Orlando Furioso. Lodovico Ariosto. Читать онлайн. Newlib. NEWLIB.NET

Автор: Lodovico Ariosto
Издательство: Public Domain
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Жанр произведения: Поэзия
Год издания: 0
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del sangue che si trasse quando

      uscì de l'orca in ch'era entrato tutto,

      pel conte l'andò pur raffigurando;

      tanto più che ne l'animo avea indutto,

      tosto che del valor sentì la nuova,

      ch'altri ch'Orlando non faria tal pruova.

62

      Lo conoscea, perch'era stato infante

      d'onore in Francia, e se n'era partito

      per pigliar la corona, l'anno inante,

      del padre suo ch'era di vita uscito.

      Tante volte veduto, e tante e tante

      gli avea parlato, ch'era in infinito.

      Lo corse ad abbracciare e a fargli festa,

      trattasi la celata ch'avea in testa.

63

      Non meno Orlando di veder contento

      si mostrò il re, che 'l re di veder lui.

      Poi che furo a iterar l'abbracciamento

      una o due volte tornati amendui,

      narrò ad Oberto Orlando il tradimento

      che fu fatto alla giovane, e da cui

      fatto le fu; dal perfido Bireno,

      che via d'ogn'altro lo dovea far meno.

64

      Le prove gli narrò, che tante volte

      ella d'amarlo dimostrato avea:

      come i parenti e le sustanze tolte

      le furo, e al fin per lui morir volea;

      e ch'esso testimonio era di molte,

      e renderne buon conto ne potea.

      Mentre parlava, i begli occhi sereni

      de la donna di lagrime eran pieni.

65

      Era il bel viso suo, quale esser suole

      da primavera alcuna volta il cielo,

      quando la pioggia cade, e a un tempo il sole

      si sgombra intorno il nubiloso velo.

      E come il rosignuol dolci carole

      mena nei rami alor del verde stelo,

      così alle belle lagrime le piume

      si bagna Amore, e gode al chiaro lume.

66

      E ne la face de' begli occhi accende

      l'aurato strale, e nel ruscello amorza,

      che tra vermigli e bianchi fiori scende:

      e temprato che l'ha, tira di forza

      contra il garzon, che né scudo difende,

      né maglia doppia, né ferrigna scorza;

      che mentre sta a mirar gli occhi e le chiome,

      si sente il cor ferito, e non sa come.

67

      Le bellezze d'Olimpia eran di quelle

      che son più rare: e non la fronte sola,

      gli occhi e le guance e le chiome avea belle,

      la bocca, il naso, gli omeri e la gola;

      ma discendendo giù da le mammelle,

      le parti che solea coprir la stola,

      fur di tanta eccellenza, ch'anteporse

      a quante n'avea il mondo potean forse.

68

      Vinceano di candor le nievi intatte,

      ed eran più ch'avorio a toccar molli:

      le poppe ritondette parean latte

      che fuor dei giunchi allora allora tolli.

      Spazio fra lor tal discendea, qual fatte

      esser veggiàn fra picciolini colli

      l'ombrose valli, in sua stagione amene,

      che 'l verno abbia di nieve allora piene.

69

      I rilevati fianchi e le belle anche,

      e netto più che specchio il ventre piano,

      pareano fatti, e quelle coscie bianche,

      da Fidia a torno, o da più dotta mano.

      Di quelle parti debbovi dir anche,

      che pur celare ella bramava invano?

      Dirò insomma, ch'in lei dal capo al piede,

      quant'esser può beltà, tutta si vede.

70

      Se fosse stata ne le valli Idee

      vista dal Pastor frigio, io non so quanto

      Vener, sebben vincea quell'altre dee,

      portato avesse di bellezza il vanto:

      né forse ito saria ne le Amiclee

      contrade esso a violar l'ospizio santo;

      ma detto avria: – Con Menelao ti resta,

      Elena pur; ch'altra io non vo' che questa. —

71

      E se fosse costei stata a Crotone,

      quando Zeusi l'imagine far volse,

      che por dovea nel tempio di Iunone,

      e tante belle nude insieme accolse;

      e che, per una farne in perfezione,

      da chi una parte e da chi un'altra tolse:

      non avea da torre altra che costei;

      che tutte le bellezze erano in lei.

72

      Io non credo che mai Bireno, nudo

      vedesse quel bel corpo; ch'io son certo

      che stato non saria mai così crudo,

      che l'avesse lasciata in quel deserto.

      Ch'Oberto se n'accende, io vi concludo,

      tanto che 'l fuoco non può star coperto.

      Si studia consolarla, e darle speme

      ch'uscirà in bene il mal ch'ora la preme:

73

      e le promette andar seco in Olanda;

      né fin che ne lo stato la rimetta,

      e ch'abbia fatto iusta e memoranda

      di quel periuro e traditor vendetta,

      non cesserà con ciò che possa Irlanda,

      e lo farà quanto potrà più in fretta.

      Cercare intanto in quelle case e in queste

      facea di gonne e di feminee veste.

74

      Bisogno non sarà, per trovar gonne,

      ch'a cercar fuor de l'isola si mande;

      ch'ogni dì se n'avea da quelle donne

      che de l'avido mostro eran vivande.

      Non fe' molto cercar, che ritrovonne

      di varie fogge Oberto copia grande;

      e fe' vestir Olimpia, e ben gl'increbbe

      non la poter vestir come vorrebbe.

75

      Ma né sì bella seta o sì fin'oro

      mai Fiorentini industri tesser fenno;

      né chi ricama fece mai lavoro,

      postovi tempo, diligenza e senno,

      che potesse a costui parer decoro,

      se