Ogni Minuto. C. J. Burright. Читать онлайн. Newlib. NEWLIB.NET

Автор: C. J. Burright
Издательство: Tektime S.r.l.s.
Серия:
Жанр произведения: Современные любовные романы
Год издания: 0
isbn: 9781802500769
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canzone dei Beach Boys che risuonava da altoparlanti invisibili. Anche con il vantaggio dell’altezza di Garret, Ian sarebbe stato difficile da individuare. Una fusione di glitter e vetro abbagliava da ogni direzione, dominata da un albero gigante con orpelli scintillanti e ornamenti odiosi, il suo profumo di pino un ricordo dei Natali passati.

      Rivolgendo la sua attenzione sulla folla, alla ricerca di un accenno di Ian, Garret superò le persone che chiacchieravano e intorno ai tavoli decorati con pigne al profumo di cannella. Urtò contro qualcosa e riprese l’equilibrio proprio quando cadde una renna gigante di plastica con la coda in aria, ai piedi di una donna appoggiata al muro, omaggiandola con la punta del suo naso rosso lampeggiante. Per un momento breve e intenso, lo sguardo della giovane incontrò quello di lui.

      Il festival del caos e dei colori svanì sullo sfondo, lasciando spazio solo a lei. Si confondeva con le ombre, come se sperasse di scomparire con la notte. Il dolore le perseguitava gli occhi, mille note intrappolate.

      Garret sbatté le palpebre e il momento passò. Ben-zonna. La sua maledizione straniera preferita si adattava all’occasione. Mille note intrappolate? Era notevolmente sdolcinato, anche per lui.

      Nessun sorriso, nessuna parola, raccolse la mostruosità di Rudolph e posò saldamente tutti e quattro gli zoccoli scintillanti sul pavimento. Senza guardarlo di nuovo, riprese a fissare le persone come se fossero su una giostra che le girava intorno, muovendosi troppo velocemente per essere toccata.

      Chiunque potesse far fermare il suo mondo anche solo per un battito del cuore esigeva almeno una presentazione. Tenendo il suo violino protettivamente vicino, oltrepassò la renna decorativa e imitò la posa da tappezzeria della donna, restando a una distanza di pochi centimetri.

      Lei non lo riconobbe, teneva il suo sguardo fisso su qualcosa o qualcuno nella folla.

      Garret seguì lo sguardo della giovane e soffocò un gemito. Ovviamente doveva essere Ian. Il suo amico d’infanzia era con un gruppo di donne che indossavano cappelli da Babbo Natale e minigonne. Tutto sorrisi e mani, Ian stava facendo la sua parte. Era interessante notare che gli sguardi di Ian continuavano a vagare verso la bionda minuta con il vestito rosso, che stava parlando con altri invitati.

      Garret si chinò leggermente verso la donna. “Allora, è Ian o la bionda in rosso?”

      L’increspatura appena accennata delle labbra generose color cremisi prometteva che aveva sentito e il silenzio che seguì durò abbastanza da segnare una protesta. La donna sospirò dolcemente, senza rivolgergli uno sguardo. “Che cosa?”

      Non importava l’impazienza che s’insinuava nel tono della giovane, la sua voce roca aveva una canzone tutta sua, bassa e inebriante, che lo colpiva dritto nelle viscere. “Mi stavo chiedendo se stai complottando per uccidere Ian o la bionda.” Garret scrollò le spalle. “Dallo sguardo di fuoco e zolfo che stai rivolgendo in quella direzione, uno dei due sta per crollare.”

      “Ian è l’unico che merita una forca nei punti sensibili.” La donna incrociò le braccia e le lasciò cadere sui fianchi, continuando a non stabilire un contatto visivo. “Sto solo guardando Gia alle spalle. E nel caso te lo stessi chiedendo, non ho bisogno di un drink, non sono sola e detesto ballare. Qualsiasi vischio che troverò su di te ti verrà infilato prontamente nel naso.”

      L’uomo si lasciò scappare una risata stupita. “Ne prendo atto. Per la cronaca, bevo raramente, non mi dispiace la solitudine e tengo i miei passi di danza privati per evitare di creare il panico pubblico. Il vischio mi fa venire l’orticaria, quindi sono relativamente al sicuro dal tuo assalto anti-vegetazione.”

      La bocca di Adara si contrasse, un semplice tremito e niente che si avvicinasse a un sorriso, ma era un inizio.

      Prima che lui potesse trasformare quel tic in un vero sorriso o chiederle il suo nome, la musica da spiaggia si soffocò e un uomo dai capelli color neve con un abito firmato salì le scale fino a un palco situato dall’altra parte della stanza, presumibilmente era lo stimato signor Hamilton.

