LA COLOMBA
“…splendide descrizioni delle Sangre de Cristo Mountains, della Las Vegas di fine ‘800 e del podere dei Ryan. Mi sono sentita trasportata proprio in quei posti lì.” ~ Love Romances
“McCaffrey scrive con il cuore… una lettura da non perdere.” ~ The Romance Studio
“Se amate i romance di genere western, vi raccomando di leggere questo.” ~ Romance Junkies
THE SPARROW
“I lettori ameranno questa storia…” ~ RT BookReviews
“…mi congratulo con la McCaffrey per l’accuratezza storica dei suoi racconti… una lettura fenomenale che mi sento di raccomandare a chiunque apprezzi romance storici con un qualcosa in più.” ~ Jonel Boyko, Reviewer
“Le antiche leggende degli Hopi e degli Havasupai trovano in McCaffrey una nuova voce. La scrittura brillante dona assoluta credibilità al viaggio mistico del personaggio principale in un’altra dimensione e ti spinge a leggere fino a notte fonda.” ~ City Sun Times
THE BLACKBIRD
“Antagonisti malvagi, azione a volontà, un’eroina decisa, intrecci, colpi di scena sorprendenti e un seducente cowboy – il tutto sottolineato da una sensuale storia d’amore – in questo western ce n’è per tutti i gusti.” ~ Janna Shay, InD’tale Magazine
“… avvincente e intenso… difficile non leggerlo tutto d’un fiato.” ~ Chanticleer Book Reviews
THE BLUEBIRD
“…una lettura incalzante, con una storia e dei personaggi tanto profondi da mantenere vivo il mio interesse fino all’ultima pagina…” ~ Jo, Romance Junkies
“…carico di avventura e azione che lasciano senza respiro… libro meraviglioso… pressoché impossibile staccarsene!” ~ Maia, The Silver Dagger Scriptorium
“I lettori si scopriranno spesso col fiato sospeso… una lettura veloce ed emozionante!” ~ Belinda Wilson, InD’tale Magazine, a Crowned Heart review
A Kevin,
con amore
Capitolo Uno
Texas del Nord
Maggio 1887
«Vi siete smarrita?»
Allarmata, la giovane donna si girò sulla sella e sgranò gli occhi. Sotto la tesa del cappello scuro, iridi di un brillante azzurro lo fissarono.
In quell’isolato angolo delle pianure texane, l’ultima cosa che Matthew Ryan si sarebbe aspettato di trovare era una donna a cavallo di fronte ai tre cumuli di terra ricavati nel fianco della collina. Un’immagine del passato, una bambina con occhi azzurri altrettanto vivaci, sfrecciò nella mente. Era passata una vita da quella notte di agosto in cui aveva visto Molly Hart per l’ultima volta. La perdita, ormai un dolore sordo, non lo avrebbe mai abbandonato del tutto.
«No, non mi sono smarrita.» La sua voce intensa e ricca di sfumature lo avvolse come un caldo fuoco dopo un’ondata di freddo.
«Siete in capo al mondo» le disse, sistemandosi sulla sella e aggiustandosi il cappello nel vento che li sferzava. Un altro temporale si preparava a tormentare la terra, ormai con frequenza sempre crescente. Nuvoloni cupi si addensavano bassi all’orizzonte e Matt aveva il sospetto che presto né lui né la giovane sarebbero arrivati lontano. Doveva avviarsi subito.
«Anche voi» ribatté lei.
«Conoscevate la famiglia Hart?» chiese indicando i tumuli con la testa.
La donna distolse lo sguardo e annuì in maniera quasi impercettibile. Ciocche scure sfuggirono ai confini del cappello.
«Il mio nome è Matt Ryan» offrì, osservando la piccola vallata chiusa e l’edificio fatiscente a circa un quarto di miglio da loro, i resti del ranch degli Hart. Ancora in piedi rimanevano un recinto, le stalle e l’alloggio dei mandriani, il tutto invaso da polvere e cespugli rotolanti, come spettri di guardia a un posto un tempo pieno di vita. «La mia famiglia ha un ranch a un trenta miglia a est da qui.»
