Il Giardino Dei Rododendri. Andrea Calo'. Читать онлайн. Newlib. NEWLIB.NET

Автор: Andrea Calo'
Издательство: Tektime S.r.l.s.
Серия:
Жанр произведения: Зарубежные любовные романы
Год издания: 0
isbn: 9788873042884
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Si trattava solo della nostra famiglia, di rapporti di parentela tra persone. Non aveva altro a cui pensare il Senatore?»

      «Oh si, certamente ne aveva. E proprio questo, io penso, fu il motivo trainante. Tuo padre aveva davanti a se una fiorente carriera politica, era ammirato e benvoluto da tutti. Era una brava persona all’inizio, mi devi credere! Ma in quell’ambiente le cose prima o poi cambiano, si sa. Si era creato una fitta rete di amicizie, alcune delle quali un po’ losche e poco raccomandabili, nella rete del quadro politico di allora. La sua immagine doveva quindi rimanere salda e ferma, legata a un quadretto di famiglia perfetto: lui, la sua cara moglie e la sua bambina. Ma intorno a questo quadretto roteavano anche altre persone. E una di queste era proprio Beth, una ragazzina un po’ troppo ribelle, con tante strane idee per la testa, così come venivano percepite dagli occhi di un personaggio benestante e importante, candidato a diventare ben presto un Senatore. Tua zia Beth s’innamorò di Richard, più giovane di me di qualche anno e legò molto con la nostra famiglia, al punto di accettare di trasferirsi qui, nella nostra casa. I miei genitori erano già molto anziani, mio padre ci lasciò per primo e mia madre lo seguì qualche anno dopo. Quindi, per un certo periodo di tempo Beth, Richard ed io vivemmo qui da soli sotto questo tetto. In casa nostra non girarono mai troppi soldi. Io lavoravo su richiesta come commesso presso piccoli negozi della zona mentre Richard, che aveva sempre mostrato una salute piuttosto cagionevole, si ammalò gravemente ai polmoni. Non poteva fare alcun tipo di sforzo. Fu durante questo periodo che Beth imparò l’arte pasticcera, in particolare la preparazione delle confetture e la lavorazione della cioccolata. Divenne una vera maestra in quel settore».

      James regalò un sorriso e una carezza a Lynda ma lei non reagì. Qualche cosa ancora le sfuggiva.

      «E io dov’ero?», chiese per poter individuare almeno sommariamente quel periodo nel passato al quale ci si stava riferendo.

      «Tu eri appena nata. Tua zia Beth ti portò qui, in questa casa. Ma tu eri troppo piccola per ricordare. Ti teneva tra le sue braccia mentre ti cullava seduta su quella sedia laggiù cantandoti le ninna nanne inglesi che lei tanto amava. Tu chiudevi i tuoi occhietti e ti abbandonavi ai sogni. Sei sempre stata una bellissima bimba», rispose l’uomo indicando alla giovane una vecchia sedia con seduta di paglia accantonata contro la parete vicino al caminetto.

      In effetti questo spiegava quella vaga sensazione di familiarità che Lynda provò entrando in quella casa fin dal primo momento.

      «Mio padre e mia madre sono mai stati qui?».

      «Oh no, il senatore mai!», rispose James con un sorriso.

      «Per le stesse ragioni di prima?»

      «Per la sua immagine, penso proprio di si! Sarebbe stato troppo compromettente per un uomo come lui mescolarsi alla gente comune e dare a vedere in pubblico che aveva legami con la gente umile».

      «E quindi cosa successe dopo, come mai sei venuto a lavorare per noi?».

      «Fu Beth a convincere con molta fatica tua madre perché mi trovasse un lavoro stabile. La salute di Richard andava via via peggiorando e i medici ci comunicarono che non c’erano più speranze per lui ormai, anche se non sapevano dirci con esattezza quanto gli sarebbe rimasto da vivere. “Qualche mese, forse un anno” ci dicevano. Richard se ne andò dopo circa otto mesi. Le medicine dovevamo pur comprarle e ci costavano parecchi soldi. Con le conserve e i dolci di Beth non si riusciva a vivere in tre sotto questo tetto. Quindi io dovevo, e volevo, essere d’aiuto per tutti. Dopo un bel po’ d’insistenza e di pressione da parte di Beth verso tua madre Sarah, venni assunto presso di voi come autista personale di tuo padre, ormai divenuto Senatore secondo i suoi piani».

      «Quindi mio padre ha fatto una buona azione nella sua vita! Difficile da credere!».

