.”
Emily lo condusse nel soggiorno, lontano da orecchie indiscrete, e chiuse la porta. Lo guardò in volto, finalmente, e vide l’espressione sincera che aveva. Gli amici di Daniel non erano un suo riflesso, questo lo sapeva, ma non poteva neanche fare a meno di smentire i suoi sentimenti – che le dicevano che in un certo qual modo in realtà lo erano davvero.
“Sono degli idioti,” scoppiò.
Daniel sospirò. “È stato uno scherzo stupido. Posso solo chiederti scusa. Ma lo sai che non lo farei mai, vero?”
“Non si tratta solo dello scherzo, Daniel. Si tratta di tutto quanto. È il loro comportamento in toto che fa schifo. Come fa a starti bene di ospitare dei criminali in casa con Chantelle?”
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