La piccola battuta non riscontra alcuna reazione. Sandy si e' chiusa in una specie di mutismo, accasciata per terra, sembra quasi presa da un attacco di panico.
Justin comincia a sentirsi un po' nervoso. Insomma...tutto ciò che voleva era dare una lezione alla piccola peste, non si aspettava che lei sembrasse così...vulnerabile.
O forse era solo una tattica per prendersi di nuovo gioco di lui?
<<Cosa c'e', soffri di claustrofobia?>> dice cercando di darsi un tono ironico.
Nessuna risposta.
<<Sandrine....Sandy! Pianeta Terra a Sandrine Martignon!>>
<<Senti Sandy>> fa Justin alla fine. <<Non avere paura, non ti tocco. Senti , visto che probabilmente ci vuole ancora qualche minuto prima che ci tirino fuori da qui...>>
<<Altro che qualche minuto!!>> viene rapida la risposta scontrosa di lei.
<<...perché non giochiamo ad un piccolo gioco? Così ci passa la paura.>>
<<E quale sarebbe?>>
<<Obbligo o verità. Dai, ci divertiamo un po'! Il fatto è>> dice lui veloce, senza lasciarle tempo di protestare,<<che vorrei davvero sapere perché stai cercando di distruggermi. Forse ti ho fatto qualcosa e non me ne sono reso conto...>>
<<Non sto cercando di distruggerti!>> grida Sandy, acida.
<<E allora come mai ce l'hai sempre con me? Mi dai l'impressione di essere anche simpatica, invece tutte le volte sembra che tu sia....in competizione con me.>>
<<La tua mente malata sta facendo apparire alla superficie mostri del tuo subconscio>> afferma lei improvvisamente molto calma.
Justin fa uno sforzo per rimanere calmo, cosa vorrebbe dire esattamente? si chiede per un attimo grattandosi la testa.
<<E il progetto Pesca & Cioccolato? Sapevi benissimo quanto ci tenevo!>> non può impedirsi di chiedere.
<<Ma non ho colpa se hanno scelto la mia idea! Di fatti, aprire un negozio on-line mi sembra il modo migliore per ampliare l'affare, così potranno consegnare i dolci direttamente a domicilio, in tutta Milano. Sinceramente, e' un'idea fantastica.>>
<<Ma...>>
<<Niente ma, ho solo dato loro la soluzione più ovvia. Basta, mettiti l'anima in pace>> dice risoluta. <<Non sto affatto cercando di distruggerti. Ora tocca a me.>>
<<Che cosa?>>
<<Tocca a me fare le domande. Di che segno sei?>> dice, e lo fissa con quei suoi grandi occhi neri tanto espressivi e seri.
Capitolo 7 – Impazzisco per i tuoi tatuaggi
Justin rimase per qualche attimo perplesso. Lei aveva proprio chiesto...ciò che gli era sembrato di sentire?
<<Sono leone>> mentì. Perbacco, se voleva sapere cose di lui non le restava che chiederlo a Teodora, capo del personale.
<<Bugie, sei Ariete>> fa Sandy con una semplicità quasi infantile.
<<Allora se lo sai perché chiedi?>> dice lui, di nuovo incavolato.
<<Per vedere se sei onesto. Stai dando tutta la colpa a me, ma stai giocando sporco>>.
<<Sei fantastica! Tu di che segno sei?>> dice Justin per dire qualcosa, mentre la sua mente lavora con velocità. Ma quella ragazza...si stava per caso prendendo una cotta per lui?? No. Non poteva essere.
<<Sono toro>> dice lei con semplicità. <<Posso farti un'altra domanda? Come mai tutti quei tatuaggi sulle braccia? E' una moda in America, vero? Come i cantanti famosi...Mi sorprende che Gerardo te lo abbia permesso, tutto qui, secondo me ti sta permettendo troppe cose>> Si mise a strisciare un piede avanti e indietro con fare infantile che voleva essere quasi provocante, e Justin seppe che alludeva all'episodio delle mutandine rosse.
