“TRADITA è un grande volume di questa serie. Morgan Rice ha davvero realizzato un'opera vincente in questa serie. E' incalzante, colmo di azione, amore, suspense e intrigo. Se non avete letto i primi due romanzi, leggeteli e poi mettete le mani su TRADITA. Ho letto questi libri in ordine, ma ognuno di essi è anche fatto per essere letto individualmente, perciò anche se non avete letto i primi due, procuratevi TRADITA. Sono certo che finirete per procurarvi anche i primi due – vale la pena leggerli o almeno una volta…o due!”
–-VampireBookSite
"TRAMUTATA è un libro che può competere con TWILIGHT e VAMPIRE DIARIES, uno di quelli che vi vedrà desiderosi di continuare a leggere fino all'ultima pagina! Se siete tipi da avventura, amore e vampiri, questo è il libro che fa per voi!"
–-Vampirebooksite.com
“La Rice fa un ottimo lavoro nello spingervi nella storia sin dall'inizio, utilizzando una grande capacità descrittiva, che trascende la mera descrizione dei luoghi … Ben scritto, ed estremamente veloce da leggere, TRAMUTATA è un buon inizio per una nuova serie sui vampiri, per chi intende immergersi in una storia leggera e interessante.”
–-Black Lagoon Reviews
Morgan Rice è l'autrice Bestseller di APPUNTI DI UN VAMPIRO, una serie per ragazzi che comprende undici libri (e destinata a continuare) la serie bestseller THE SURVIVAL TRILOGY, un thriller post-apocalittico che comprende due libri (e destinata a continuare); e la serie epica fantasy bestseller L'ANELLO DELLO STREGONE, composta da tredici libri (e destinata a continuare).
I libri di Morgan sono disponibili in edizioni audio e stampate, e le traduzioni dei libri sono disponibili in tedesco, francese, italiano, spagnolo, portoghese, giapponese, cinese, svedese, olandese, turco, ungherese, ceco e slovacco (e molte altre lingue si aggiungeranno).
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Copyright © 2014 di Morgan Rice
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Questa è un'opera di fantasia. Nomi, personaggi, aziende, organizzazioni, luoghi, eventi e fatti sono il frutto dell'immaginazione dell'autrice o sono utilizzati a puro scopo d'intrattenimento. Qualsiasi rassomiglianza a persone reali, viventi o meno, è pura coincidenza.
Jacket art ©iStock.com /© Jen Grantham
A 96km a nord di Manhattan, c'è un'oscura isoletta nel Fiume Hudson, in cui troneggia un decadente castello scozzese. L'isola è nota come Pollepel, ed il nome deriva da una ragazza, Polly, che, centinaia di anni fa, fu abbandonata sulle acque ghiacciate dell'Hudson e si rifugiò sulle sue rive. Secondo la leggenda fu romanticamente salvata dal suo innamorato, che la sposò sull'isola.
“Sessant'anni lo ricordo bene, Nella grandezza del tempo che ho visto Ore oscure e cose strane; ma questa infausta notte Ha scherzato sui passati saperi, sulle cose del passato”
CAPITOLO UNO
Isola di Pollepel, Fiume Hudson, New York
(Giorni Nostri)
“Caitlin?” giunse la voce sussurrata. “Caitlin?”
Caitlin Paine sentì la voce, e lottò fortemente per aprire gli occhi. Ma erano così pesanti; non contava quanto lei provasse, riusciva a malapena a sollevare le palpebre. Alla fine, si sforzò di aprirli, solo per un breve istante, per vedere da dove provenisse quella voce.
Caleb.
Era inginocchiato accanto a lei, tenendole la mano tra le sue, con la preoccupazione dipinta sul suo volto.
“Caitlin?” lui chiese di nuovo.
Lei provò a tirarsi su, sollevando le immense ragnatele dalla sua testa. Dove si trovava? Riusciva a vedere abbastanza, per rendersi conto che la stanza era vuota, fatta di pietra. Era notte, e la luce della luna piena filtrava dalla grande finestra. I pavimenti in pietra, le pareti in pietra, un soffitto ad arco anch'esso in pietra. La pietra sembrava liscia ed antica. Si trovava forse in un chiostro medievale?
Oltre che dalla luce della luna, la stanza era illuminata da una piccola torcia, fissata in fondo alla parete, e non produceva poi così tanta luce. Era troppo buio per vedere di più.
Lei provò a mettere a fuoco il volto di Caleb che la guardava speranzoso, così vicino a lei, distante solo pochi centimetri. I suoi occhi sembrarono illuminarsi, non appena le strinse più forte la mano. Le sue mani erano calde. Quelle di lei, invece, erano così fredde. Non riusciva a percepire vita in esse.
Nonostante gli sforzi, Caitlin non riuscì a tenere gli occhi aperti un istante di più. Erano davvero troppo pesanti. Lei era … malata non era la parola giusta. Si sentiva … pesante. Si sentì fluttuare, come se fosse in un limbro, bloccata tra due mondi. Non si sentiva connessa al suo corpo, non si sentiva più parte della terra. Ma non si sentiva nemmeno morta. Era come se stesse cercando di svegliarsi da un sonno profondo, molto profondo.
Si