Ma sentire quelle parole, secondo cui non c'era nulla che andasse male, dal punto di visto medico, servì soltanto ad ingrandire il presentimento negativo di Caitlin.
“Allora come spiega lei ciò che è accaduto?” Caitlin chiese al medico, con la voce tremante.
Lui si voltò e la guardò.
“La prego mi dica: che cosa è accaduto?” lui chiese. “So soltanto ciò che dice il fascicolo: che ieri pomeriggio aveva la febbre, è stata mandata a casa da scuola, che è corsa fuori dalla casa e che l'avete trovata sul vostro prato stamattina. E' corretto?”
“C'è dell'altro,” Caitlin scattò, determinata ad essere ascoltata. “Non è semplicemente corsa fuori dalla casa. Lei…” Caitlin s'interruppe, provando a riflettere su come formulare la frase. “Lei … si è trasformata. Il suo livello di forza — è difficile da spiegare. Mio marito ha provato a fermarla, e lei lo ha scaraventato dall'altra parte della stanza. Ha fatto lo stesso anche con me. E la sua velocità: l'abbiamo inseguita, e non siamo riusciti a prenderla. Non era un normale ‘correre fuori dalla casa.’ Le è successo qualcosa. Qualcosa di fisico.”
Il medico sospirò.
“Mi rendo conto che questo deve esserle sembrato spaventoso,” lui disse, “così come potrebbe esserlo per qualsiasi genitore. Ma posso assicurarle di nuovo che non c'è nulla che non vada in lei. Affrontiamo episodi del genere di tanto in tanto, specialmente tra adolescenti. Infatti, c'è un'antichissima diagnosi per questo: la Sindrome della Trasformazione. Formalmente nota come ‘isteria.’ Sembra che questo possa sopraffare il paziente, che può vivere un aumento della forza, e fare cose fuori dal normale. Tale stato può durare diverse ore, dopo le quali torna spesso alla normalità. Capita specialmente tra le adolescenti. Nessuno ne conosce la causa esatta, sebbene generalmente sia scatenato da una fonte di stress. Scarlet è stata stressata durante i giorni precedenti all'evento? Qualcosa di diverso? Niente di niente?”
Caitlin scosse lentamente la testa, perché ancora non riusciva a convincersi.
“Tutto era perfetto nella sua vita. La notte scorsa abbiamo festeggiato il suo sedicesimo compleanno. Ci ha presentato il suo nuovo ragazzo. Era davvero felicissima. Non aveva alcuno stress.”
Il medico sorrise.
“Questo vuol dire che non aveva alcuno stress che voi poteste vedere — o che lei ha scelto di svelarvi. Ma penso che lei abbia risposto alla sua stessa domanda: ha detto che vi ha presentato il suo nuovo ragazzo. Non pensa che questo possa essere stressante agli occhi di un'adolescente? Approvazione dei genitori? Questo potrebbe aver certamente fatto emergere dei fattori stressanti. Senza contare, che ha appena compiuto 16 anni. Il liceo, la pressione dei compagni, gli esami, i. test d'ammissione all'orizzonte…. Ci sono numerosi potenziali fattori di stress qui. Talvolta non sappiamo sempre dove conducano. Scarlet potrebbe non saperlo neanche lei. Ma la cosa importante è che non c'è nulla di cui preoccuparsi.”
“Dottore,” Caitlin continuò, più fermamente, “qui non si è trattato semplicemente di un attacco d'isteria, o comunque lei voglia chiamarlo. Le sto dicendo che qualcosa è accaduto in quella stanza. Qualcosa di … soprannaturale.”
Il medico le lanciò un lungo sguardo duro, con gli occhi spalancati.
Caleb s'intromise, piegandosi in avanti.
“La prego di scusarci dottore — mia moglie ha subito molto stress ultimamente, come può capire.”
“Non sono stressata,” Caitlin scattò e, così facendo, sembrò fin troppo stressata e contraddisse le sue stesse parole. “Io so che cosa ho visto. Dottore, ho bisogno che lei aiuti mia figlia. Lei non è normale. Le è successo qualcosa. Sta cambiando. La prego. Dev'esserci qualcosa che lei possa fare. Un luogo dove possiamo portarla.”
Il medico rimase a fissare Caitlin, visibilmente scioccato, per almeno dieci secondi. Un silenzio assordante riempì la stanza.
“Signora Paine,” lui cominciò lentamente, “con tutto il dovuto rispetto, sono un medico. E dal punto di vista medico, non c'è nulla che non vada in sua figlia. Infatti, raccomando fortemente che lei torni a scuola oggi e si metta tutto l'incidente alla spalle, al più presto possibile. E a mio avviso, le sue … idee … non intendo esprimermi con superiorità, ma potrei chiedere: sta vedendo qualcuno al momento?”
Caitlin lo guardò con perplessità, provando a comprendere che cosa l'uomo intendesse.
“Attualmente è in analisi, Signora Paine?”
Caitlin arrossì, realizzando finalmente che cosa lui le stesse dicendo. Pensava che fosse matta.
“No,” lei rispose piattamente.
Lui annuì lentamente.
“Ecco, oggi mi rendo conto che non si tratta di sua figlia, ma si tratta di lei. Ma quando le cose si assesteranno, se me lo concede, le suggerisco di parlarne con qualcuno. Può aiutare.”
Lui si abbassò, afferrò un taccuino, e cominciò a scrivere.
“Le scrivo il nome di un eccellente psichiatra. Il dottor Halsted, un mio collega. La prego, lo utilizzi. Attraversiamo dei periodi di stress nella vita. Lui può aiutarla.”
Detto ciò, il medico si fermò, porgendo il foglio a Caitlin. Anche lei e Caleb restarono immobili; lei se ne stette lì a guardare il foglio, che non poteva proprio prendere. Non era matta. Sapeva che cosa aveva visto.
E non avrebbe accettato quel foglio.
Il medico lasciò il foglio lì, con imbarazzo, e la mano tremante, fin troppo a lungo, finché Caleb lo prese.
“Grazie dottore. E grazie di aver aiutato sua figlia.”
CAPITOLO SEI
Caitlin e Caleb percorsero insieme il corridoio dell'ospedale, recandosi verso la sala d'attesa. Scarlet necessitava di pochi minuti per raccogliere le sue cose e vestirsi, e volevano darle un po' di privacy. Caitlin non riusciva a credere quanto rapidamente l'avessero dimessa: sarebbero usciti prima delle 9 del mattino. Caitlin voleva davvero che lei stesse a casa a riposare, ma Scarlet aveva insistito a tornare a scuola quel giorno stesso.
Tutto sembrava surreale. Soltanto ore prima, Caitlin era stata svegliata da Ruth, chiedendosi se sua figlia fosse viva o morta. Ora, alle 9 di mattina, lei sembrava stare bene ed era diretta a scuola. Caitlin sapeva che sarebbe stata elettrizzata alla sola idea di tornare alla normalità. Ma nulla le sembrava più normale. Dentro di sé, tremava, sentendo che le cose sarebbero peggiorate.
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