Quando il suo sguardo tornò a posarsi sulla donna venuta dal nulla, si accorse che lo fissava sinceramente turbata. «Che c’è?» si affrettò a chiedere.
Il cavallo di lei, una splendida giumenta dal manto sauro con sfumature quasi identiche alla chioma della misteriosa giovane, rispose alla tensione della sua cavallerizza con una nervosa rallegrata. «Matthew Ryan?»
«Ci siamo già incontrati?»
Invece di rispondere, la donna gli rivolse un’altra domanda. «Come sono morti gli Hart? Come è morta Molly Hart?»
Matt indugiò. Erano trascorsi dieci anni dall’ultima volta in quel posto, dieci anni dal funerale e dal giorno in cui erano state scavate le fosse che avevano accolto i tre corpi assassinati. Si era comportato da vile non facendogli visita prima? Non ne era sicuro. Sapeva solo che la morte di Molly Hart lo attanagliava ancora, oppresso com’era dal senso di colpa per non essere rimasto con lei quella sera.
«All’incirca dieci anni fa, il ranch fu attaccato durante un ricevimento. Il signore e la signora Hart furono uccisi. Molly scomparve.» Si esprimeva in tono pacato, un’abitudine affinata durante gli anni di servizio nell’esercito e con i Texas Rangers. Celare le emozioni era ormai parte della sua natura, nonché un tratto utile nel lavoro. Ma a quale costo, talora si chiedeva.
«E ciò vi ha indotti a pensare che fosse morta?» Un’ombra di sofferenza le attraversò il viso.
«No. Non all’inizio. Non fino a quando l’abbiamo trovata.»
«E che cosa avete trovato, esattamente?»
Il vento fischiava per la valle e nubi nere si andavano formando veloci sulle loro teste. A quanti disdegnavano il tempo in quella regione del Texas si diceva di aspettare cinque minuti. Spesso bastavano quelli perché cambiasse. I due dovevano necessariamente cercare rifugio.
Seppur riluttante, si costrinse a risponderle. «Un corpo carbonizzato.»
Una saetta schizzò dal cielo e la donna lottò con le redini per tenere calmo il cavallo. «Perché tanto sicuri che fosse proprio lei?» insistette.
«Accanto al corpo c’era una piccola croce d’oro che non toglieva mai. E i resti… erano della sua taglia.»
Offrendo a Matt il profilo, lei tornò a guardare i tumuli. Indossava pantaloni scuri e una voluminosa camicia chiara di foggia maschile, ma era evidente che fosse una giovane donna. Mani sottili stringevano le redini e un’attraente curva femminile conferiva grazia alla sua postura. Nonostante l’inquietudine dell’animale, era chiaro che la capacità di stare in sella fosse innata in lei.
«Come vi chiamate?» chiese Matt, gridando al di sopra dell’ululato del vento per farsi sentire.
La giovane gli scoccò un’occhiata carica di diffidenza, incredulità e… sconforto? si chiese perplesso mentre la pioggia iniziava a venir giù copiosa.
«Scendiamo verso la casa» urlò, subito guidando il cavallo lungo il leggero pendio su cui si trovavano. Oltre la spalla vide la donna esitare, lo sguardo impaurito sulle rovine fatiscenti dell’edificio, ma quando arrivò alla dimora deserta lei gli stava dietro.
«Porto i cavalli nelle stalle e vedo se riesco a trovargli un angolo asciutto.» Liberò gli animali dalle bisacce, prima le proprie poi quelle di lei, e gliele porse. «Perché non entrate a vedere se c’è un posto dove aspettare che la tempesta passi?» suggerì.
Lei rispose con un timoroso cenno di assenso.
Occupandosi