      «Infatti non crederlo. Il merito è stato tutto di quella santa donna di tua madre, Dio l’abbia sempre in gloria e in salute. Fu lei a convincere tuo padre del fatto che io sarei stato la persona giusta per voi, per via della mia personalità, della mia fisicità e della mia conoscenza delle lingue straniere. Sai, tanti anni fa ero molto più magro ed agile rispetto a quanto io non sia ora!».

      Lynda sorrise.

      «Quali lingue parli?»

      «Il Francese, Il Tedesco, un po’ di Spagnolo e di Italiano. Conosco anche qualche frase semplice in Giapponese».

      «Il Giapponese?»

      «Si, sono un autodidatta».

      Lynda lo guardò sorpresa e allo stesso tempo incredula per tutte le notizie che aveva ricevuto, tutte condensate in così poco tempo.

      «A proposito di Giappone e giapponesi…», tentò James per fuorviare il discorso che stava diventando pericoloso.

      «No James, non è il momento giusto per parlarne ora. Sono esausta e mi è venuto un forte mal di testa. Ti prego di scusarmi ma vorrei stare un po’ qui seduta per riprendermi».

      «Ma certo Lynda. Fai come se fossi a casa tua, mettiti pure comoda. Io intanto esco fuori a raccogliere un po’ di frutta fresca, proprio come faceva tua zia Beth!», concluse sorridendo es uscì dalla casa.

      Lynda si trovò da sola nella casa, confusa più che mai. Nascose il volto tra le mani e portò la testa a battere contro il piano del tavolo in legno massiccio, urtando il naso. Nelle cose che vedeva, nei dettagli che balzavano di volta in volta ai suoi occhi riconosceva qualche cosa di noto, di conosciuto e tutto questo piano piano la guidò, le permise di ritrovarsi in quell’ambiente. Certamente lo shock era stato forte, ma lei lo stava via via superando ed era certa che da lì a poco lo avrebbe annientato del tutto. Era ancora molto curiosa di conoscere il resto di quella storia, tante erano le domande che a tratti le venivano in mente, in modo disordinato, e che necessitavano di una risposta perché potessero essere considerate sensate. Lasciò trascorrere i minuti mentre attendeva il ritorno di zio James. “Mio zio, chi lo avrebbe mai detto?”, pensò. E permise alla sua mente di viaggiare, di costruire ipotesi anche inverosimili, quanto inverosimile le era parsa, in un primo momento, tutta quella storia.

      4

      James rientrò dopo qualche minuto con una cesta piena di frutta fresca.

      «Ecco qui Lynda, ce n’è da divertirsi!», disse James mentre posava la cesta sul piano da lavoro, vicino al rubinetto dell’acqua. Lynda, che se ne stava seduta pensierosa su uno sgabello, si alzò per vedere da vicino i frutti freschi, ne prese alcuni tra le mani e li annusò.

      «Ehy, sono buonissimi! Frutta fresca di stagione! Dove li hai presi? E cosa dovremmo fare con tutta questa frutta?», chiese Lynda, senza riuscire a chiamare zio il buon James che stava lì in piedi davanti a lei sorpreso del fatto che la donna non avesse già intuito tutti.

      «I frutti crescono sugli alberi che abbiamo fatto crescere qui fuori in giardino. Faremo ancora una volta ciò che tua zia Beth sapeva fare benissimo e che ha insegnato anche a te!», rispose l’uomo. Lynda lo guardava sorpresa e anche leggermente contrariata.

      «Dai, James! La marmellata! Figurati se adesso posso mettermi qui a lavare la frutta, a sbucciarla per poi farla bollire e tutto il resto che ne consegue. E poi ci vogliono anche molto zucchero, una pentola grande e un fornello molto potente!», disse Lynda ad alto volume, come se in qualche modo volesse rileggere la ricetta nella sua mente.

      «Molto bene, vedo che non ci siamo dimenticati nulla! Dunque, di zucchero ce n’è in abbondanza all’interno della credenza, ora te lo prendo. Il fornello e la pentola grande pure, erano proprio quelli che usava Beth! Lasciò la pentola qui da noi quando andò via, invitandoci a preparare marmellate ogni tanto per non dimenticarci le sue favolose ricette! Diceva anche che sprecare tutta questa buona frutta sarebbe stato un vero peccato e avremmo potuto salvarla quasi tutta se avessimo preparato le conserve», rispose l’uomo strizzandole l’occhio amichevolmente.

      «E tu hai seguito il suo suggerimento?».

      «I primi noi tempi lo facevamo spesso, poi sfortunatamente perdemmo un po’ l’abitudine. Fortunatamente Beth non ci sgridava per questa nostra mancanza quando ci sentivamo al telefono».

      «Voi chi? Da quanto mi hai detto, dopo la morte di tuo fratello Richard e la conseguente partenza di zia Beth