Mi vengono affidati tutti i compiti dal russo al francese o nel senso inverso. Eccezionalmente, devo redigere dei fogli in inglese. Qui tutti parlano questa lingua, invece io sono l’unica a padroneggiare il russo. Ѐ al tempo stesso la mia lingua madre e la mia carta vincente che ha permesso di accelerare la mia assunzione! Molti documenti si riducono a un semplice testo per cui basta un giorno di lavoro. Pochissimi richiedono una settimana di lavoro o più come opuscoli o documenti. In questo caso, i progetti si articolano attorno a punti particolarmente tecnici e sono destinati, in gran parte a grandi aziende. Questo genere di manoscritti esclude ogni dilettantismo. La traduzione deve essere ineccepibile.
Dopo essermi sforzata a spremermi le meningi per trovare le parole che più si avvicinano al senso originale, mi sento esausta. Si potrebbe supporre che un tale compito si concluda piuttosto rapidamente. Tuttavia, anche se non mobilita le capacità fisiche, questa attività richiede una riflessione intellettuale che logora. Il cervello è costantemente in azione e non ha un minuto di tregua. Le cellule si attivano, si impregnano del testo, al fine di usare i termini giusti. Un vero lavoro di scrittore, tranne che la storia o l’intrigo ci è già imposto.
Dopo una giornata come questa, uscendo dalla metropolitana a Montparnasse, resto a bighellonare per trenta minuti all’aperto, a volte anche per un’ora. Queste passeggiate servono a riposarmi la mente. Entro nei negozi, cerco vestiti, contemplo le borse, respiro i profumi… Tante cose mi fanno gola. Il mio stipendio tuttavia non me le permette. Sono molto anzi troppo limitata. Tanti sforzi per così poca gratificazione. Non si gode realmente la vita, si sopravvive. Comunque, non dovrei compiangermi troppo perché ho un lavoro mentre altri fanno fatica a trovarne uno. Soprattutto, ho un lavoro che faccio senza sofferenza e senza costrizione. Questa è la cosa fondamentale! Anche se, un giorno, non dovessi più apprezzarlo, ciò che conta per me è che oggi, in questo momento, sono soddisfatta. Tra qualche anno vedrò se i miei gusti cambieranno se i miei bisogni cambieranno… Nessuna occupazione alla quale ci si dedica al momento è un fattore decisivo di ciò che diventerà il nostro avvenire o il lavoro che si eserciterà in futuro. Un giorno, il denaro ci manca. Il giorno dopo, stiamo bene. Quest’evoluzione mi sembra normale. Ma il contrario può distruggere un uomo.
La sera, a casa, cercavo di risollevare lo spirito mettendo della musica. Il mio tablet era una scatola multimediale multitasking. Dopo questo acquisto, non vedevo più il motivo di trascinarmi dietro un computer portatile, pesante ed ingombrante. Questi apparecchi hanno firmato la fine di un’epoca, è evidente. La mia unica preoccupazione era quando volevo guardare i film: la dimensione dello schermo mostrava subito i suoi limiti se mi mettevo troppo lontana. Più in là, voglio comprarmi un monitor da collegare; in questo modo, potrò guardare più comodamente delle fiction dal mio letto, come se stessi guardando uno schermo televisivo. Intanto, mi sedevo davanti alla mia scrivania con il tablet poggiato su un supporto rimovibile e regolabile. Le mie notti si dividevano così tra musica, film, letture, e-mail e giornali internazionali. Accedevo a questo intrattenimento e a queste informazioni tramite questa favolosa invenzione tattile. Poi, arrivava presto l’ora della nanna, subito dopo aver fatto una doccia. Doccia ristoratrice che ossigenava ogni poro della mia pelle, eliminando le impurità che riempiono il corpo durante la giornata.
Nel mio letto, per quanto piccolo, mi mancava una cosa: la calda presenza di un uomo che mi stringesse teneramente tra le sue braccia. Non tanto per i piaceri carnali, anche se sono importanti, ma solo per sentirmi bene, al sicuro. Sapere di essere importanti per qualcuno e che questo si rallegra della nostra presenza; è un dono inestimabile! Qualcuno con cui parlare senza problemi, senza la paura di essere giudicati. Nessun amante di passaggio può colmare questo vuoto. Solo un legame invisibile, derivante da una sincera e seria costruzione dell’amore, può offrire questo lusso. Sì, l’amore sincero è un lusso.
