“Posso andare alla Scientifica” si offrì Yardley.
“Per me può anche lavorare insieme a loro direttamente” disse McGrath. “Mi basta fare una telefonata per dare il mio consenso. Voglio che lei sia là nell’istante in cui scoprono qualcosa su quei corpi.”
“Potrebbe essere come cercare un ago in un pagliaio” disse Harrison, “ma io potrei occuparmi di controllare le ferramenta del posto per scoprire tutti i clienti che negli ultimi mesi hanno acquistato i chiodi che usa il nostro uomo. Da quel che ho capito, non sono così comuni.”
McGrath annuì. Era una buona idea, ma l’espressione sul suo volto esprimeva preoccupazione per il tempo che ci sarebbe voluto.
“E lei, White?” fece rivolto a Mackenzie.
“Mi occuperò di famigliari e colleghi” disse. “In una chiesa delle dimensioni della Living Word, deve pur esserci qualcuno che abbia un’idea del perché Woodall possa essere stato preso di mira.”
McGrath batté forte le mani e tornò a sedersi. “Per me va bene. Mettetevi al lavoro e aggiornatemi ogni ora. Intesi?”
Yardley ed Harrison annuirono all’unisono. Harrison chiuse il portatile e si alzò. Mackenzie aspettò che tutti e due fossero usciti, poi si voltò verso McGrath.
“Che accidenti c’è?” chiese McGrath.
“Sono curiosa” disse lei. “L’agente Ellington sarebbe stato un valido aiuto per questo caso. Dove l’ha mandato?”
McGrath si dimenò a disagio sulla sedia e lanciò un’occhiata fuori dalla finestra, dove era ancora buio.
“Naturalmente, quando gli ho assegnato l’altro incarico, non avevo idea che questo caso sarebbe diventato una questione nazionale. Ad ogni modo, con tutto il rispetto, non sono affari suoi dove l’ho spedito.”
“Con tutto il rispetto” protestò Mackenzie cercando di controllarsi “lei mi ha tolto un partner con il quale lavoro molto bene, così adesso sono sola.”
“Non è da sola” puntualizzò McGrath. “Harrison e Yardley sono estremamente efficienti. Perciò adesso... la prego, agente White, si metta al lavoro.”
Mackenzie avrebbe voluto insistere, ma non ne vedeva il motivo. L’ultima cosa che le serviva era far incazzare McGrath. C’erano già abbastanza pressioni, non voleva aggiungere alla lista anche le ire di McGrath.
Lo salutò con un secco cenno del capo e uscì dall’ufficio. Mentre raggiungeva l’ascensore, prese il cellulare. Era troppo presto per telefonare a Ellington, così gli lasciò un messaggio.
Come va? digitò. Chiamami o mandami un messaggio quando puoi.
Inviò il messaggio ed entrò in ascensore, poi andò nel parcheggio dove aveva lasciato l’auto. Fuori, la mattina era ancora buia: un buio denso che sembrava capace di nascondere qualunque segreto.
CAPITOLO OTTO
Dopo aver bevuto una tazza di caffè, Mackenzie tornò alla Living Word. Si rendeva conto che si trattava di una congregazione molto grande, e che ci avrebbe messo un’eternità a parlare singolarmente con ogni persona. Immaginò che, se la voce si era già sparsa, c’erano buone probabilità che tutte le persone vicine al pastore Woodall si trovassero in chiesa, forse a dire qualcosa in suo ricordo, oppure per stare vicino a Dio in quel momento di lutto.
Il suo intuito ancora una volta si rivelò giusto. Al suo arrivo, Woodall era stato rimosso dal portone. Anche se c’erano ancora parecchie forze locali di polizia e agenti federali, c’erano anche persone comuni, radunate dietro i sigilli gialli che delimitavano la zona del crimine.
Alcune piangevano, molte si abbracciavano. Mackenzie notò un uomo solo, che stava in piedi con la testa girata dall’altra parte, leggermente abbassata, e le labbra che si muovevano impercettibilmente, recitando una preghiera.
Mackenzie aspettò che terminasse, poi lo avvicinò. Vide che aveva un’espressione adirata.
“Mi scusi, signore, ha un momento?” gli chiese mostrandogli il distintivo e presentandosi.
“Sì” disse l’uomo sbattendo le palpebre e strofinandosi gli occhi con le dita, come per tentare di scacciare le ultime tracce di sonno, o di un incubo. Le tese la mano e si presentò. “Sono Dave Wylerman, mi occupo del dipartimento di musica qui alla Living Word.”
“C’è un dipartimento di musica?”
“Sì, abbiamo quattordici musicisti che si alternano formando tre gruppi.”
“Perciò lei ha lavorato con il pastore Woodall in passato?”
“Assolutamente sì. Lo incontravo almeno due volte la settimana. A parte le riunioni, negli ultimi dieci anni è diventato un caro amico di famiglia, sia per mia moglie che per i miei figli.”
“Le viene in mente qualcuno che possa aver compiuto un’azione del genere? Qualcuno che serbasse rancore verso di lui?”
“Be’, la chiesa è molto grande. Non credo ci sia qualcuno qui che conosca tutte le persone che la frequentano. Ad ogni modo, a me non viene in mente nessuno che potesse avercela con lui fino a questo punto...”
Il buio aveva nascosto le lacrime di Dave Wylerman fino a quel momento, ma quando questi alzò gli occhi verso di lei, erano lucidi. Sembrava tormentato, come se tentasse di trovare le parole giuste per dire qualcosa.
“Ha un momento per parlare in privato?” chiese Mackenzie.
“D’accordo.”
Gli fece cenno di seguirla, quindi si allontanò dall’entrata della chiesa tornando alla macchina. Aprì la portiera del passeggero, immaginando che potesse fargli bene un attimo di riposo. Lei salì dal lato del guidatore e una volta la porta, si accorse che Wylerman stava lottando per non crollare.
“Le altre persone che lavorano in chiesa sono state informate?” domandò Mackenzie.
“No, solo io, gli anziani e alcune persone molto vicine al pastore Woodall. Però li stanno informano adesso. Immagino che nel giro di un’ora lo sapranno tutti.”
Meglio, pensò Mackenzie, così riceveranno la notizia da qualcuno che conoscono, piuttosto che sentirla dai notiziari.
“Mi corregga se sbaglio” proseguì lei, “ma poco fa mi sembrava turbato. C’è qualcosa che vuole dirmi che non voleva che altri sentissero?”
“Be’, come sa, è una grande comunità. Ogni domenica, contando entrambe le funzioni che celebriamo, ci sono tra le cinque e le settemila persone. Con un gruppo così nutrito di fedeli, abbiamo bisogno di molti anziani che si occupino di varie cose. Qui alla Living Word ne abbiamo sei, anzi, ne avevamo sei. Uno di loro aveva iniziato a suscitare preoccupazione fra gli altri, prima di andarsene. Non credo che sarebbe capace di fare una cosa del genere, ma... non lo so. Le cose che aveva insinuato... hanno colto tutti alla sprovvista. Sia gli anziani... che gli altri ecclesiastici...”
“Come si chiama questa persona?”
“Eric Crouse.”
“Che genere di insinuazioni ha fatto?” volle sapere Mackenzie.
“Continuava a blaterare di come le cose rimaste nel buio sarebbero venute alla luce prima o poi, e che la luce sarebbe stata abbagliante, che rimanere folgorati