Poi disse: “Penso di aver preso una decisione … dovevo fare qualcosa. Ho atteso che andasse in camera sua quella notte. Anche in quel momento, non potevo sapere se si fosse addormentato. Ho bussato leggermente alla porta, e lui non ha risposto. Ho aperto la porta e ho guardato dentro, e lui era a letto, profondamente addormentato.”
La donna sembrava riflettere.
“Credo di aver cercato qualcosa in giro con cui farlo … ucciderlo, voglio dire. Non ho visto niente. Perciò, immagino di essere andata in cucina e di aver preso quel coltello. Poi, sono tornata di sopra e, beh, immagino di essere impazzita, accoltellandolo, perché ho finito con lo spargere sangue ovunque, anche addosso a me.”
Riley prese nota di quanto spesso avesse ripetuto quella parola …
“Immagino.”
Poi, Morgan emise un sospiro di fastidio.
“Ero un vero disastro! Spero che il personale abbia ripulito tutto ormai. Ho provato a farlo io stessa, ma, naturalmente, non sono brava in questo genere di cose neppure in condizioni migliori.”
Poi, Morgan fece un lungo e lento respiro.
“E, poi, l’ho chiamata. E lei ha contattato la polizia. Grazie di averlo fatto per me.”
Infine, sorrise curiosamente a Riley ed aggiunse: “E grazie ancora per essere venuta a trovarmi. E’ stato molto dolce da parte sua. Ancora non capisco il motivo di tutto questo, comunque.”
Riley si sentiva sempre più turbata dalla descrizione e dalle azioni di Morgan.
Qui c’è qualcosa che non va, pensò.
Si prese una pausa, riflettendo un istante per poi chiedere …
“Morgan, che tipo di coltello era?”
Morgan corrugò il sopracciglio.
“Un semplice coltello, immagino” rispose. “Non so molto di utensili da cucina. Penso che la polizia abbia detto che fosse un coltello intagliato. Era lungo e affilato.”
Riley era sempre più perplessa, di fronte a tutte le cose che Morgan non sapeva o di cui non era certa.
Benché fosse da tempo che Riley non cucinava più per la sua famiglia, conosceva bene tutto ciò che era nella sua cucina e l’esatto posto di ogni utensile: ciascuno aveva il suo spazio preciso, specialmente da quando Gabriela lavorava per lei. Il suo stesso coltello intagliato era custodito in un supporto in legno insieme agli altri coltelli affilati.
Riley chiese: “Dove ha trovato il coltello?”
Morgan emise una risata nervosa.
“Non gliel’ho appena detto? In cucina.”
“No, voglio dire dove in cucina?”
Gli occhi di Morgan s’incupirono.
“Perché me lo chiede?” disse con voce gentile ed implorante.
“Non sa dirmelo?” Riley ribatté con gentile insistenza.
Morgan stava cominciando a sembrare stressata adesso.
“Perché mi sta facendo queste domande? Come le ho detto, è tutto nella mia confessione. Può leggerla, se non l’ha ancora fatto. Davvero, Agente Paige, non è gentile da parte sua. E vorrei davvero sapere che cosa ci fa qui. In qualche modo, non penso che sia solo per cortesia.”
La voce di Morgan era scossa da una leggera rabbia. “Ho già dovuto rispondere ad ogni genere di domande, molto più di quanto possa ricordare. Non merito più nulla di tutto questo, e non posso dire che mi piaccia.”
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