Una mattina mentre camminavo lungo il corridoio della metropolitana che conduceva all’esterno, fui colta da un violento dolore all’occhio sinistro, simile alla sensazione di una freccetta che lo trafigge per lacerarne le membrane. La sofferenza che ho sentito mi ha travolto d’un colpo. Ho quasi perso l’equilibrio mentre la mia vista si oscurava con punti neri. La scossa mi ha fatto urlare. Non riuscivo più a tenere le palpebre aperte. Non avevo sbattutto contro nulla; un vaso sanguigno era appena esploso. Il dolore persisteva. Barcollavo avanti e indietro, come una canna scossa da una gigantesca raffica di vento. Tra un’oscillazione e l’altra, il mio occhio destro riusciva a distinguere molti passanti che si defilavano senza fermarsi, come se fossero stati tutti alla guida di un’auto da corsa. Sarei potuta morire sul posto, così tutti avrebbero potuto calpestarmi, invece di dover evitare la pazza colpita da un attacco di demenza. Ho scoperto, con stupore, il comportamento freddo e indifferente della inquietante orda parigina.
Ho cercato di trovare un appoggio lungo il muro per sostenermi. Ho armeggiato con la mia mano sinistra, come una cieca senza punti di riferimento. Senza rendermene conto, il mio portafoglio è caduto a terra. A un certo punto, ho sfiorato una sporgenza sulla quale mi sarei potuta appoggiare. Il dolore persisteva. Per colmo di sfortuna, l’occhio che mi faceva male era quello che funzionava correttamente mentre il destro risentiva di una forte miopia. Dovrei necessariamente indossare gli occhiali per correggere questo squilibrio, tranne che nel mio caso la mezza coppia non sarebbe abbastanza. Piuttosto che optare per questa costrizione, preferivo accontentarmi di una certa forma di compensazione oculare, generata dalla sottrazione della mia doppia visione asincrona. Aperti allo stesso tempo, i miei due occhi mi offrivano una vista più che soddisfacente. Senza il mio valido occhio sinistro, non osavo neanche immaginare lo stato del mio futuro campo visivo.
Il dolore svanì all’improvviso, con la stessa rapidità con cui era apparso. Riuscivo a vedere correttamente quello che stava succedendo intorno a me. Ricuperando l’equilibrio, mi sono girata verso le mie cose sparse per terra. Un giovane le stava raccogliendo e sistemando ordinatamente nella mia borsa. Lui mi guardò e me la porse chiedendomi come stessi. Che domanda stupida…
Lo ringraziai e gli raccontai velocemente come era apparso quel dolore passeggero.
«Avrei voluto afferrarla quando barcollava. Non ci sono riuscito. Si muoveva così tanto. Non sapevo cosa fare, vedendola agitarsi in quel modo.»
Una persona si era fermata. Non due, una soltanto! Tuttavia, ci sono persone a Parigi che si preoccupano davvero degli altri. Nel mio cuore, mi chiedevo: «avrebbe agito allo stesso modo se fossi stato un uomo…»
«Ecco il mio biglietto da visita con il numero di telefono. Adesso, non ho tempo, ma se stasera o un altro giorno della settimana mi vuole parlare di lei davanti a un drink... In quel caso, non esiti a farmi una telefonata.»
Ho preso il biglietto da visita, sorridendogli in modo sdolcinato. Avevo appena ricevuto la risposta alla mia domanda. Al giorno d’oggi, tutto è fatto per un qualsiasi interesse, in ogni circostanza, in ogni situazione. D’altro canto, perché no? Gli incontri si fanno in questo modo. Un gesto, un’azione, una parola fuori dall’ordinario, in un momento in cui s’interrompe il nostro isolamento. Inoltre, anche Franck l’ho incontrato nella metropolitana. Sebbene fossi stata io a parlare per prima con lui, fu lui a chiedere il mio numero. Eravamo smarriti, entrambi alla ricerca della nostra strada, e la vita ci ha regalato un incontro indimenticabile.
Poi, l’uomo si è eclissato come se avesse appena mancato il suo autobus e dovesse inseguirlo. Ho guardato il suo biglietto da visita: dirigeva un’agenzia di assicurazione. Non