New York, NY: domani è l’ultimo giorno dell’anno, il 1954. Questa sera all’Alvin theatre, 250 W. 52th St., debutta il musical “House of Flowers”, tratto dall’omonimo racconto di Truman Capote, che firma il libretto. La musica è di Harold Arlen, celebre per la canzone “Over the Rainbow”. La regia è di Peter Brook. Tra gli invitati che festeggiano la “prima” da Sardi’s, c’è un tizio con una benda da pirata dandy di velluto bordeaux, in tinta con i revers del tuxedo, dai lineamenti, tirati a pelle di tamburo sul teschio, dall’epidermide cereo-cinerea. E’ finito ad un tavolo ai confini della Siberia. Ma Norman, che non è stato all’Alvin, appena entrato nel locale decorato da più di 700 caricature di celebrities firmate Alex Gard, ignora gli ispiratori dei disegni che richiamano a gran voce la sua attenzione e punta verso la zona riservata ai clienti poco importanti, quasi travolgendo Capote che si è alzato al suo passaggio, per abbracciare e prelevare l’uomo con la benda sull’occhio, trascinandolo al bancone del bar.
-Morris, facciamoci un goccio, vuoi? Ci prendiamo una bella sbronza kosher, una sbronza coi fiocchi, alla faccia dei finocchi, quei succhiacazzi con la cannuccia che si beccano i tavoli migliori-.
Norman Mailer, che tutti riconoscono da quando ha pubblicato “Il Nudo e il Morto” e da quando Carl Vechten gli ha fotografato l’anima in primo piano con la sua Laica 35mm, si è già portato avanti col lavoro. -Tu che prendi, Mickey ?-.
Non è per via del tasso alcolico che l’autore di “La costa dei barbari”, il suo ultimo romanzo da un anno in libreria, ha chiamato così Land: Mickey. L’ha fatto apposta. Quando il reduce-scrittore, lo scrittore-prodigio ha conosciuto in un caffè del Village, poco dopo lo scoppio della guerra di Corea, Morris che, a un tavolino appartato, cercava di tradurre in inglese certe storie su uno sceriffo polacco. L’ha prontamente adottato. Potendoselo agevolmente permettere, Norman gli ha fatto rimettere in sesto la faccia, gli ha dato un paio di dritte eppoi l’ha spedito da un buon agente letterario. Mailer, intanto, modellava su di lui il suo Mickey Lovett, giovane scrittore dai lineamenti resi perfetti dalla chirurgia plastica posto al centro di “Barbary Shore”. Per la pubblicazione di “Tom Mix from Lodz”, a novel by Morris Land, il ritratto in IV di copertina è stato scattato da Van Vechten, che è anche andato un paio di volte a letto con l’autore. -Caro Carl, unisciti a noi! O ti sei già stancato del nostro Mickey? Non sei più in love with Lovett, Carl? -.
La serata passa così, con il Gruppo Capote e il Mailer Clan che si fronteggiano ignorandosi, o s'ignorano fronteggiandosi, proprio come i due bordelli concorrenti di “House of Flowers”. Soltanto Peter, il regista, l’inglese un po’ sparuto che conosce il segreto del teatro, fa da trade d’union, da go between tra i due schieramenti. -Bene, amici, è tempo di levare le tende. Mickey qui…va bene, Morris…Morris, qui, ha visto uno spettacolo basato sulla prostituzione organizzata: mi sembra il caso di condurlo a conoscere, a conoscere biblicamente intendo, le puttane vere. Conto anche su di te, Carl: tu sei un vero uomo, anche se ti capita di coricarti con qualcuno del tuo sesso. Tu, se devi morder la banana, non la fai frullare per berla con la cannuccia- – - Abbassa la voce, Norman, ti prego -.
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