Vedeva attraverso la semi- oscurità gli occhi lucenti di Sandy, pieni di una specie di velato rancore e di tanto altro... Deglutì non senza fatica. La ragazza era evidentemente interessata... alla sua persona. Ad un tratto ebbe quasi voglia di ridere, così facile sarebbe stato?
<<Ti piacciono? I miei tatuaggi>> disse cercando di avere un tono normale.
<<Ehmmm...>> La risposta si lasciava aspettare e Justin avrebbe giurato che lei quasi stava arrossendo.
Era finalmente riuscito a risolvere il mistero Sandy: non lo voleva distruggere, aveva una cotta per lui ed era probabilmente gelosa!
Si rilassò all'istante, perché si trattava di una questione che sapeva fin troppo bene maneggiare.
<<Ti piacerebbe toccarli?>> fece, abbassando il tono in maniera sexy.
<<Cosa?>> sussultò lei, portandosi una mano ai capelli. Justin sapeva che era segno di nervosismo, non stava più nella pelle.
<<I miei tatuaggi...puoi toccarli, se vuoi>>
<<Davvero??>> L'incredulità' mescolata alla speranza nella sua voce lo fece quasi intenerire.
Improvvisamente molto di buon umore, si tolse la giacca leggera e si sbottonò la camicia mostrando il petto nudo coperto di tatuaggi, che Sandy poteva solo intravedere attraverso la luce debole che proveniva di sopra l'ascensore. L'oscurita' contribuiva a creare un'atmosfera intima e carica di elettricità, e Justin si congratulò con se stesso, bloccare l'ascensore era stato un vero colpo di genio. Avrebbe dovuto ricordarselo per altre situazioni, compreso le ore piccole in ufficio con Annalisa.
<<Tu sei pazzo>> fece lei sogghignando, e rise anche lui, di gusto. Si rese conto che si stava rilassando. Lei aveva un sorriso radioso, che brillava nell'oscurità', e quelle che si intravedevano nelle sue guance erano delle deliziose fossette? per la prima volta si disse che per una piccola secchiona non era niente male e probabilmente se avesse vestito in maniera diversa avrebbe anche potuto fare colpo su una grande quantita' di adolescenti come lei, pieni di ormoni oppressi .
<<Dai, nessuno ci vede comunque. Non hai mai visto....voglio dire, un ragazzo tatuato prima, vero>>.
Capitolo 8 - Toccami
Sandy alzò gli occhi al cielo perché la trattava come se fosse una dodicenne.
<<Be' e' vero che non conosco molti ragazzi tatuati...ma tu ne hai davvero un'infinita'>> disse, gli occhi neri lucenti più del solito. Con quei capelli stretti in due codini da Britney Spears sembrava un piccolo angelo tentatore.
Lui sentì un brivido leggero che cercò di allontanare.
<<Toccami>> disse con voce rauca, e protese un braccio in avanti. Sui bicipiti era disegnata una testa di tigre in pieno assalto.
<<Non lo farei mai, per chi mi prendi?>> rispose lei, con altrettanta emozione nella voce. <<Cosa direbbe la tua fidanzata?>>
Ah, la fidanzata. Se avesse potuto, Justin si sarebbe fatto una bella risata, quella era una ragazzina che viveva in un mondo di soap-opere. Ma stranamente, lui non aveva alcuna voglia di pensare ad Annalisa. Tutto ciò che voleva ora era che Sandy gli accarezzasse la pelle con la sua piccola mano, che sicuramente doveva essere morbidissima. Sussultò al solo pensiero.
<<Non ti ho chiesto nulla di male, Sandy... se la cosa ti interessa, posso anche darti l'indirizzo di un tizio che fa degli ottimi tatuaggi>>. Stava per rinunciare quando lei protese una mano e gli toccò il braccio con un dito solo.
Lui trattenne il respiro. Il suo tocco era più