      La donna misteriosa accanto a lui si raddrizzò e si spostò verso il palco. A quanto pareva, l’unico modo per farsi guardare da lei sarebbe stato se lui fosse stato lì, in mostra. Garret strinse la presa sul violino. Diventare il centro dell’attenzione era una delle sue abilità straordinarie.

      Il signor Hamilton si lanciò in un discorso sul successo e sul sistema giudiziario e Garret non lo sentì, concentrato sulla donna così vicina. I capelli di lei brillavano come ossidiana sotto le luci scintillanti e si fermavano in modo smussato sulla linea sottile del collo. Non indossava glitter, eyeliner o cipria come le altre donne, il che rendeva le sue labbra cremisi ancora più peccaminose.

      Scoppiò un applauso educato, l’unica ragione per cui Garret capì che il discorso era finito. Il vecchio Hamilton lasciò il palco e Ian si fece da parte, come un principe in attesa di salire una volta che il suo re avesse liberato la strada.

      A certe opportunità non si poteva resistere. Garret si sistemò il violino sotto il mento e preparò l’archetto. Quando la scarpa lucida di Ian toccò il primo gradino, la sigla di Darth Vader si alzò dallo strumento e salì sul soffitto a volta, scuotendo la folla in un momentaneo silenzio. Alcune anime coraggiose sghignazzarono e non gli sfuggì come la donna accanto a lui s’irrigidisse. Tutti si voltarono verso di lui che, però, stava osservando la risposta di Ian.

      Il capovolgimento delle emozioni sul volto del suo amico era tutto quello che aveva sperato, dal fastidio alla realizzazione e al divertimento. Ian impiegò meno di un millisecondo per puntare Garret nell’ombra. Afferrò il microfono e disse con voce pesante: “Se solo tu conoscessi il potere del lato oscuro.”

      Le risate si sollevarono dalla folla e Garret sorrise. Ian non aveva perso il suo senso dell’umorismo negli ultimi tre anni, un buon segno. Fare l’avvocato poteva strangolare la felicità fino far restare solo l’amarezza e le opinioni sbiadite

      “Sono venuto qua per diffondere l’allegria con regali troppo costosi e frivoli, ma questo dovrà aspettare ancora un po’.” Ignorando i gemiti, Ian raddrizzò il suo cappello da elfo. “Pazienza, gente.”

      Garret eseguì un pezzo del tema del game show Jeopardy. Aveva perfezionato le molestie musicali decenni prima, come poteva testimoniare sua sorella maggiore London. Era la sua migliore tattica di autodifesa oltre alla prontezza di riflessi.

      Ian indicò minacciosamente Garret e sfoggiò uno dei suoi sorrisi caratteristici, bianco e brillante. “Se hai intenzione di suonare, sali sul palco e fallo bene.”

      Quando aveva accettato l’invito di Ian di partecipare alla festa, Garret sapeva che la compagnia e la conversazione non erano tutto ciò che Ian si aspettava. A Ian piaceva fare colpo e con avvocati stoici che apprezzavano la buona musica in mezzo a loro, probabilmente sperava di avere un vantaggio quando si sarebbe trattato di ottenere l’ambito titolo di socio. Essere amico di un musicista affermato poteva essere un buon motivo - Garret tamburellò una volta le dita sui jeans, proprio in corrispondenza del buco sfilacciato vicino alla tasca - oppure no. Non tutti a quella particolare festa avrebbero apprezzato la sua interpretazione di Thunderstruck. Non aveva l’aria del musicista da concerto e i suoi gusti non erano sempre orientati verso Bach e Mozart, come Ian ben sapeva. Non era mai rientrato nello stereotipo del musicista classico, nemmeno nei lunghi anni in cui si era concentrato sui classici. Garret si raddrizzò dal muro. Preferenze classiche o no, poteva rendere tutti felici.

      La sua intrigante compagna piegò le braccia e si spostò mettendosi in una prospettiva ancora più netta verso il palco. Non l’aveva ancora guardato di nuovo, come se fosse determinata a bruciare vivo Ian con il suo sguardo e a tenere tutti gli intrusi, compreso il violinista, fuori dalla sua bolla.

      Mettendo il pollice in tasca, Garret si mise sulla linea visiva diretta di Adara, resistendo all’impulso di guardarsi alle spalle e catturare il suo sguardo. Rompere le bolle era un’altra delle sue abilità straordinarie.

      Capitolo Secondo

      Il suo cuore batteva all’impazzata, Adara si concentrò sul palco mentre il suo interlocutore