Gli muoverò, senza dubbio, un forte rimprovero. Mi sentirà! Vi assicuro che mi sentirà!
Non basta! Non basta!
«Non basta»?.. Con un uomo che ha cinquant'anni sonati, basterà. E, d'altronde, egli è un mio vecchio amico, ed è anche, per me, un prezioso vicino. Nei mesi di villeggiatura mi allevia le pene della vita campagnola a cui, per due terzi dell'anno, mi obbligano, aimè, le falle del mio bilancio!.. Non posso mica gridargli: fuori di casa mia perchè avete pestati i piedi della pupa del signor De Planes! Bisogna che siate ragionevole.
(scontento) Ragionevole!.. Ragionevole!.. È una bella parola «ragionevole»!.. Ma, intanto, quel filibustiero farà orecchie da mercante!
Da mercante!
Fidate in me, mio buon De Planes. Da oggi innanzi, la vostra pupa sarà trattata… come se non avesse piedi. Fidate in me.
SCENA QUARTA
(venendo dal parco) Permesso?
(ha come un urto alla schiena e guarda immantinente la moglie.)
(ha come il medesimo urto, simultaneo, e guarda immantinente il marito.)
Permessissimo! (Con una punta caustica) Sempre bene accetto il nostro caro Liberti!
(si contorce e gonfia le guance.)
(diventa scarlatta e non sa quale atteggiamento assumere.)
(avanzandosi) Alle undici del mattino siete già in funzione, Donna Clotilde?.. (Le stringe la mano.)
Questa simpatica coppia aveva qualche cosa da dirmi.
(rizzandosi sulle gambette come un galluccio che sia per lanciare il suo chicchirichì) E l'abbiamo detta!
(si alza con lui, e, questa volta, non guarda lui, ma guarda a terra.)
(al signor De Planes) Ve ne andate quando io arrivo!.. Segno d'inimicizia… Datemi almeno il tempo di ossequiare la vostra bella mogliettina.
(mettendosela subito a braccetto) Donna Clotilde, noi ci facciamo un pregio di salutarvi, e vi leviamo l'incomodo.
Ma non ve ne scappate così, signor De Planes!
(Il signor De Planes e la signora De Planes, appiccicati tra loro, l'uno tutto impettito e con la testa eretta, l'altra tutta impastoiata e con la testa penzoloni, affrettano il passo ed escono dal fondo.)
SCENA QUINTA
(dopo averli seguiti con gli occhi, umoristicamente, si rivolge a Clotilde) Carini tanto!
(si leva minacciosa, piegando le braccia, dimenando il corpo dalla cintola in su.)
Che hanno quei due?
Siete un portento d'innocenza!
È probabile.
Con i vostri capelli grigi e con i vostri dolori articolari dovreste vergognarvi di persistere nella professione del seduttore!
I dolori articolari li confesso quotidianamente, e non nego i capelli brizzolati, che, con gratuita esagerazione, vi compiacete di chiamare grigi; ma non ho di che vergognarmi, perchè la professione del seduttore, ammesso che io l'abbia esercitata, non la esercito più.
Seducete, oramai, involontariamente?
Non ho detto questo.
Peggio! Vorreste farmelo credere senza dirlo. Il colmo della vanità e della ipocrisia!
Ho inteso. È una di quelle giornate in cui sentite il bisogno di vilipendermi. Mi esibisco con l'abituale mansuetudine; ma permettetemi, vi prego, di sedere. I suddetti dolori articolari non mi consentono di ascoltare altrimenti che seduto le vostre insolenze. (Si sdraia nella più comoda seggiola a dondolo.)
Come mi diverto di vedervi invecchiare!
Questa, poi, è malvagità. Io, invece, vedendovi invecchiare, mi rattristo.
Impertinente!.. Io sono vedova, e le vedove non invecchiano!
Per il marito morto, è indubitato che non invecchiano.
(stizzita) Ma parliamo delle vostre nuove gesta, piuttosto!
Parliamone. Non sono io che ho scantonato.
(sedendogli vicina, con bruscheria) Per le brevi, caro signore! Iersera, nella mia carrozza, durante tutto il tempo della passeggiata, i vostri piedi non cessarono mai di tormentare quelli della signora De Planes.
Se erano i suoi che tormentavano i miei! Mi dava delle pestate da farmi bestemmiare.
Bugiardo! Quella è una povera marionetta insospettabile.
Vi dico che è così. La signora De Planes ha le estremità intraprendenti.
Il fatto è che lei vi ha accusato a suo marito.
È furba la marionetta! Si vede che ha capito che io non ne ho voglia.
Siete stato capace d'aver voglia di tanta minutaglia che valeva meno di lei!
Ecco la vecchia storia!.. Mi favorite questa calunnia fin dall'epoca dei nostri famosi amori: da circa un quarto di secolo! Io ero, allora, un certo omino che, via, poteva darsi il lusso di scegliere e che, scegliendo voi, aveva scelto tra quel che la piazza offriva di meglio, perchè voi eravate un fiore di bellezza, un fiore di eleganza…
(interrompendolo, con ironia) Grazie, troppo gentile!..
(proseguendo ed esasperandosi al ricordo) Ebbene, ciò non ostante, anche allora, mi credevate disposto a ogni più sconcio passatempo.
Dispostissimo.
Il che sarebbe stato in completa antitesi con le mie abitudini e con la mia indole. È strano che le donne imparano subito a conoscere l'uomo, e non possono mai imparare a conoscere… gli uomini! Fanno una confusione maledetta. Di ciascuno, finiscono col sapere sempre la stessa cosa: cioè… che è un uomo. E, in fondo, non c'è caso che ne sappiano altro.
Per fortuna!
Avete torto. Conoscendoci meglio, le donne si procurerebbero non di rado qualche dispiacere di meno e qualche soddisfazione di più.
(sbottando) Vi sarei molto grata se mi diceste quale dispiacere di meno mi sarei procurato io, per esempio, conoscendo meglio la vostra pregevolissima persona! Mi piantaste da un giorno all'altro dopo d'avermi trascinata a tradire mio marito fino al punto di mettere al mondo un figlio vostro!.. Avessi pure scoperte in voi le più peregrine virtù, non avrei potuto farmene che un empiastro! E poi, che ce ne importa, a noi donne, che ce ne importa delle virtù invisibili dell'uomo che a noi rivela, intanto, tutta la sua turpitudine, e che si regola con noi come l'ultimo dei